giovedì 27 settembre 2018

Recensione Splendi più che puoi

Titolo: Splendi più che puoi
Autore: Sara Rattaro
Genere: Narrativa
Casa editrice: Garzanti
Prezzo: €10.90 (copertina flessibile)
Pagine: 222






Trama
L'amore non chiede il permesso. Arriva all'improvviso. Travolge ogni cosa al suo passaggio e trascina in un sogno. Così è stato per Emma, quando per la prima volta ha incontrato Marco che da subito ha capito come prendersi cura di lei. Tutto con lui è perfetto. Ma arriva sempre il momento del risveglio. Perché Marco la ricopre di attenzioni sempre più insistenti. Marco ha continui sbalzi d'umore. Troppi. Marco non riesce a trattenere la sua gelosia. Che diventa ossessione. Emma all'inizio asseconda le sue richieste credendo siano solo gesti amorevoli. Eppure non è mai abbastanza. Ogni occasione è buona per allontanare da lei i suoi amici, i suoi genitori, tutto il suo mondo. Emma scopre che quello che si chiama amore a volte non lo è. Può vestire maschere diverse. Può far male, ferire, umiliare. Può far sentire l'altra persona debole e indifesa. Emma non riconosce più l'uomo accanto a lei. Non sa più chi sia. E non sa come riprendere in mano la propria vita. Come nascondere a se stessa e agli altri quei segni blu sulla sua pelle che nessuna carezza può più risanare. Fino a quando nasce sua figlia, e il sorriso della piccola Martina che cresce le dà coraggio di cambiare il suo destino. Di dire basta. Di affrontare la verità. Una verità difficile da accettare, da cui si può solo fuggire. Ma il cuore, anche se è spezzato, ferito, tormentato, sa sempre come tornare a volare. Come tornare a risplendere. Più forte che può.
Recensione
Buongiorno! Qui è la vostra Katy che vi parla, e oggi, in questa giornata molto tranquilla, sono tornata per parlarvi di un libro che ho letto quest'estate e che mi sono decisa a leggere perché una mia amica lo stava leggendo proprio in quei giorni e, dopo aver intasato il gruppo Whatsapp di foto di frasi tratte da questo romanzo, mi sono incuriosita così tanto da decidere che era il momento di riprendere la mia antica intenzione di leggerlo un giorno o l'altro.
Ma bando alle ciance e iniziamo subito, che devo andare a fare i compiti.

La storia è quella di Emma, una ragazza con un sogno nel cassetto, quello di diventare designer, che un giorno incontra un uomo più grande di lei con cui vive una intensa e bellissima storia d'amore di dieci anni, finché un giorno questi le dice che non la ama più e lei è costretta a fare i conti con una nuova realtà. Un po' per ripicca, Emma inizia a cercarsi un nuovo interesse amoroso, qualcuno con cui far ingelosire l'ex, e così incontra Marco, bello e affascinante, che la ricopre di regali e la fa sentire amata.
 Passano insieme pochi mesi e decidono di sposarsi di nascosto dalle loro famiglie, ma il matrimonio non si rivela la favola che la protagonista pensava che fosse: ben presto, il marito inizia a cambiare atteggiamento, dimostrando una certa instabilità che lo porta prima ad alzare la voce con la moglie, poi a criticarla e infine a farle sul serio del male. Emma, all'inizio, crede che tutto questo sia dovuto al fatto che erano in viaggio di nozze in Corsica quando l suocero è mancato, ma poi si rende conto che quella era solo la causa scatenante e che il peggio deve ancora arrivare.
Dopo la nascita della loro figlia, Marco le porta in una casa in montagna e le rinchiude lì dentro, impedendo loro di avere qualsiasi contatto con il mondo esterno, arrivando addirittura a cercare di essere il più autosufficienti possibile per evitare di dover aver a che fare con le persone.
Emma non sa cosa fare, non può agire in maniera sconsiderata perché adesso ha una figlia di cui occuparsi e chissà cosa succederebbe se la abbandonasse nelle mani del marito, perciò ribellarsi non sembra un'opzione fattibile, almeno non nei primi tempi, ma dovrà trovare il coraggio di dire basta, basta per le violenze che è costretta a subire e per la situazione in cui è costretta a vivere, lontano da tutti e da tutto.

L'autrice, attraverso il personaggio di Emma, ha voluto presentarci una delle tematiche più delicate che siamo costretti ad affrontare purtroppo molto spesso: la violenza sulle donne.
Tutto inizia quando incontriamo un uomo, apparentemente quello perfetto, che poi si rivela essere una persona ignobile che picchia la sua compagna senza un apparente motivo se non la rabbia per qualche errore che lei ha, evidentemente, commesso. La fine di queste storie non è sempre la stessa: se va bene, la donna riesce a fuggire e riesce a farsi una nuova vita, con un mucchio di difficoltà; se va malino, la donna continua a fare finta di niente e rimane con lui fino alla vecchiaia; se va proprio male, la donna non ce la fa. In molti casi, l'eventuale happy ending è determinato proprio da colei che subisce violenze, perché è lei che ha il potere di fare qualcosa per fermare la situazione o di non fare nulla, lasciandosi in balia delle mani di un uomo che non la ama, perché chi tiene veramente a una persona non pensa neanche lontanamente ad alzare le mani.
La prospettiva che qui ci viene presentata è la prima, quella di una donna che riesce a scappare dalle grinfie del suo aguzzino: ribellarsi non è facile, a momenti non lo è nemmeno nei confronti dei genitori quando questi ci proibiscono qualcosa, figuriamoci farlo con qualcuno di esterno alla famiglia che crediamo però essere parte della nostra vita; non è nemmeno facile tante volte aprire gli occhi e rendersi conto che quello che si vede non è poi una cosa tanto normale. Il più delle volte, infatti, di fronte a persone a cui volevamo bene diventiamo ciechi, pensiamo che loro ricambino tutti i nostri sentimenti e le nostre buone intenzioni nei loro confronti al 100%, e quando vediamo qualcosa che non ci saremmo mai aspettati da loro iniziamo a giustificarli, magari ha avuto una brutta giornata, sarà successo qualcosa di poco piacevole o qualcuno gli avrà detto qualcosa che lo ha turbato... e si va avanti così, perché spesso è più facile chiudere gli occhi che affrontare la realtà e capire che la persona davanti a noi non è quella che ci aspettavamo, non è quella che abbiamo conosciuto o che credevamo di aver conosciuto. Ci vuole del tempo prima di capire che il rapporto che si è creato non è dei più sani e che non è normale, ci vuole tempo per accettare il nostro errore di valutazione e durante questo tempo la prima cosa che ci viene in mente è: "Cosa ho sbagliato?". No, noi non siamo sbagliate, non è colpa nostra se quella persona non ci tratta come dovrebbe... sì, magari noi possiamo avere di sbagliato il fatto di non aver saputo cogliere in tempo dei possibili segnali, ma questa è la nostra unica "colpa". Se non andiamo bene così come siamo per quella persona, è lei ad avere un problema, non noi. Solo che è più facile credere nel contrario, piuttosto che dare la colpa agli altri, perciò ne passa di tempo prima che arrivi la consapevolezza della nostra "innocenza" in questi contesti.
Eh, e poi però arriva la parte più difficile, bisogna raccogliere tutto il coraggio che abbiamo e mettere fine al rapporto. Non è per niente facile. Il più delle volte ti decidi a farla finita, e poi ci ricaschi, perché quella persona ti permette magari di fissare delle regole o ti chiede perdono e dice che non lo farà più... che fai, non gli credi? Non dai nemmeno una seconda chance? E una terza? Dai, tre è il numero perfetto. E così si incappa di nuovo nelle vecchie abitudini. Ma se si è abbastanza forti e volenterosi, si riuscirà ad arrivare al punto di saper dire di no e di allontanarsi da tutto il male che quella persona ha portato nella vostra vita.

Ecco, questo è quello che ci mostra l'autrice: Emma, dopo aver passato anni a giustificarlo o ad aspettare il momento giusto per non mettere a repentaglio nessun altro, riesce a trovare la forza per scappare dal marito, allontanandosene il più possibile, perché ha capito che non può andare avanti così, a subire violenze senza un motivo.
Il suo coraggio è ammirevole, non tutte riescono a farlo, per paura principalmente: quando si ha paura di qualcosa si rimane annichiliti, non si sa come comportarsi e si finisce per non fare niente e vivere male. E molto spesso la paura impedisce di chiedere aiuto. Quante volte al telegiornale, di fronte a una donna uccisa dal compagno abbiamo sentito dire che "lui sembrava una persona così per bene"? Troppe. Questo perché nessuno se ne accorge, o se succede tutti fanno finta di niente, e la donna in questione non è riuscita a dare segni di malessere, a chiedere, appunto, aiuto mostrando chi era veramente l'uomo tanto per bene che le stava affianco.

Una storia molto emozionante, che fa riflettere e anche soffrire, perché leggere di certi argomenti fa sempre piangere il cuore... insomma, com'è possibile che una persona possa essere tanto crudele da violentare un altro essere umano? E com'è possibile che nessuno mai si accorga di niente? Sono quelle cose che io proprio non riesco a concepire. Un giorno si pensa di aver trovato il principe azzurro, e il giorno dopo si capisce che alla propria porta si è presentato l'uomo nero.
Un romanzo veramente toccante, doloroso in alcuni punti, ma anche pieno di speranza.
Voto:

mercoledì 26 settembre 2018

WWW... Wednesday! #72

Buongiorno! Qui è la vostra Katy che vi parla, una personcina la cui vita è, come sempre, intrisa nel mainagioia. Perché? Beh, mi sono presa il raffreddore... quando fino a due giorni fa c'erano ancora trenta gradi all'ombra, poi d'improvviso le temperature sono calate e io mi sono fatta ingannare dal sole, perciò sono uscita in maniche corte, senza maglioncino, e zac! Ma si può? Ma il tempo non lo sa che, per evitare shock, deve abbassare le temperature in modo graduale?
Anyway, eccomi con un nuovo appuntamento di questa rubrica del mercoledì inventata dal blog Should Be Reading, in cui vi mostrerò le mie letture in corso, terminate e in programma.

What are you currently reading?
Ho dovuto interrompere le mie letture di piacere per leggere questa trilogia di tragedie entro domani, perché di letteratura greca stiamo facendo Eschilo e il nostro professore ha deciso che per comprendere meglio il tutto dobbiamo leggere alcune sue tragedie. Meno male che la storia della morte di Agamennone e della vendetta del figlio mi ha sempre affascinata, altrimenti avrei fatto ancora più fatica a rimandare alcune letture.

What did you recently finish reading?
Questa settimana è stata molto produttiva:
- The Wicked Ones: ho finito di leggere la sesta novella di "Ghosts of the Shadow Market" e devo dire che mi è piaciuta, perché abbiamo potuto vedere come procedono le ricerche del nostro caro Jem e come è iniziato tutto fra Stephen Herondale e Celine, la madre di Jace;
- Something in the way: era già da tempo che adocchiavo questo forbidden romance e finalmente sono riuscita a perdermi nella storia tormentatissima di Manning, di anni 23, e Lake, di anni 16; fra i due nasce un sentimento che non sarebbe dovuto esistere, perché lei è minorenne, quindi il tormento sale alle stelle, i dubbi amletici pure assieme alla sofferenza e, niente, questo primo volume mi ha veramente catturata, tant'è che, nonostante i compiti, l'ho finito in un giorno solo!
- Somebody else's sky: dopo il cliffhanger del libro precedente, potevo non leggere immediatamente il seguito? Certo che no. Fra lunedì e ieri mi sono immersa nuovamente in questa storia, ho sofferto per questi due poveri cristi (anche se mi è sembrato che ci fosse meno tormento rispetto al primo volume, forse anche perché qui passano poco tempo insieme, da soli) e ho imprecato quando ho letto l'ultimo capitolo... ma come fai a far finire un libro così?! Non è uno di quei cliffhanger per cui tu dici "okay, sarà dura ma ce la faranno a mettersi insieme", no, qui ci vuole direttamente un miracolo, qualcuno che muore, qualcuno che se ne va, qualsiasi cosa, purché sia un miracolo perché la situazione è messa molto, ma molto male per loro due (mannaggia mannaggia!).

What do you think you'll read next?
Eh be', dopo il cliffangher di "Somebody else's sky" devo necessariamente sapere cosa succederà dopo, perciò forza e coraggio, finiamo 'sta benedetta "Orestea" che poi dobbiamo fare una full immersion, oltre che delle sedute spiritiche prima di iniziare "Move The Stars", per chiedere a qualche santo di compiere un miracolo bello e buono, negli ultimi due volumi della serie.

Bene, per oggi è tutto. Se vi va, fatemi sapere qualcosa a proposito delle vostre letture.
Pace, amore e tanti libri a tutti!

martedì 25 settembre 2018

Recensione Il Giardino d'Estate

Titolo: Il Giardino d'Estate
Autore: Paullina Simons
Genere: Romance
Casa editrice: Rizzoli
Prezzo: €11.05 (copertina flessibile)
Pagine: 663






Trama
Dopo anni di dolorosa separazione, Tatiana e Alexander sperano di realizzare il loro sogno di libertà in America. Il figlio Anthony è la prova vivente che nessuna distanza può tenerli lontani. Eppure si sentono estranei, ancora turbati dai fantasmi delle tragedie vissute. Ex capitano dell'Armata Rossa, Alexander vive con sospetto e paura il clima della Guerra Fredda e Tatiana non riesce a ritrovare con lui l'intimità di un tempo. Quando Anthony si arruola volontario in Vietnam e scompare nella giungla, Tatiana e Alexander sentono che gli incubi del passato sono tornati. Potranno ancora passeggiare nel Giardino d'Estate?
Recensione
Buongiorno! Qui è la vostra Katy che vi parla, e oggi, in questa giornata un po' faticosa per me, sono tornata per parlarvi del terzo e ultimo libro della trilogia del "Cavaliere d'Inverno", che sono riuscita finalmente a terminare quest'estate, dopo averla iniziata ormai due anni fa - per la precisione, tre estati fa.
Ma bando alle ciance e iniziamo!

Sono passati pochi mesi da quando Tatiana è andata a recuperare suo marito ed è riuscita a portarlo in America, pochi mesi da quando Shura si è riunito alla moglie e al figlio Anthony, pochi mesi durante i quali la piccola famigliola non si è mai fermata in un posto tanto a lungo, ha girato in lungo e in largo nel tentativo di visitare tutti i paesi degli Stati Uniti, fermandosi in ognuno per circa un mese.
La pace, però, non è stata ancora trovata e non sembra essere prevista all'orizzonte: Alexander non parla più con la moglie, non si confida, non le permette nemmeno di guardare i segni che la guerra ha lasciato sulla sua pelle ed è distante, come se fosse ancora prigioniero; Tatiana, invece, non sa come trattare il marito, vuole parlargli e vuole che lui si confidi con lei ma sembra impossibile avvicinarglisi. E come se non bastasse, la protagonista riceve una telefonata dall'amica che le dice che Shura deve recarsi a Washington per essere interrogato, come le era già stato anticipato a Berlino... solo che Tatia non vuole che lui ci vada, pensa che possa perderlo un'altra volta, così decide di tacere tutto quanto e di impegnarsi affinché cambino spesso stato, per non farsi riconoscere dai funzionari dello Stato.
Ma non potranno fuggire per sempre, non dall'interrogatorio, né tanto meno da loro stessi, dovranno imparare ad affrontare la vita insieme per quanto difficile possa rivelarsi, dovranno capire come far funzionare il loro matrimonio conciliando gli interessi dell'uno e dell'altra, e infine dovranno fare i conti con la realtà e con le sofferenze che si presenteranno dietro l'angolo.

Dunque, in questo volume i due protagonisti non sono più impegnati sul fronte della guerra, ma sono impegnati nel cercare di far andare avanti la famiglia, comprendendo i bisogni dell'uno e dell'altra.
Il mese di licenza di Alexander a Lazarevo è stata una parentesi quasi surreale, lì non avevano avuta quasi nessun contatto con la vita vera e avevano potuto stare insieme in maniera relativamente spensierata. Qui, adesso, le cose sono molto diverse, innanzi tutto fra di loro c'è la guerra che li ha divisi, che li ha portati a fare esperienze l'uno lontano dall'altra e che li ha irrimediabilmente cambiati, ma più in generale c'è la realtà, il fatto di dover lavorare per vivere, di avere un bambino che riempie la casa e che può minare alla loro intimità, insomma ci sono tanti fattori con cui devono fare i conti.
E tutto ciò si rivela una vera sfida, perché nessuno dei due probabilmente si immaginava di dover avere a che fare con qualcosa di simile, pensavano forse che sarebbe stato tutto più facile, ma non avevano previsto il fatto che ciò che avevano dovuto fare avrebbe potuto plasmarli in persone leggermente diverse. Perciò, Tatia e Shura inizialmente tentano di sopravvivere e prendere la vita come viene, senza rendersi conto che ora le cose sono diverse, o meglio se ne rendono conto ma non sanno come agire: Alexander soffre perché non ha potuto vedere il figlio da piccolino e perché Anthony non ne riconosce più di tanto l'autorità, Tatiana soffre perché le sembra di non riuscire più a trovare colui che aveva sposato qualche anno prima, e Anthony è confuso da questa situazione, vuole bene al padre, ma al contempo non riesce a non prendere le parti della madre quando i due litigano.

Entrambi devono però, prima ancora che capire come funziona in queste condizioni la vita matrimoniale, capire chi sono diventati.
Alexander ha vissuto la guerra e non riesce a dimenticarla all'inizio, ma col passare del tempo si tranquillizza, cerca sempre di raccontare il meno possibile della sua carriera militare ma non tenta più di stare alla larga dalle persone, anzi comincia a crearsi un circolo di amicizie, che però non si rivelerà molto salutare, perché le bevute fra amici saranno sempre più frequenti.
Tatiana non avrà vissuto la guerra ma di certo non è stata tanto meglio, con la preoccupazione che il marito fosse chissà dove disperso in Russia: per girare gli Stati Uniti con lui smette di fare l'infermiera, ma stare con le mani in mano non fa per lei, non riesce a fare soltanto la brava mogliettina che sta a casa ad aspettare che il marito torni a casa, perciò decide di riprendere il suo vecchio lavoro che le piaceva tanto, solo che questo peggiora il rapporto con Shura, l'uomo che ama e che però non riesce più a comprendere... come deve comportarsi? Chi deve diventare? Perché non va bene a lui che lei abbia una sua carriera e che aiuti qualcuno? Diciamo che per lei non sarà facile vivere dopo il suo ritorno, tutto sembra essere cambiato e la felicità sembra così lontana, ma le cose in un qualche modo si evolveranno, loro due continueranno a cambiare per arrivare a trovare un qualche equilibrio e di acqua sotto i ponti ne passerà tanta, e non tutta potabile.

Dopo aver parlato dei due protagonisti, dobbiamo parlare rigorosamente dell'ambientazione.
Questa volta, siamo quasi sempre in America, eccetto per l'ultima parte che è ambientata in Vietnam (ma di ciò io non vi parlerò, a discapito della trama, perché sarebbe come anticiparvi una delle ultime battute finali, quindi evito di fare troppi spoiler): abbiamo la possibilità d vedere molti stati, ognuno con delle caratteristiche particolari, c'è quello in cui Shura lavora su un peschereccio, quello in cui porta le signore in barca a fare giri turistici, quell'altro in cui lavora per un'azienda vinicola di un Italiano e quello in cui lavora per un'impresa edile. Sono tutti posti molto suggestivi e mi è piaciuto molto il modo in cui li ha presentati l'autrice, senza troppissimi dettagli (non siamo mica ne "Il Nome della Rosa", in cui la descrizione di nonmiricordomancocosa dura trenta pagine), ma con quelli che ci forniscono bene l'idea. Insomma, vedere attraverso gli occhi di Tatiana e Alexander questi paesaggi è stato come se ci fossi anch'io lì, a viaggiare con loro, a carpire l'atmosfera dei vari luoghi. Avremo anche lasciato la Russia da sogno, ma neanche l'America scherza neh!

Complessivamente, è stata una lettura molto emozionante, ho provato un mix di emozioni e ne sono uscita leggermente distrutta: la prima metà non è stata facilissima da leggere, si sentiva la disperazione dei due personaggi, il loro senso di inadeguatezza, tutte le loro paure, per non parlare del fatto che continuavano ad allontanarsi e a ferirsi, con i reciproci comportamenti, con le parole dette e non dette. Poi è accaduto il fattaccio, e allora cosa vuoi, non ti arrabbi e non ti disperi? Ovvio che lo fai! Ti arrabbi con entrambi, perché in un matrimonio le cose bisogna farle funzionare, non si aggiusta un rapporto da solo, ma sei tu che devi fare attenzione e ricucirlo: da una parte, lui ha sbagliato a fare quello che ha fatto, al posto che agire avrebbe dovuto pensarci per bene e magari parlare con Tatia di tutto quello che non andava, cercando di non essere così inflessibile e intransigente; dall'altra, lei avrebbe dovuto fare attenzione alle esigenze del marito, non per forza assecondarlo abbandonando il suo lavoro, ma magari avrebbe potuto evitare di prendere turni in più e cercare di non tardare troppo, soprattutto se già aveva visto che la loro relazione non era così stabile... per fortuna, poi abbiamo potuto sospirare (ovviamente dopo aver sofferto come non mai a leggere una scena) e le cose sono andate bene fino al Vietnam, dove di nuovo è tornata la sofferenza.
Insomma, è stata una lettura veramente bella, densa di emozioni e veramente pregnante, non riuscivo quasi a staccarmi dal libro tanto ero presa dalla storia e tanto pregavo che sti due cristi si decidessero a parlare e a mettere le cose a posto. Ma evidentemente dovevano distruggersi e distruggermi prima di farlo, e le gioie sono arrivate solo nelle ultime pagine.
Carissimi Tatia e Shura, arrivederci!
Voto:

giovedì 20 settembre 2018

Recensione Tatiana & Alexander

Titolo: Tatiana & Alexander
Autore: Paullina Simons
Genere: Romance
Casa editrice: Rizzoli
Prezzo: €11.05 (copertina flessibile)
Pagine: 672






Trama
Né la guerra né i 900 giorni dell'assedio di Leningrado sono riusciti a distruggere il grande amore di Tatiana e Alexander. Ora lei si ritrova sola in America con Anthony, il loro bambino appena nato: le hanno detto che Alexander è morto, ma nel profondo sente che non può averla abbandonata per sempre. Infatti il giovane ufficiale è vivo, anche se nella disperata condizione del prigioniero: caduto nelle mani della famigerata polizia di Stalin, sopravvive tra orribili sofferenze e torture nell'attesa di essere giustiziato come traditore e spia. Eppure Alexander non ha perso la speranza, perché sa che da qualche parte, in America, Tatiana e il figlio che non ha mai conosciuto lo stanno aspettando. Così Tatiana e Alexander continuano a vivere l'una all'insaputa dell'altro, divisi da un oceano, aggrappati al ricordo del loro amore che è riuscito a sconfiggere l'inverno russo e la fame, a sfuggire alle bombe della guerra. E che non può finire.
Recensione
Buongiorno! Qui è la vostra Katy che vi parla, oggi tornata con una nuova recensione, quella del seguito de "Il Cavalire d'Inverno", romanzo che lessi un paio di anni fa e di cui non mi decisi mai a leggere i volumi successivi, in parte perché qualcuno non ne era rimasto particolarmente soddisfatto e in parte perché mi ero spoilerata un sacco di roba.
Ma bando alle ciance e iniziamo!

La storia riprende più o meno nel punto in cui l'avevamo lasciata: Tatiana è riuscita ad arrivare in America, incinta e convinta che il marito sia morto; Alexander, separato dalla moglie, viene arrestato con l'accusa di aver tradito la Madre Patria e di essere una spia americana.
I due adesso sono separati, e non sono neanche sicuri che l'altro sia ancora vivo, Tatia crede al certificato di morte che le è stato fornito, perciò si dedica completamente al figlio Anthony e a dare una mano a Ellis Island con le sue capacità da infermiera, mentre Shura cerca di resistere, di non arrendersi nella speranza che un giorno possa rivederla, sempre che sia riuscita a scappare.
I due cercano di sopravvivere come meglio possono alla situazione in cui si ritrovano, cercando di non abbandonare mai la fede, ma non è facile, ci sono momenti in cui lei vorrebbe essere in grado di lasciarsi andare e di accettare la corte del dottor Edward, e lui invece vorrebbe saperla al sicuro, essere sicuro che ciò che ha fatto non sia stato vano, mentre si impegna a sopravvivere ancorandosi al suo ricordo.
La guerra li ha separati, e loro non sanno nemmeno se riusciranno a rivedersi, se la morte non sia già arrivata e sperare non abbia più senso.
Lontani, Tatiana e Alexander faranno di tutto pur di andare avanti con le loro vite, anche in mezzo alle continue difficoltà e alle continue tentazioni di cedimento,attaccandosi l'una all'altra, non lasciando andare il loro amore, l'unica cosa che ormai li tiene in vita.

Nella prima parte del romanzo, non vediamo soltanto i primi momenti in cui i due tentano di adattarsi alle loro nuove condizioni, ma abbiamo anche la possibilità di scoprire alcune cose interessanti sul conto del nostro caro Shura attraverso tutta una serie di flashback che vanno dal 1936, anno in cui i suoi genitori hanno deciso di trasferirsi in Russia, rivoluzionando così tutta la loro vita, agli ultimi giorni trascorsi insieme a Tatiana a Lazarevo, gli ultimi istanti della sua licenza matrimoniale prima di dover tornare al fronte.
Tutte queste nuove informazioni che acquisiamo su di lui ci sono fondamentali per comprendere meglio il motivo per il quale si trova a dover combattere per non venire ucciso e per sopravvivere alle accuse di tradimento che gli vengono mosse. In un qual certo senso, si potrebbe dire che i suoi genitori, in particolare il padre, fossero dei sovversivi, invasati delle idee comuniste e forse troppo desiderosi di dare una mano alla società russa, rinnegando molto velocemente il loro essere americani.
Questo fatto ha portato per Alexander molti guai, ha dovuto praticamente disconoscere le sue origini e cambiare persino cognome per poter sopravvivere in un paese nel quale gli stranieri non erano ben visti se non riuscivano a mischiarsi perfettamente fra i "connazionali". E' riuscito, però, a scappare da una morte certa a diciassette anni, e ad entrare nell'Armata Rossa, insieme all'amico Dimitri a cui ha raccontato tutto di se stesso. L'incontro con Tatiana, che qui rivediamo dal suo PoV, ha cambiato le carte in tavola: il suo piano di fuggire con l'amico per tornare nella terra natia sfuma sempre più col passare del tempo, perché lui si innamora di quella ragazza con il vestito bianco con rose rosse disegnate sulla stoffa, ed è allora che, inconsapevolmente, prepara il terreno per quello che succederà, per le accuse e per l'allontanamento dalla sua amata.

Se avete letto le mie ultime recensioni (penso a quelle di agosto in particolare, ma qualcuna anche prima e dopo), saprete che oramai io vivo per il tormento che trovo nei libri. Se non c'è tormento in una storia d'amore, perché le condizioni apparentemente non la consentono o perché, sempre apparentemente, il cuore di uno dei due è già occupato, manca quel quid che mi permette di amare la storia. E qui, ragazzi, di tormento ce n'è eccome!
Pensiamo a Tatiana: con un figlio a carico e in un paese straniero, la nostra protagonista è convinta che il marito non ci sia più e non riesce più a vivere, non se lo permette, perché l'amore che ha provato - e che prova ancora - è stato talmente forte da mettere quasi soggezione. Non fa altro che concentrarsi sul lavoro e su Anthony, che non abbandona mai, anche mentre visita i rifugiati di Ellis Island; non esce, non si diverte, non conosce altre persone all'infuori di coloro che lavorano con lei e non riesce a dimenticare il suo Shura, non può pensare di formare una famiglia con qualcun altro, sebbene ci siano momenti in cui desidererebbe soltanto un po' di contatto fisico come quello che le dava suo marito a Lazarevo.
Alexander, invece, riesce ad andare avanti solo grazie al ricordo della sua Tatia, ma non riesce a trovare esattamente la pace, non quando non è nemmeno sicuro che lei sia salva e che non sia morta, uccisa da soldati che la vedevano come una minaccia perché sua moglie. Per carità, essere messo in prima al fronte lo aiuta a concentrarsi su altro, tipo sull'improbabile sopravvivenza dei suoi uomini, che non ritornano praticamente mai dopo che li ha mandati a lavorare per ricostruire ponti abbattuti dai tedeschi o a fare ricognizione in zone che devono attraversare. Non riesce a lasciarla andare, è l'unico appiglio che ha per poter sperare di non morire, ma l'incertezza lo divora, così come la sua mancanza al suo fianco e il contatto fisico che ha sperimentato nel mese di licenza.
Ah, quando si dice che l'amore dilania il cuore... però, lasciatemelo dire, anche in mezzo a tutta questa sofferenza, anche a chilometri di distanza, sono tremendamente belli.

Un'altra cosa che ho apprezzato particolarmente, oltre al dolore e alla sofferenza dei personaggi, è stata l'ambientazione.
Questa volta, niente più Leningrado o Lazarevo, solo la desolazione della guerra, in cui nessuno è al sicuro: grazie al nuovo ruolo di Alexander, abbiamo la possibilità di vedere com'è il fronte, come sono i luoghi fondamentali per l'esercito, perciò assistiamo a ponti distrutti da ricostruire, campi minati, fiumi che si macchiano del sangue dei soldati che cercano di arrivare dall'altra parte, sull'altra sponda, nella speranza di poter raggirare i nemici e abbatterli, per non parlare poi proprio in generale dell'atmosfera che si respira quando gli uomini sono in piena azione o quando finiscono nei campi di prigionia. Le condizioni di questi soldati, quelli delle prime file, sono veramente sconcertanti, a nessuno importa di loro perché c'è un'altissima possibilità che non tornino mai più indietro dalle loro missioni, quindi perché dar loro gli strumenti necessari a riuscire a compiere adeguatamente quello che devono? Mah, io questa cosa non la capisco... sono pur sempre vite umane che potrebbero essere risparmiate dando loro il giusto equipaggiamento, almeno così non continueresti a perdere soldati perché i nemici sono meglio riforniti e con armi più potenti.
Dall'altra parte, possiamo osservare un pochino di America, soprattutto Ellis Island, che un tempo era un importantissimo sbocco per quanto riguarda l'immigrazione: a quel tempo, molti erano soldati che ritornavano dal fronte malati o feriti, e anche in questo caso osserviamo bene gli effetti che la guerra ha prodotto sugli uomini, e anche sulle donne che li aspettano a casa, non tutte totalmente devoti ai loro mariti (ma, d'altronde, in molti casi l'adulterio avviene da ambo le parti), Insomma, un'America piegata dalla guerra, ma al contempo piena di vita.

Concludendo, devo dire che è stata proprio una bella lettura, anche se leggermente sottotono rispetto a "Il Cavaliere d'Inverno": io temevo che questo secondo volume potesse rovinare tutto il bello che avevo trovato nel suo predecessore, invece la lettura è filata liscia come l'olio, mi ha coinvolto parecchio, soprattutto negli attimi finali e mi è piaciuto molto vedere come se la sono cavata i due piccioncini separati, anche se mancava un po' di quella passione, quel tormento, che avevamo trovato nel primo volume (però, d'altronde, la situazione lì era molto diversa, perciò...).
Ora non vedo l'ora di scoprire come andrà a finire la loro storia, soprattutto come sarà Shura dopo tutto quello che ha passato perché certe cose saranno difficili da dimenticare.
Ah, p.s. con SPOILERINO ma perché le autrici sono tanto attirate dal far resuscitare un personaggio che credevi morto e poi uccidertelo veramente quando credevi che sarebbe andato tutto bene con lui vivo? FINE SPOILERINO.
Voto:

mercoledì 19 settembre 2018

WWW... Wednesday! #71

Buongiorno! Qui è la vostra Katy che vi parla, una personcina che ieri sera ha fatto le ore piccole (non proprio, però diciamo che non sono andata a dormire presto) perché la pigrizia ha invaso i miei sensi come non mai e mi sono ritrovata a dover fare un sacco di cose alle 21, perciò mi sento mezza distrutta e vorrei soltanto andare a dormire.
Anyway, eccomi con un nuovo appuntamento di questa rubrica del mercoledì inventata dal blog Should Be Reading, in cui vi mostrerò le mie letture in corso, terminate e in programma.

What are you currently reading?
Ho iniziato questa novella ieri, ma siccome poi era tardi e mi sono detta che dovevo andare assolutamente a fare i compiti non sono riuscita ad andare avanti più di tanto, sono proprio soltanto all'inizio. Spero stasera di trovare un'oretta e di riuscire a finirla così da passare a qualche libro che sento già che mi sta chiamando in lontananza.

What did you recently finish reading?
Nella scorsa settimana sono riuscita a finire due libri:
- Ink: dopo un inizio non proprio convincente al cento per cento, man mano che sono andata avanti con la storia si è rivelata una lettura decisamente interessante e alcuni colpi di scena hanno risollevato le sorti della vicenda che, sì, ha le sue peculiarità che attirano ma che all'inizio era un po' sottotono per me; in ogni caso, ora sono curiosissima di scoprire come continuerà la vicenda, perché quel finale... wow, davvero d'effetto!
- Di nuovo con te: ho terminato la "Thunder Road Series" e devo dire che questo volume finale è stata una degna conclusione della serie. La storia di Chevy e Violet mi aveva sempre intrigato quando l'abbiamo osservata di sfuggita negli altri volumi, e ora che ho potuto vedere per bene certe dinamiche non posso che essere convinta che il Reign of Terror, per quanto terrificante possa sembrare, sforna dei ragazzi veramente con i fiocchi, che conoscono la lealtà, il rispetto e l'amore... ah, ce ne fossero qui da me dei ragazzi così!

What do you think you'll read next?
Non ne sono ancora sicura, devo vedere come mi girerà, ma penso che potrei optare per uno di questi due titoli: il romanzo della Ferrante mi ispira parecchio, ma forse potrei aspettare qualche tempo prima di prenderlo in mano perché, avendocelo in cartaceo, pensavo di tenermi le copie fisiche dei libri per i periodi in cui sono particolarmente stanca e leggere sull'iPad potrebbe rivelarsi un'impresa titanica; "Something in the way" è un libro che mi ispira da parecchio tempo, e penso che potrei proprio buttarmi in questa lettura che credo si potrebbe rivelare molto intensa.

Bene, per oggi è tutto. Se vi va, fatemi sapere qualcosa a proposito delle vostre letture.
Pace, amore e tanti libri a tutti!

martedì 18 settembre 2018

Mini-Recensione Genuine Fraud

Titolo: Genuine Fraud
Autore: E. Lockhart
Genere: YA Mystery
Casa editrice: Hot Key Books
Prezzo: €12.53 (copertina rigida)
Pagine: 272






Trama
Imogen è un'erede in fuga, un'orfana, una cuoca e un'imbrogliona.
Jule è una combattente, un camaleonte sociale, e un'atleta.
Un'amicizia intensa. Una scomparsa. Un omicidio, o forse due.
Una brutta storia d'amore, o forse tre.
Oggetti contundenti, travestimenti, sangue, e cioccolato. Il sogno americano, supereroi, spie, e cattivi.
Una ragazza che si rifiuta di dare alle persone quello che vogliono da lei.
Una ragazza che si rifiuta di essere la persona che era un tempo.
Recensione
Buongiorno! Qui è la vostra Katy che vi parla, direttamente dalla seconda settimana di scuola... okay, forse dovrei smetterla di dire queste cose, penso che ormai abbiate capito che la scuola è iniziata - ma va! - e che io non sto più leggendo tanto quanto quest'estate, ma che ci vogliamo fare, prima il dovere e poi il piacere no?
Anyway, oggi sono tornata con un post molto breve perché in realtà non so bene cosa dirvi a proposito di questo libro... ma andiamo con ordine.

La particolarità di "Genuine Fraud" è il modo in cui la storia ci viene raccontata, andando indietro nel tempo, partendo da una delle ultime battute del libro e arrivando al modo in cui tutto è iniziato.
La vicenda ruota attorno a Jule, una ragazza molto misteriosa, che ha perso i genitori quando era relativamente piccola e che per questo è diventata molto indipendente, ha imparato a difendersi da sola e a non dare troppe informazioni di sé in giro. Il suo cammino incrocia presto quello di Imogen, una ragazza che è stata adottata da una famiglia molto ricca e che, però, sembra essere un po' stanca della vita che vive.
In tutto ciò, apparentemente, non c'è nulla di strano, finché non si scopre che Imogen si è suicidata e che ci sono molte cose che non quadrano in tutta questa situazione, a partire dall'atteggiamento di Jule, che talvolta si fa chiamare come la sua amica e la imita senza un motivo apparente.
Da qui in poi si va indietro con la storia e diventa abbastanza intuibile dove l'autrice vuole andare a parare.
Tutto il mistero che viene costruito intorno alle figure delle due ragazze è un po' prevedibile, e la storia in sé non ti fa stare con il fiato sospeso mentre aspetti ansiosamente di scoprire cosa è effettivamente successo.

Ecco, a proposito di questo, devo dire che io avrei voluto trovare qualcosa di più, soprattutto visto il modo in cui l'autrice aveva presentato la storia di "We Were Liars": io ricordo che quando lessi questo libro l'anno scorso, rimasi scioccata dal finale, non me lo aspettavo proprio! E dire che con la mia fervida immaginazione ne avevo avanzate di ipotesi... eppure, non ero riuscita neanche lontanamente a capire dove sarebbe andata a parare la storia, non mi aspettavo una rivelazione così dolorosa, anche se col senno di poi qualche indizio c'era, ma io non ne avevo colto nessuno perché li avevo scambiati per momenti di confusione di alcuni personaggi.
Quello è stato un bel mistero, imprevedibile e doloroso.
Questo no.
Forse mi aspettavo troppo, speravo di ritrovare un po' di ciò che avevo visto in "We Were Liars", invece niente... tutto questo mistero non c'è, più o meno a metà storia inizi a capire, a mettere insieme tutti i tasselli e arrivi a fine lettura con un senso di amarezza, perché è andata proprio come avevi previsto e tu volevi essere sorpresa, magari volevi anche soffrire un pochino, ma di certo volevi finire il libro con la tipica faccia da Sebastian:
Poi, per carità, non è una storia malvagia, in un certo senso è interessante seguire la protagonista e scoprire di più su di lei, visto che sin dall'inizio capiamo che c'è qualcosa che non va, così come è interessante arrivare fino alla fine per capire il perché di molte cose, ma non mi sono sentita spingere dalla curiosità nei confronti del mistero, cosa che per me in un libro come questo, avente determinate premesse, era molto importante.

Diciamo che mi sarei aspettata molto di più, le premesse c'erano ma qualcosa non ha funzionato a pieno, almeno non con me.
Come storia, ripeto, non è male, il fatto che sia una narrazione all'incontrario la rende molto affascinante, però è mancato un quid molto importante, quello che avrebbe potuto farmi apprezzare molto di più "Genuine Fraud", che invece mi ha lasciato esattamente come prima che iniziassi la mia lettura, il che non è mai un bene perché vuol dire che il libro non mi ha lasciato emozioni... oltre che un grande dubbio su che voto dargli, perché non posso dire che sia stato brutto, ma nemmeno bello, quindi penso andrò con un Voldemort e mezzo, a metà, come se fosse due stelline e mezzo su cinque su GoodReads.
Voto:

lunedì 17 settembre 2018

Back To School Book Tag!

Buongiorno! Qui è la vostra Katy che vi parla, che oggi ha avuto una giornata a scuola molto leggera e anche interessante perché stamane la qui presente ha partecipato a una conferenza sui diritti dei lavoratori, obbligatoria per tutti gli studenti di quinta, e devo ammettere che non mi sono annoiata, si è rivelata decisamente migliore di quanto mi sarei aspettata.
Anyway, siccome i miei pensieri sono incentrati sulla scuola, oggi vi presento questo Book Tag molto carino che ho trovato ieri sera girovagando sul web per trovare idee per il post di oggi.

ITALIANO: il tuo autore o stile narrativo preferito
Io adoro la Armentrout: mi piace come riesce a rendere le sue storie molto leggere e frizzanti, senza però mettere da parte la serietà che serve per affrontare determinati argomenti, e poi, insomma, i suoi personaggi maschili sono veramente straordinari!

MATEMATICA: un libro che ti ha reso frustrata
Avessi avuto entrambi i protagonisti fra le mie mani, giuro che li avrei strangolati... ma sì può essere così? Ma il carattere dove lo abbiamo lasciato? Per non parlare poi di alcune cose che dice lei, veramente agghiaccianti (andatevi a leggere la mia recensione se volete sapere qualche perla di saggezza della protagonista).

SCIENZE: un libro che ti ha fatto pensare o mettere qualcosa in discussione
Allora, so che potrebbe sembrare un po' strano, ma in realtà questo libro mi ha fatto pensare molto: la protagonista, Saint, è molto simile a me caratterialmente, è timida, insicura, fa fatica a parlare con le persone, e questo mi ha portato a riflettere su certi atteggiamenti che ho anch'io esattamente come lei, soprattutto quando il caro Nash l'ha rimproverata di una certa cosa che io faccio molto spesso.

SCIENZE SOCIALI/STORIA: un libro ambientato in un differente periodo storico
Scusatemi tanto, ma purtroppo il caro Manzoni è nei miei pensieri in questi giorni perché lo stiamo studiando a scuola, e il primo romanzo ambientato in un periodo storico diverso è stato proprio questo.

ARTE: il tuo libro illustrato preferito
Non è che ne abbia proprio uno preferito, intendiamoci, ma l'edizione illustrata de "Lo hobbit" mi è piaciuta un sacco, le illustrazioni sono veramente fatte bene e completano in un qual certo senso una storia molto bella.

DRAMA: un libro che vorresti diventasse un film
Questo è un libro che lessi ormai quasi sei anni fa, ma la storia mi aveva colpito talmente tanto che avrei sempre desiderato vederne una trasposizione cinematografica.

PAUSA PRANZO: un piatto letterario che ti piacerebbe provare
Mi piacerebbe assaggiare la cucina coreana, perché certi piatti non sembrano niente male almeno visti dall'esterno!

SUL BUS: un libro o un autore che trovi rilassante
Parliamone: esistono veramente autori rilassanti? Almeno, fra quelli che leggo io? Secondo me, no, non mi ricordo di aver mai letto un libro e di averlo trovato rilassante, c'era sempre gente che combatteva di qua e di là, che fuggiva, che si tradiva, insomma, di tutto e di più. Quindi, no, non c'è nessun libro che trovo rilassante nel senso che per tutta la lettura tu ti ritrovi ad essere tranquillo perché nemmeno in quelli più leggeri io riesco a mantenere un atteggiamento hippie alla "Peace and Love".

Bene, per oggi è tutto. Noi ci vediamo domani con una nuova recensione.
Pace, amore e tanti libri a tutti!

venerdì 14 settembre 2018

Wrap up estivo! #2

Buongiorno! Qui è la vostra Katy che vi parla, e come promesso oggi vi porto un post riassuntivo di tutte le mie letture estive, esattamente come quello che ho fatto l'anno scorso, in parte anche per deprimermi visto che non ci saranno più così tanti libri letti in tre mesi mi sa (perché quando mi capiteranno delle vacanze tanto lunghe? Mai più).
Ma bando alle ciance e iniziamo!

Giugno
A giugno ho letto 15 libri e sono state tutte letture abbastanza soddisfacenti.
Migliore lettura: "Illuminae".
Peggiore lettura: non ce n'è stata una brutta, ma fra tutte quella che mi è piaciuta di meno è stata "La metamorfosi" di Kafka.

Luglio
A luglio ho letto ben 30 libri, il che vuol dire che dal punto di vista delle interazioni sociali anche quest'anno è stato un mese piuttosto triste, però sono riuscita a leggere parecchi libri, quindi ho sgravato la mia TBR di qualche titolo mentre leggevo i libri di scuola.
Migliore lettura: questa volta non ne ho una sola ma ben 4, ovvero "The Dark Calling", "Per sempre mia", "Il ritorno" e "Sei tutto per me" (che ci volete fare, la Armentrout colpisce sempre).
Peggiore lettura: allora, questa è abbastanza facile, perché il libro peggiore che ho letto a luglio è stato "Bad Boy 3", una lettura veramente terrificante per certi aspetti, con una protagonista insopportabile e un Cole che non ne fa una giusta.

Agosto
Ad agosto ho letto purtroppo soltanto 20 libri e avrei potuto leggerne anche qualcuno in più, se solo non ci fosse stato il viaggio di ritorno dalla Basilicata, che ha portato con sé febbre e fitte allo stomaco che mi hanno impedito di leggere qualcosa per una settimana abbondante (non è carino tentare di leggere con la febbre, specie se corredata di mal di testa).
Migliore lettura: per non citare "Obsidian" e "Tutte le volte che ho scritto ti amo", che sono state riletture, vi dico "Haunting the deep".
Peggiore lettura: nessuna, mi sono piaciute tutte un sacco.

Settembre
Letture non pervenute perché sono stata risucchiata dai preparativi per il rientro a scuola: e metti in ordine la camera per far spazio ai nuovi libri di testo (ah, quello di italiano ha tipo 2000 pagine, ma grazie a Dio è diviso in volume A e volume B), e pulisci gli scaffali, e controlla i quaderni, e studia alcune cose che avevi deciso di lasciare per ultime perché chi se le sarebbe ricordate se le avessi studiate due mesi prima, e ricopia in bella tutti i compiti, e studia per la patente.
Insomma, non ho aperto libro manco per sbaglio, se non quelli di scuola.

Libri letti in totale: 
65... e dire che l'anno scorso ne avevo letti 16 in più... che tristezza.

Bene, per oggi è tutto. Se c'è un titolo che vi sconfinfera particolarmente fatemelo sapere, oppure potete andare a leggere la mia recensione, nel caso siate anche lontanamente interessate a conoscere il mio parere.
Pace, amore e tanti libri a tutti!