martedì 7 novembre 2017

Recensione A Million Worlds With You

Titolo: A Million Worlds With You
Autore: Claudia Gray
Genere: Young Adult, Fantasy, Sci-fi, Distopico
Casa editrice: Harper Teen
Prezzo: €9.22 (copertina flessibile)
Pagine: 432






Trama
Sin da quando ha usato il Firebird, l'invenzione dei suoi genitori, per passare attraverso dimensioni alternative, Marguerite si è ritrovata al centro di una faida trans-dimensionale. Ora ha imparato che la malvagia Triad Corporation ha intenzione di distruggere centinaia di universi, usando la loro ultima arma: una Marguerite di un'altra dimensione che è cattiva, psicologicamente contorta, e sempre un passo avanti,
Nonostante il suo ragazzo Paul sia sempre stato al fianco di Marguerite, l'ultimo attacco della Triad lo ha lasciato cambiato, e potrebbe non essere mai più lo stesso. Da sola, Marguerite deve fermare la Triad e prevenire la distruzione del multiverso. E' una battaglia fra Marguerite... e solo una può vincere.
Nell'epica conclusione alla serie completa che è stata lanciata con "Firebird-La caccia", il destino e la famiglia saranno messi in discussione, gli amori saranno vinti e persi, e il multiverso sarà per sempre cambiato.
Recensione
Buongiorno! Qui è la vostra Katy che vi parla, o meglio la versione di me più stanca che ci sia, che vorrebbe andare a dormire e non svegliarsi più fino a Natale, giusto in tempo per aprire i regali e sperare che siano libri! Sì, lo so, siamo solo all'inizio di novembre e io già penso al Natale, ma si sente già aria di inverno, tempo due settimane e si vedranno Babbi Natale fuori dai balconi della gente e le vetrine dei negozi saranno nevose e piene di palline e addobbi. E io intanto studio, e sto in casa, e sogno greco, e leggo poco... gioie dappertutto eh?
A parte questo, oggi sono tornata per parlarvi del volume conclusivo (sì, lo so che le ultime tre recensioni sono state di libri che hanno chiuso saghe, ma che ci posso fare?) di una trilogia che ha pian pianino rubato il mio cuoricino e l'ha fatto in tanti piccoli pezzettini, soprattutto con questo finale... ah, che strazio che è stato.
Però io sto divagando, non è buona educazione partire dal fondo, quindi bando alle ciance e iniziamo a parlare della soffer-... ehm, volevo dire, della trama...

La storia riprende esattamente laddove si era conclusa nel precedente volume: nel mondo della nostra Marguerite è arrivata una sua versione più cattiva e determinata a proseguire con il piano del Triadverso, ovvero quello di distruggere tutte quelle versioni del loro mondo in cui sono arrivati frammenti della loro versione della sorella della protagonista. Questo fa sì che lei sia impegnata in una caccia all'uomo molto difficile e in un'impresa quasi impossibile, poiché non può permettere che persone innocenti terminino la loro esistenza per i capricci di un'altra loro versione.
E' così che i viaggi ricominciano, nella speranza di salvare le altre versioni di sé che, se morissero, le impedirebbero di salvarne i rispettivi mondi e nella speranza che nel mentre i suoi genitori, Theo e il suo Paul scoprano un modo per fermare tutto questo.
Ma la situazione non è per nulla facile, la sua famiglia e il Wyatt Conley del Triadverso sono riusciti a creare un piano ben difficile da fermare e sembrano sempre un passo davanti a loro, anche quando pensa di aver messo le cose a posto c'è sempre qualcosa che le fa capire di trovarsi quasi di fronte a una guerra di interessi.
Come se non bastasse, ai suoi problemi si aggiunge anche il suo Paul che, dopo che la sua anima è stata spezzata in quattro parti finite in quattro suo versioni diverse, è alle prese con le complicazioni dell'accaduto e deve capirne le conseguenze, come può riuscire a tornare in un qual certo senso quello di prima.
Per Marguerite le difficoltà non sono ancora finite, e questa volta in ballo c'è qualcosa di veramente grande.

Come al solito, bisogna dire che ci troviamo di fronte a una protagonista con le scatole (lo so che non è questa l'espressione giusta, ma suvvia non siamo volgari!): dopo tutti i viaggi che ha fatto e le missioni di salvamento a cui ha partecipato, è diventata certamente una persona più matura, consapevole del peso delle azioni e mi piace pensare consapevole anche delle diverse versioni del proprio mondo che hanno uguali diritti, non ce n'è una più importante dell'altra.
Nel primo libro l'abbiamo vista andare alla ricerca della verità sulla morte del padre, mentre nel secondo la sua missione era quella di rimettere insieme il suo Paul, due imprese non facili e pericolose perché, pur essendo lei il viaggiatore perfetto, ci sarebbe sempre potuto essere qualche cosa che sarebbe potuto andare storto; eppure lei non si è mai fatta fermare dai rischi e, anzi, ha deciso che valeva la pena correrne qualcuno per salvare le persone che ama.
Ora la situazione è molto più complessa, in gioco non ci sono solo un paio di vite ma ce ne sono milioni di milioni e lei usa tutta la sua determinazione, e forse anche la sua testardaggine, per impedire una strage di dimensioni epocali. E in questo si rivela molto forte, perché non è facile riuscire a mantenere il controllo e la calma quando c'è una responsabilità così grossa dietro alle azioni che si compiono, né tantomeno è facile sopportare sulla propria coscienza la colpa per aver invaso la vita di qualcuno che non è propriamente lei, ma da un certo punto di vista lo è.
E' il tipo di eroina che personalmente apprezzo molto, quella che riesce a non farsi prendere dal panico troppo spesso e che è guidata da ottimi valori morali, che le impediscono di fare del male, a meno che non sia proprio necessario.

Paul, invece, è un personaggio molto complesso: abbiamo visto varie sue caratteristiche nel corso dei due volumi precedenti, la sua riservatezza, l'intelligenza, la solitudine, la paura di non essere abbastanza e di non essere amato, ma qui è tutta un'altra storia.
Essere stato rubato a se stesso, aver vissuto contemporaneamente in quattro versioni di sé lo ha profondamente segnato, e ora che la sua anima è tornata a trovarsi tutta nello stesso posto le cose non sono migliorate: del ragazzo responsabile, ma in un qual certo senso ancora spensierato, non è rimasto più nulla, c'è un giovane uomo alla presa con mille emozioni, di cui molto non sono nemmeno sue, ma degli altri Paul in cui ha vissuto, e nella sua testa c'è una grandissima confusione che si traduce in un tormento visibile che fa male, perché ti rendi conto che qualcosa è cambiato e che lui non ha la più pallida idea di come tornare alla vecchia normalità, o comunque a una ipotetica tranquillità mentale.
Nemmeno Marguerite riesce ad aiutarlo, perché è come se non si fidasse più di se stesso, ha paura di fare del male alle persone che gli sono care e questo lo porta a isolarsi e a concentrarsi esclusivamente sul lavoro, causando un grande dolore alla protagonista che non sa come fargli capire che tutto andrà bene e che le cose si rimetteranno a posto. La loro relazione subisce un grande scossone, ci saranno momenti molto intensi, pieni di tormento da parte di entrambi, e altri in cui ci potremmo considerare disperati perché non sembra vedersi manco una gioia che sia una all'orizzonte, però capiamo anche le sue intenzioni, capiamo che le cose che ha vissuto non sono state facili e che deve imparare a conviverci.

Ci sarebbero poi tanti altri personaggi di cui potrei parlare ma non lo farò, perché ve li lascio scoprire a voi, però una cosa ve la posso dire...
E' sempre molto bello vedere la diversità dei mondi nel Multiverso, osservare le diverse società e i diversi momenti che stanno passando, perché non tutti si trovano nella stessa era, ma credo che venire a conoscenza delle storie delle versioni varie dei protagonisti sia super interessante e in un qual certo senso (sì, lo so che sto ripetendo questa espressione non so quante volte, però mi piace troppo e oggi va così) anche emozionante, perché abbiamo la possibilità di scoprire come le scelte possono alterare la vita delle persone, di ciò che ci circonda e talvolta di un mondo intero! Pensate solo se in un'altra versione del nostro mondo in America fosse stata eletta la Clinton quante cose sarebbero potute cambiare, oppure se noi avessimo adottato una politica più green nei confronti dell'ambiente, oppure ancora se ognuno di noi avesse preso un'altra strada rispetto a quella che stiamo percorrendo!
Vedere tutte queste diverse storie nella storia, venire a conoscenza di come hanno reagito vecchio conoscenze a un'invasione come quella della nostra protagonista è veramente bello e credo che in parte, se proprio lo si vuole fare, il messaggio di questa trilogia sia proprio questo: non importa in che stato emotivo tu ti possa sentire, prima o poi ti renderai conto che le cose sarebbero potute andare in maniera molto diversa e allora, forse, potrai imparare ad apprezzare di più la vita che hai scelto di vivere. Perché sì, qui è tutta una questione di scelte, non c'entra il destino o il fato, ma siamo noi che determiniamo il corso della nostra esistenza, anche se comunque non tutto questo dipende solo da noi ma anche dalle scelte che gli altri fanno. Insomma, un incontro inaspettato non è colpa del destino, ma è colpa delle nostre scelte, che ci hanno portati proprio lì, in quell'esatto momento.

Detto questo, non credo di dover aggiungere altro: personalmente la mia avventura con questa trilogia è stata un crescendo continuo, ho amato conoscere il Multiverso e le varie versioni dei personaggi, così come ho amato in questo volume il ritmo incalzante, nonché il continuo saltare da un mondo a un altro (ne abbiamo visti più in questo volume che nei due precedenti), perché a me ha dato proprio l'idea dell'ansia e dell'angoscia della protagonista, nonché della fretta con cui ha dovuto agire per fermare ciò che sembrava inevitabile.
Certamente una trilogia che mi resterà nel cuore, con mille sfaccettature e l'intensità dei personaggi che è qualcosa di indescrivibile in questo terzo libro.
Voto:

2 commenti:

  1. Ciao katyy ..Invece sai che il primo io l'ho abbandonato? Mi fece venire il blocco del lettore!!feliche che invece a te sia piaciuto ^^

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    1. Ah, caspiterina! Ma d'altronde, come che si dice? De gustibus (e meno male, altrimenti non ci sarebbe alcun confronto) :)

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