martedì 31 gennaio 2017

Recensione Usheen

Titolo: Usheen
Autore: Naike Ror
Genere: Romantic Dark Suspanse
Casa editrice: Self-publishing
Prezzo: €15.60 (copertina flessibile)
Pagine: 555






Trama
"Ognuno di noi può essere tutto o niente, può essere vita o morte, odio o amore, può essere finzione o realtà. Tu, Ryana, cosa credi di essere stata per Usheen Doherty?"
Il controllo sulle proprie emozioni è una necessità, per Ryana Murphy. La sua esistenza è scandita da regole ben precise, almeno finché Samuel McQueen, reporter con una passione per gli alcolici, irrompe nella sua vita portando con sé dubbi e agghiaccianti sospetti sul passato della famiglia Murphy.
Vivere a Derry, in Irlanda del Nord, non è facile; tra quelle strade, spesso è il credo religioso a fare la differenza. Usheen Doherty indossa una divisa, mentre percorre i quartieri intrisi del sangue di una guerra solo apparentemente sedata e rincorre la giustizia con metodi non sempre convenzionali.
Qualcuno pensa che combatta dalla parte sbagliata, altri credono che la sua missione sia legittima, Solo Usheen sa quale sia la verità.
Sotto la sottile pioggia irlandese, Ryana e Usheen incroceranno i loro destini, lotteranno una contro l'altro per reclamare la vendetta che da anni bramano, fino a illudersi di averla vinta. Le varianti al loro piano saranno numerose, i tranelli insidiosi e la verità brutalmente distorta.
Recensione
Buongiorno! Qui è la vostra Katy che vi parla e oggi è l'ultimo giorno di gennaio, che è volato velocemente che manco Flash! Ma, io mi chiedo, i mesi ce l'hanno anche loro con questo mood veloce che finiscono prima ancora che tu abbia detto il nome di essi? Forse sarò io, ma il tempo sta passando veramente in fretta.
Comunque, sono tornata per parlarvi del secondo volume della serie R.U.D.E che ho letto a cavallo fra il 2016 e il 2017 e che mi è piaciuto molto, soprattutto perché, tra tutto il resto, tratta di una delle mie più grandi passioni, la danza, e come non leggere un libro che ha sulla copertina un bel paio di punte?

Ryana era una promessa della danza classica finché i dolori alle anche non le hanno impedito di continuare la sua carriera e diventare la prima ballerina, come aveva sempre sperato: ora, a distanza di anni, ha un lavoro a San Francisco che la mantiene, quando può va a ballare a casa della nonna, non ha vita sociale, adora comprare scarpe costose e gli unici incontri con altre persone che non siano i suoi colleghi sono quelli con il Maestro.
Mentre vive una vita tranquilla, qualcuno le fa una proposta che la porterà a casa sua in Irlanda: dovrà aiutare un famoso giornalista, Samuel McQueen, a trovare informazioni sul caso di suo padre, Conor Murphy, e per questo sarà costretta a prendersi un anno sabbatico e trasferirsi nella sua vecchia città, a Londonderry. Nonostante tutto, però, dopo non molto tempo inizia ad apprezzare la sua nuova vita che l'ha portata ad insegnare danza nella sua vecchia scuola e che l'ha portata a conoscere nuove persone: fra queste c'è Usheen Doherty, trentottenne poliziotto che cercherà di scoprire qualcosa su di lei mentre, contemporaneamente, cercherà di mantenere l'ordine nella sua città ed evitare scontri fra i cattolici e i protestanti, ormai in contrasto da moltissimi anni.
Quello che Ryana non aveva previsto era scoprire qualcosa che avrebbe potuto sconvolgere la sua esistenza e scoprire di tenere molto a delle persone a cui non si sarebbe dovuta affezionare, ma in questa città vedrà molti segreti, segreti di cui lei non è a conoscenza e di cui non sono a conoscenza neanche gli abitanti e allora bisognerà imparare a distinguere che cosa è vero da quello che non lo è.

Ryana Murphy è una venticinquenne intraprendente, non permette a nessuno di calpestarla ed è sempre determinata a succedere in tutto quello che fa: è per questo che ha impiegato tempo a riprendersi dopo la fine della sua carriera da ballerina, aveva sempre cercato la perfezione dei movimenti senza prestare attenzione ai segnali che il suo corpo le mandava e adesso eccola qui, costretta a ballare ogni tanto a casa della nonna dopo il lavoro. E' anche una persona un po' altezzosa, non tanto nel senso che si reputa migliore degli altri, quanto più per il fatto che talvolta si reputa in grado di fare cose che dovrebbe lasciar stare, come quando non riesce a chinare la testa di fronte a un fatto tipico della città e reagisce, senza pensare più di tanto alle conseguenze che il suo gesto potrebbe portare.
Quello che si vede dall'esterno è una donna aggraziata, che non lascia nulla al caso e che tiene sempre la testa alta proprio come una ballerina: tutti gli anni di danza classica e la sua tostaggine (se mi passate il termine) l'hanno forgiata per come è adesso, le hanno permesso di diventare una donna forte e determinata a proteggere chi ama, oltre che una donna rigida nel senso che quando vuole sa essere impassibile e severa.

Usheen Doherty è un uomo con molte responsabilità sulle spalle: quando era molto giovane è stato uno dei primi cattolici a entrare nel corpo di polizia della città e per questo non è stato ben visto dal quartiere, oltre che dalla madre che ha iniziato a distanziarsi sempre più da lui; da quando è entrato in polizia ha dovuto affrontare molte situazioni, in primo luogo la faida fra cattolici e protestanti che continua ancora adesso e che fino a non molto tempo prima aveva creato un clima di terrore in città, con bombe e altri tipi di attentati. Ma non ha dovuto soltanto occuparsi della città come poliziotto, anche come uomo di Alexander Fahan, leader della R.I.R.A e suo ex superiore.
E' una persona molto dedita al suo lavoro e calata nel suo ruolo di supervisore tutto il giorno, tutti i giorni, ma è anche un fratello e un cristiano: oltre ad andare a confessarsi ogni 3x2 (non ho mai visto qualcuno andare a confessarsi così tanto spesso quanto lui), si occupa della sua famiglia, di suo fratello Kain, rimasto vittima del conflitto fra le varie fazioni di Derry quando era piccolo; lo vediamo sempre con cancello chiuso che gli permette di essere freddo e calcolatore, ma pian pianino questo cancello inizia ad aprirsi quando incontra Ryana, non riuscirà a rimanere troppo distaccato da lei sebbene sarà in grado di rimanere concentrato sui suoi obiettivi anche in sua presenza. Insomma, sempre dedito alla causa ma anche in grado di concedersi qualche piacere della vita ogni tanto, però dovrà fare attenzione perché si sa che da una semplice avventura può uscire fuori qualcosa che mette le radici nel cuore e sarà suo compito fare in modo che questo non diventi un suo punto debole, visto e considerato dove vive e per chi lavora.

Questo libro non è semplicemente una storia che è in grado di farti coinvolgere e travolgere dagli avvenimenti, non è qualcosa di tanto leggero, così come non lo era neanche poi tanto "Royle" in cui l'ansia di ricordare e mettere i tasselli al loro posto si sentiva molto bene, ma ci permette di avere una sorta di scorcio in una città in cui non era facile vivere spensierati: la storia è ambientata in una delle città più antiche d'Irlanda, Derry o Londonderry, ed è qui che si è creata una lotta molto importante fra la comunità cattolica e quella protestante, lotta che ha provocato molte vittime, soprattutto civili. Ma oltre a queste lotte, quello che ha caratterizzato la città è stato l'uso che si è fatto della giustizia: se, da una parte, la polizia aveva sempre avuto il compito di vigilare sulla popolazione, non fare del male alla gente a caso, dall'altra, molto spesso è capitato che gli stessi vigilanti abbiano ferito e ucciso persone innocenti e che siano stati promossi dopo questi atti al posto che finire in galera. Insomma, per gli abitanti della città non è stato facile vivere tranquilli, non si poteva uscire per strada senza aver paura di incappare in bombe o di non ritornare più a casa.
Tutta questa vicenda ci viene raccontata da Naike Ror, che ci mette di fronte a ingiustizie e a tanto altro, ma, soprattutto, con questa storia ci dà alcune prospettive diverse sulla visione della situazione: da una parte, infatti, abbiamo gli abitanti stessi che ormai si sono abituati a tutto questo e che quasi non ci fanno più caso, se vengono attaccati per la loro religione sanno di non dover reagire per evitare di far arrabbiare qualcuno ai piani alti, sebbene siano comunque sempre preoccupati per quello che potrebbe accadere; dall'altra, abbiamo due prospettive diverse da due persone esterne alla città, una da Ryana, che vede il tutto come una grande ingiustizia e che pensa che sarebbe meglio reagire anziché abbassare la testa di fronte a tutti questi soprusi, e l'altra dal pivellino, un giovane poliziotto che fa parte della squadra di Usheen, il quale ci manifesta la sua paura di far trasferire sua moglie in una città del genere.

Un'altra cosa che caratterizza questo libro, oltre al presentarci una situazione reale seppure romanzata, è l'attenzione posta sulla verità, sui segreti: dal momento in cui arriviamo a Derry insieme a Ryana possiamo notare come ci sia tutto un giro per nascondere agli occhi degli altri la verità, non siamo neanche tanto sicuri che quello che vediamo sia vero, che le persone siano veramente quello che dicono, questo perché quasi nessuno di loro mostra la sua vera identità, i suoi veri sentimenti, c'è sempre qualcosa che impedisce loro di essere se stessi e neanche tu in quanto lettore riesci a distinguere cosa sia vero da cosa non lo sia. La stessa protagonista è alla ricerca della verità sul padre, vuole scoprire cosa è successo veramente, ma possiamo notare come i segreti siano percepibili ma inarrivabili e anche quando arrivi a una verità non la comprendi, a mio parere, nella sua interezza, c'è sempre qualcosa di oscuro perché è la stessa città ad essere oscura: ci sono segreti dappertutto, a partire da quelli come la moglie di qualcuno che se la fa con i colleghi del marito per arrivare a segreti più profondi come quelli collegati alla R.I.R.A e a tutte le altre associazioni.
Quello che ho sentito durante la lettura è stato quel senso di essere sempre più vicini alla verità ma di non poterci mai arrivare perché per comprenderla a pieno ci sarebbe dovuto essere un quadro molto più ampio che io non ho avuto: il fatto anche di non conoscere cosa fosse successo a Derry, il fatto di essere nata in un periodo in cui l'attenzione è stata girata verso il terrorismo a livello molto più ampio di singole città, ha fatto sì che coloro che fanno parte della mia generazione non siano a conoscenza di questi avvenimenti e forse anche per questo alcune cose erano incomprensibili per me, perché non avevo mai sentito parlare di Derry e delle lotte in Irlanda se non qualcosina molto in generale; tuttavia, sono anche convinta che questa sensazione della non tangibilità della verità, della non comprensione, non sia dovuta soltanto alla mia ignoranza in materia, ma proprio in generale a come è stato creato questo libro, al fatto che avendo punti di vista interni noi non abbiamo un narratore onnisciente che ci sa spiegare tutto ma solo delle persone che vivono il tutto in prima persona e che ti lasciano con quel senso del "so-non so" che ti intriga perché quando sei convinto di aver capito ti rendi conto, almeno nel mio caso, di non aver compreso tutto quanto, c'è sempre qualcosa di sfuggente che ti invoglia ad andare avanti a leggere per scoprirne sempre di più.

Concludendo, come al solito la lettura è andata liscia come l'olio, mi è piaciuta molto la storia, come è stata presentata e come si è evoluta, anche se ogni tanto c'erano alcune scene da "Ehi, vi ricordo che qui ci sarebbe una minorenne eh! Giusto per farvelo sapere"; anche questa volta il mistero la fa da padrona e spinge a scoprirne sempre di più, arrivare fino alla fine per comprendere il tutto, anche se devo ammettere che questa volta non c'è stata tanta ansia quanta in "Royle", sì ero curiosa di scoprire la verità ma non tanto quanto con il precedente volume della serie (non so se mi sono spiegata). Tuttavia, mi è piaciuto molto e mi è piaciuto vedere il mondo della danza, nonché anche il mio mondo, in questo libro che vi consiglio di leggere perché è veramente bello, profondo e non proprio una lettura spensierata.
Alla prossima!
Voto:

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