giovedì 10 novembre 2016

Recensione Resta con me fino all'ultima canzone

Titolo: Resta con me fino all'ultima canzone
Autore: Leila Sales
Genere: Young Adult
Casa editrice: Deagostini
Prezzo: €14.90 (copertina rigida)
Pagine: 320






Trama
Fasi degli amici non è mai stato facile per Elise. Per tutta la vita è stata ignorata, offesa, ferita, il bersaglio preferito di scherzi di ogni tipo. Dopo aver fallito l'ennesimo tentativo di diventare popolare, Elise è pronta ad arrendersi. E' sicura che per lei la musica non cambierà mai. Ma una sera, si imbatte per caso nello Start, un locale underground che suona la musica più bella che Elise abbia mai sentito. E proprio qui, nel posto più stravagante del mondo, in mezzo al più stravagante gruppo di persone che si possa immaginare, finalmente Elise trova quello che ha sempre cercato: la musica giusta, gli amici giusti e forse anche il ragazzo giusto.
Recensione
Buongiorno! Qui è la vostra Katy che vi parla e la speranza di trovare un Daemon Black davanti alla porta non svanirà mai, sebbene le mie preghierine non siano ancora state esaudite...
Oggi sono tornata, tra una materia e l'altra, per parlarvi di questo libro bellissimo, che mi è piaciuto veramente tanto perché qui si parla di due cose che caratterizzano la mia vita, una è presente più o meno dall'ultimo anno della materna, mentre l'altra è qualcosa che c'è sempre stata, ma che ho riscoperto a partire dal 2009 con "Glee": sto parlando dell'essere esclusi dagli altri solo per il fatto di essere diversi, di non essere conformi alla massa, e della musica.

Elise ha sempre vissuto una vita senza amici perché tutti gli altri l'hanno sempre guardata come uno scherzo della natura da prendere in giro una volta sì e l'altra pure: all'inizio del suo secondo anno decide di cercare di diventare popolare e di farsi degli amici, di modo da non essere più presa di mira da nessuno, ma la realtà le crolla addosso e inizia a pensare che se scomparisse dal mondo farebbe un grande favore a tutti.
Sette mesi dopo si trova dalla madre, una donna che si è separata dal padre quando lei aveva quattro anni e che adesso ha un nuovo marito e altri due figli, e ogni sera, quando tutti sono già a dormire, sgattaiola per andare a camminare per la strada, quando scopre un locale di musica underground e la sua vita cambierà pian pianino, incontrerà alcune persone nuove e capirà alcune cose che prima non aveva afferrato.

Dunque, devo dire che la prima volta che avevo visto questo libro in libreria, non l'avevo neanche guardato più di tanto perché il titolo mi sapeva tanto di una di quelle storie d'amore in cui i protagonisti si prendono e si lasciano come se non ci fosse un domani, oppure in cui fanno solo certe cose: quando poi, per caso, ho visto che qualcuno su Instagram (non mi ricordo chi, scusatemi) diceva che era consigliatissimo per chi aveva visto e amato "Glee" ho cambiato idea e mi sono detta che non potevo non leggerlo! Così, mi sono immersa in questa realtà con cui ho parecchio in comune, perché adoro la musica, non potrei viverci senza perché ogni volta che la sento mi verrebbe voglia di fermare tutto e tutti e mettermi a ballare, e anche perché la mia storia è un po' simile a quella della protagonista, anch'io sono stata molto spesso esclusa da quelle che consideravo mie amiche, che mi sparlavano dietro e che mi prendevano in giro indicandomi oppure guardandomi negli occhi mentre lo facevano e mentre si coprivano la bocca per non far capire cosa si stavano dicendo. E questo è accaduto, e continua ad accadere sebbene non proprio ai livelli di prima, dall'ultimo anno della scuola materna, per tutte le elementari e le medie e anche un po' adesso al liceo: i miei compagni di classe (non proprio tutti, ma molti) mi hanno sempre un po' presa in giro perché io e i palloni non andiamo proprio d'accordo (che poi vorrei proprio vederli a fare danza classica: farebbero rivoltare Nureyev nella tomba), perché non mi vesto come gli altri, ovvero con i capi firmati che costano un occhi della testa e che alcuni di loro sembrano comprarne a vagonate, perché me ne sto sempre da sola, sulle mie (a mia discolpa posso dire che non so tenere una conversazione e che mi vergogno tantissimo a iniziare una conversazione con qualcuno che non sia il mio compagno di banco), non parlo e quindi sembra che in molti si siano sempre presi la libertà di lasciarmi da parte, di scegliermi per ultima nel fare le squadre per ginnastica (che poi è veramente imbarazzante venire lasciati per ultimi perché vuol dire che nessuno ti vorrebbe: grazie tante, compagni!), di sparlarmi dietro dicendo che sono troppo perfettina, e mi scusi tanto sua Eccellenza se odio lasciare tutto il contenuto del mio astuccio sul banco. Ma va be', ormai ci ho fatto l'abitudine anche se fa male lo stesso, soprattutto quando ti fanno credere di essere tue amiche, per poi scaricarti non appena ne hanno trovata una "migliore" (no, ma fate pure e anzi, scusate tanto se al mondo esisto anch'io, eh).

Elisa è una ragazza che è sempre stata presa di mira da tutti, senza amici, nessuno le si avvicinava mai e se lo facevano era per deriderla: come possiamo vedere, la sua vita non è stata mai facile, né propriamente felice, alcune volte desidererebbe sparire, morire, per non soffrire più, perché sa benissimo che quasi nessuno sentirebbe la sua mancanza e che così facendo farebbe un favore a tutti (se ve lo steste chiedendo, magari no ma puntualizzo, io mi sono sempre fermata al "sarebbe stato meglio non nascere, tanto che ci fossi stata o meno non avrebbe fatto differenza", non sono mai arrivata al punto di voler farla finita, tutt'al più di trasferirmi su Marte o sul pianeta Lux): dopo aver provato a vedere quale sarebbe stata la sensazione di farla finita, sette mesi dopo l'accaduto, trova qualcosa e qualcuno che la fanno essere felice, scopre una nuova passione collegata alla musica e incontra alcuni ragazzi particolari che si dimostrano sempre gentili con lei, però sa anche molto bene che fra l'essere cortesi e l'importare veramente a qualcuno c'è un'enorme differenza.
Insomma, è una ragazza parecchio fragile, che non dice mai a nessuno quello che accade e proprio per questo mi sono sentita in sintonia con lei perché la capisco, so come ci si sente nei giorni in cui si desidererebbe avere un amico accanto o qualcuno che ci voglia bene per quello che siamo, so bene che vedere gli altri vivere la loro vita felici con i loro amici fa molto male perché ti chiedi cosa ci sia in te che non va, ti colpevolizzi quando non è colpa tua, ma lo fai perché è più facile arrabbiarsi con se stessi, talvolta, che con gli altri.

La sua famiglia è una di quelle famiglie che non vedono i problemi dei figli, pensano che vada tutto bene finché non accade qualcosa che li fa andare nel panico perché, soprattutto, non sanno come affrontare la situazione, cercano di aiutare ma non sanno come fare, e il più delle volte non si rendono conto che in parte anche loro hanno la colpa delle sofferenze del figlio, perché lo crescono in una maniera tale che viene poi mal visto dagli altri. O comunque, se sanno dei problemi dei figli a farsi degli amici cercano sempre di spronarli a fare amicizia, ad andare in giro, ma non capiscono che il più delle volte non serve a nulla uscire e socializzare perché se nessuno ti si fila non cambierà la sua opinione tanto facilmente (non è mica come nei libri in cui la gente si fa gli amici in un battito di ciglia e questi diventano subito coloro con cui passano la maggioranza del loro tempo libero).

Fra gli altri personaggi secondari ci sono i compagni di scuola, che l'hanno sempre presa in giro, derisa anche davanti a tutti, ma nessuno di coloro dei piani alti se n'è mai accorto (e poi parlano tanto di "politica contro il bullismo": ma dove la vedi!): loro sono esattamente quel tipo di persone che si divertono durante tutti gli anni della scuola perché hanno sempre qualcuno di cui ridere, qualcuno su cui concentrare la loro attenzione e qualcuno che decidono potrà usufruire della loro presenza nella sua vita, presenza che renderà l'esistenza un vero inferno, ma questo è un dettaglio non scritto nel contratto.
Poi ci sono anche quei compagni che si dimostrano gentile con la scimmia della scuola (in questo caso, Elise) solo perché vogliono usare le buone maniere, ma sotto sotto non amano la sua presenza e vorrebbero soltanto farlo/a sparire dal pianeta (ma così sarebbe troppo facile!).
Abbiamo anche alcuni personaggi che la protagonista incontra allo Start, che si riveleranno abbastanza gentili: Mel, il buttafuori aka colui che ti fa da secondo padre, un omone molto simpatico che prenderà Elise in simpatia; Vicky e Pippa, due amiche molto diverse fra loro ma con la passione per la musica, la prima con una band e la seconda con un'ossessione per il DJ che, a mio parere, rasenta quasi lo stalking; infine, abbiamo Char, il DJ, un ragazzo di diciannove anni che ha fatto della musica il suo mestiere notturno e che si rivelerà uno di quei tipi che non vedrono di buon occhio chi ruba loro la scena.

Insomma, questo libro non è una storia qualunque, in cui la sfigata di turno trova la sua anima gemella che le fa capire che è in grado di piacere a qualcuno, ma è una storia che parla soprattutto di esclusione e di bullismo e in cui il filo conduttore della "ripresa" (se così la possiamo chiamare) della protagonista è la musica: il più delle volte sembrano cose dell'altro mondo, cose che "mio figlio ha fatto questo? Mai! Non ne sarebbe mai capace!", però il bullismo è qualcosa di molto comune al giorno d'oggi, il più delle volte è anche violenza psicologica, al posto di quella fisica, perché, e parlo per esperienza personale (anche se non penso fosse proprio bullismo, quanto più esclusione da parte degli altri), i compagni di classe si permettono di prenderti in giro, di indicarti quando vedono che non sai fare qualcosa o quando non indossi capi firmati (che poi, io dovrei spendere 100 euro per una maglietta di Abercrombie che, se va bene, mi dura tre mesi e poi è da buttare perché è già diventata piccola?), di sparlarti alle spalle e guardarti negli occhi mentre lo fanno, giusto per farti capire che stanno parlano di te. E' una situazione piuttosto brutta e difficile da affrontare perché tu che sei la vittima o che, anche semplicemente, vieni escluso non puoi parlarne con nessuno oppure non sai come farlo, così opti per l'opzione più facile, ma quella più dolorosa, e decidi di tenerti tutto dentro.
Il problema di queste situazioni, in cui non hai un cane vicino con cui confidarti, è che inizi a incolpare te stesso se gli altri ti trattano male o non ti prendono in considerazione, come se non esistessi, e questo non va bene perché chi sbaglia non sei tu, ma sono gli altri che non si rendono conto di rovinare la vita a qualcuno la cui apparente colpa è quella di esistere; inoltre, ti tieni tutto dentro e prima o poi arriva quel momento in cui non ce la fai più e in cui esplodi, magari piangendo, magari arrabbiandoti, magari con la voglia di sparire dal mondo perché, come ti ripeti sempre, nessuno sentirà la tua mancanza e non farebbe alcuna differenza se ci fossi o meno, nessuno se ne accorgerebbe.

Altro aspetto fondamentale è la musica: innanzitutto, bisogna dire che aiuta molto quando non si ha voglia di ascoltare cosa dice il mondo e il più delle volte parla al posto nostro, basta scegliere quella che esprime i nostri sentimenti o i nostri pensieri e il gioco è fatto; la musica è qualcosa che caratterizza le nostre vite, ci fa da colonna sonora e ci permette di immergerci in un mondo in cui possiamo essere noi stessi e in cui ci sentiamo capiti. Però, qui la musica viene usata soprattutto come un mezzo attraverso il quale la protagonista riesce a tornare a sentirsi viva, a tornare in superficie dopo essere stata anni e anni nell'oscurità: in ogni caso, avrebbe potuto anche essere qualcos'altro questo mezzo, ma penso che l'autrice abbia deciso di utilizzare essa proprio per il fatto che è in grado di parlare da sola, ti fa sentire meno solo/a.
Devo dire che questo aspetto mi ha ricordato moltissimo due parti importantissime della mia vita: da una parte, mi ha ricordato "Glee", questa serie TV in cui i ragazzi si esprimono tramite la musica e combattono anche contro il bullismo, ma dall'altra mi ha ricordato la parte della mia vita basata sulla danza, qualcosa che mi fa viaggiare proprio come se fossi all'interno di un libro e che mi piace fare perché quando ballo non c'è nulla di giusto o sbagliato, ci sono solo io con la musica.

Concludendo, questo libro è qualcosa di veramente bello, che ti fa capire che non serve essere qualcun altro per essere apprezzati dalla gente che ti sta intorno, è sufficiente essere se stessi, perché il più delle volte non vale neanche la pena di cambiarsi se poi chi viene apprezzato è una versione di noi. L'autrice è stata in grado di descivere veramente bene le sensazioni della protagonista che si sente esclusa da tutti e che vorrebbe farla finita con la sua vita perché non la ama e perché non si sente compresa e amata da nessuno.
Una lettura non proprio leggera, ma che parla di un argomento molto spinoso e che riesce a trattarlo molto bene perché ti fa anche sentire parte di esso, senti le emozioni di Elise, la sua voglia di sparire, e le capisci.
Un libro consigliatissimo, da non prendere alla leggera.
Voto:




Nessun commento:

Posta un commento