venerdì 26 agosto 2016

Recensione Il cavaliere inesistente

Titolo: Il cavaliere inesistente
Autore: Italo Calvino
Genere: Narrativa italiana
Casa editrice: Mondadori
Prezzo: €12.00 (copertina flessibile)
Pagine: 182





Trama
Suor Teodora narra la storia di Agilulfo, cavaliere senza corpo, di cui vive solo l'armatura. Mentre Carlo Magno assedia Parigi, Agilulfo, dopo essersi coperto di gloria, decide di partire alla ricerca di Sofronia, fanciulla da lui salvata quindici anni prima. Accompagnato dalla scudiero Gurdulù, attraverso numerose peripezie, inseguito dalla guerriera Bradamante innamorata di lui, Agilulfo riesce a trovare Sofronia, ma credendola macchiata di gravi peccati, decide di scomparire. Si sveste del l'armatura e la consegna a Rambaldo, giovane compagno d'armi. Sarà ora questi a proseguire nella bianca corazza, le gesta del cavaliere senza corpo.
Recensione
Buongiorno! L'altro giorno avevo detto che non faceva troppo caldo, rispetto agli altri anni, e oggi eccolo qui, afoso come non mai... sì, forse era meglio se non cantavo vittoria troppo presto e non parlavo...
Comunque, oggi sono qui per parlarvi di un'altra lettura per la scuola, ovvero "Il cavaliere inesistente" di Calvino, opera che completa la tripletta insieme a "Il visconte dimezzato" e "Il barone rampante", libri che ho letto un bel po' di tempo fa e di cui mi ricordo molto poco.
Dunque, siamo in Francia quando incontriamo Agilulfo, cavaliere costituito solo da un'armatura e un'anima, senza corpo, che non è molto ben visto dagli altri commilitoni anche perché spesso rovina il divertimento altrui mettendosi a precisare tutte le varie affermazioni: è durante una sua contestazione che un ragazzo, Torrismondo, afferma che in realtà lui quindici anni prima non avrebbe salvato una vergine, Sofronia, perché lei è sua madre. Da qui il nostro cavaliere vuole partire per trovare la fanciulla ormai donna e constatare che era ancora "pura" nel momento in cui l'aveva salvata, anche perché da qui dipende il suo titolo di cavaliere, mentre il giovine parte per andare dai cavalieri del Sacro Ordine dei Cavalieri del Santo Graal e farsi riconoscere come figlio; partono anche altre due persone, ovvero Bradamante, che segue il suo innamorato Agilulfo, e Rambaldo, che è invece innamorato di questa e che non vuole perderla.
Allora, direi da partire da una constatazione: Calvino è un famoso autore italiano che ha scritto parecchie opere e, a mio parere, molte di queste sono particolari, nel senso che durante la lettura a volte mi è sembrato di essere una banderuola che cambia direzione ogni volta che la narrazione segue un personaggio diverso e ancora altre volte mi è sembrato di essere in una vicenda un po' sconclusionata, infatti all'inizio non riuscivo a seguire la storia, cosa che personalmente mi era già accaduta con altre sue opere. Insomma, ha uno stile un po' stravagante, che a mio parere ci mette un attimo prima di ingranare proprio a causa della sua particolarità; però, sebbene possa sembrare un autore principalmente per bambini, credo che sia in grado di affascinare tutti, grandi e piccini.
In questo libro, incontriamo un personaggio molto particolare: Agilulfo, cavaliere fatto di sola armatura, ma con una conoscenza enorme degli avvenimenti, che si ricorda alla perfezione, e di tutto, anche delle cose più banali come la corretta arte del rifare un letto; per via di questa sua conoscenza, della puntigliosa mania di controllare che tutto sia a posto e fatto come si deve, spesso viene preso in giro dagli altri commilitoni, che lui ritiene inferiori per via del fatto che hanno un corpo. Il difetto del suo essere è che se si addormenta può svanire completamente e la sua armatura rimanere vuota, molto di più di quanto non lo sia già.
Abbiamo poi Rambaldo, un ragazzo il cui unico obiettivo è vendicare il padre, morto per mano dell'argaliff, e quando ci riesce incontra poi Bradamante, donna che lo ha salvato in uno scontro e di cui si innamora perdutamente; quest'ultima è poi una donna mascolina innamorata di Agilulfo, che si dedica completamente alla guerra e che poi seguirà l'amato per evitare di rimanere insieme agli altri commilitoni. Poi conosciamo Torrismondo, ragazzo di vent'anni che spingerà il cavaliere in viaggio e che partirà anche lui con l'intenzione di trovare i suoi padri: quando però si ritrova davanti i Cavalieri del Santo Graal, dopo aver cercato di diventare come loro, se ne va e fa la conoscenza di Sofronia, quella che pensava fosse sua madre, ma che si scopre essere neanche sua parente; questo disguido porterà a una decisione di Agilulfo alla fine che vi farà pensare: "Cavolo, ma non potevi aspettare, al posto che sparire e fare quello che hai fatto?!".
 Infine conosciamo un personaggio al quanto bizzarro per via dei suoi comportamenti, infatti spesso risulta come un bambino che scopre il mondo e che non si limita solo ad osservarlo, ma cerca anche di imitarlo: Gurdulù, che ha anche altri nomi, accompagnerà il nostro caro cavaliere nella sua impresa e farà parecchie conoscenze.
La storia è narrata da una monaca, la cui punizione è appunto scrivere questa vicenda: grazie a lei, spesso ci sono delle pause nella narrazione in cui si sofferma a dire quello che capita nel suo mondo o a spiegare cosa succede descrivendoci i disegni che illustrano quello che accade; si scopre poi che questa monaca non è altro che una nostra vecchia conoscenza che passava il suo tempo dilettandosi in un monastero oppure a combattere.
In quest'opera c'è un tema che mi è balzato subito all'occhio, ovvero quello del diverso: Agilulfo è un essere molto particolare, una presenza che non è molto gradita dagli altri proprio per via del fatto che non ha un corpo ed è spesso oggetto di burle, insieme a Gurdulù che gli viene affidato come aiutante non tanto per il fatto che lui sarebbe in grado di rimetterlo in riga, quanto per il fatto che entrambi sono diversi e nessuno vorrebbe tenersi vicino un tipo come lui che si immedesima negli animali e che parla con il proprio piede come se fosse una parte a sé stante del corpo, con volontà propria.
Concludendo, perché mio padre sta reclamando a gran voce il computer, Calvino, per quanto mi riguarda, si dimostra ancora una volta un autore particolare e che caratterizza le sue opere con un po' di ironia, anche se nella prima parte del romanzo mi sono persa un bel po' di volte perché non riuscivo più a capire di chi stesse parlando, ma ero anche un pochino distratta io.
Insomma, un libro capace di insegnare qualcosina, ma anche capace di divertire e di permettere l'immersione in una storia al quanto strana, con un protagonista che non ha corpo, un aiutante che crede di essere quello che vede, avendo quindi problemi di identità, e una monaca che racconta la storia e che si rivela essere qualcuno di nostra conoscenza.
Voto:


2 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  2. Scusa, il cellulare fa quello che gli pare e per sbaglio ho rimosso il commento...
    Comunque, è vero è abbastanza surreale come storia e anche io alla fine aono rimasta sorpresa nello scoprire l'identità della suora :)
    Scusa ancora...

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