Autore: Chiara Cilli
Genere: Dark Romance
Casa editrice: Self-publishing
Prezzo: €10.94 (copertina flessibile)
Pagine: 262
Trama
Credevo di essere sopravvissuta all'orrore. Mi sbagliavo.
Credeva di potermi sfuggire. Ma non ha scampo da me.
Non riesco a liberarmi di lui.
Non le permetterò di cacciarmi dalla sua mente.
E' nella mia testa, nel mio sangue, nelle mie ossa.
E' un mostro che vuole impossessarsi della mia anima e farla a brandelli.
Henri Lamaze è l'incubo di morte da cui non sarò mai in grado di svegliarmi.
Aleksandra Nikolayev è l'ultimo demone che devo sconfiggere.
Questa volta non riuscirò a contrastare il suo veleno.
Questa volta sarò io a non sopravvivere a lei.
E' finita.
E non posso accettarlo.
Recensione
Buongiorno! Qui è la vostra Katy che vi parla e anche oggi nessuna gioia all'orizzonte, ma d'altronde fra pochissimo è Carnevale, si sa che se il karma non fa il cattivo fino all'ultimo non è contento.
A parte questo, oggi sono tornata per parlarvi di questo secondo volume della serie "Blood Blonds", secondo volume che si fa sempre più intrigante, misterioso, e che ogni due per tre mi faceva venire voglia di entrare lì dentro e andare a dare due schiaffettini a qualcuno, a caso proprio (e guardate che i miei schiaffi sono belli potenti, se non ci credete andate a chiedere al mio compagno di banco delle medie, gliene ho dati di scappellotti per farlo stare tranquillo).
Aleksandra è tornata a casa, è riuscita a scappare dai Lamaze, ma non trova l'accoglienza che si sarebbe aspettata: se la madre è sconvolta dal suo ritorno, il padre si rivela finalmente per la persona che è veramente, ovvero un mostro, malato e pervertito, che lei non riesce più a riconoscere come l'uomo che l'ha cresciuta e l'ha amata.
Ora che è a casa trova il tempo per rimettersi, ma certe cose non si possono dimenticare, specie se ci si ritrova davanti il proprio incubo in carne ed ossa e dimenticare non è più un'opzione contemplabile.
Henri, dal canto suo, ora ha la possibilità di vendicarsi di quell'uomo che ha distrutto il suo io bambino proprio come lui stesso ha cercato di fare con la figlia del mostro, ma qualcosa sta cambiando, c'è qualcosa che lo tormenta talmente tanto da non saper in che altro modo reagire se non con la sua solita impassibilità di fronte alle sofferenze altrui.
È così che Aleksandra si ritroverà al punto di partenza, ma chissà che questa volta non sia diverso... forse potrebbe essere peggio, o forse no, forse qualcuno potrebbe uscirne distrutto, c'è solo da scoprire chi e chi sarà a distruggere questa volta.
Dunque, per tutto il libro Aleksandra si dimostra la solita protagonista combattiva che abbiamo conosciuto nel precedente volume, non si lascia mai abbattere e combatte sempre a testa alta, però qualcosa di diverso c'è, inutile negarlo, perché non si può sopravvivere a un'esperienza come quella vissuta in Transilvania e non uscirne nemmeno un po' scossa: questo lo vediamo soprattutto all'inizio, quando la lontananza da Henri non allevia la sua sofferenza perché dimenticare è molto difficile, non si può semplicemente fare finta che non sia mai accaduto o che ora sia tutto finito... perché, infatti, non lo è, e ritrovarsi di fronte il suo incubo non fa altro che renderla al contempo più debole a causa del terrore di quello che potrebbe accadere e più forte per via della sua determinazione a non farsi sopraffare da niente e nessuno.
Però l'incubo non si limita a rimanere nel passato e nei suoi sogni, ritorna e la nostra protagonista è costretta a riviverlo, giorno dopo giorno, perché qualcuno (a caso proprio) non è ancora riuscito ad assolvere i suoi peccati e le sofferenze dalla sua anima, per tanto lei è costretta a rivivere tutto e in maniera più terrificante, a dirla tutta.
Nonostante tutto quello che le accade, Aleksandra cerca costantemente un modo per fuggire perché è consapevole del fatto che questa volta potrebbe non uscirne viva e anche se molte volte si dimostra pronta a morire, sotto a tutto quel coraggio anche lei ha paura, soprattutto per la madre, e anche lei desidera vivere la sua vita senza più essere costretta alle sevizie volte a distruggere lei, la sua anima, il suo essere in quanto persona.
In questo secondo volume Henri si mostra molto più tormentato di prima, non è più soltanto l'uomo dedito alla sua vendetta, ma è anche e soprattutto l'uomo ossessionato da colei che avrebbe dovuto uccidere, che avrebbe dovuto umiliare per far pagare certi mostri per le loro azioni commesse su di lui e sui suoi fratelli in un passato che ancora scotta al solo pensarci.
Ecco, è proprio questa sua ossessione che diventa protagonista di "Distruggimi", non lo lascia mai e non è contrastabile, nonostante lui cerchi disperatamente di soffocarla da qualche parte negli spazi più reconditi della sua anima, perché è qualcosa che distrugge tutte le sue convinzioni, le sue sicurezze, le spazza via dopo averle appallottolate e dopo essersi insinuata dentro di lui senza neanche chiedere il permesso... oltretutto, lei è la causa delle sue azioni, lo getta in uno stato di disperazione tale da non saper come reagire se non con la solita violenza, impassibilità e freddezza che lo ha sempre contraddistinto, lo rende più feroce e spietato, oltre che inverosimilmente confuso.
Un'altro elemento che lo rende ancora più dannato di quanto non fosse in precedenza è il fatto che non riesce ad ammettere i suoi sentimenti, né tanto meno ad accettarli: questa sua ossessione potrebbe nascondere qualcosa di molto più profondo e più pericoloso, ma lui non vuole ammettere questa possibilità perché potrebbe dilaniare la sua famiglia molto più di quanto non stia facendo la presenza di Aleksandra, così tenta di contrastare il tutto con tutte le sue forze, eppure non si può fermare un treno che è già partito e deragliarlo... be' siamo sicuri di avere il coraggio?
Questa volta due paroline per gli altri due fratelli Lamaze le spendo, anche se saranno proprio due.
Armand è il maggiore e il più responsabile, colui che si occupa di gestire la loro attività di famiglia e anche il più apparentemente calmo dei tre, anche se secondo me, più che essere calmo, potrebbe essere semplicemente uno che sa come giocare le sue carte molto pazientemente, ma questo è un altro discorso.
Dunque, non so esattamente il perché, ma sin dalla prima volta che l'ho incontrato mi ha dato l'impressione di essere una sorta di Elijah Mikaelson in versione umana, un uomo che si veste sempre bene e che sembra non sporcarsi mai le mani potrebbe essere il peggiore di tutti, quello da cui ci si deve guardare le spalle ma anche quello che guarda le spalle a coloro che ama, e lo fa sempre con quello che ho l'impressione sia un istinto calcolatore che lo rende quel tipo di persona che, quatta quatta, sa anche tramare contro di te e allora devi fare ben attenzione.
Infine, menzione speciale per André, il più piccolino e anche quello di cui non sappiamo poi molto: sì, è vero che lui era obbligato ad assistere ai bellissimi giochi (ironia portami via pt.2) degli uomini che frequentavano casa sua (ora che ci penso, sapete che mi sembra tanto la dimora della Bestia, de "La Bella e la Bestia"? Vabbe', lasciamo stare) ed è anche vero che lui ha il compito di addestrare le ragazza che devono diventare le Assassine della Regina di Véres, ma cos'altro sappiamo esattamente di lui? Poco. Però qualcosina l'abbiamo capita, anche se non nella sua interezza, come il fatto che c'è qualcosa che lo rende sempre così duro, quasi severo, agghiacciante, che potrebbe aver a che fare con la sua infanzia o con qualcos'altro che non vi saprei ancora dire, anche se ho una mia teoria, e che deve aver sofferto molto anche lui, per questo ha assunto una sorta di maschera dell'impassibilità, come d'altronde anche i suoi fratelli.
Insomma, fra tutti i personaggi che conosciamo un minimo, al momento lui è quello che mi sembra più misterioso.
Anche in questo volume la violenza non manca: intendiamoci, forse potrebbe sembrare minore rispetto a "Soffocami", ma secondo il mio modesto parere è solo un'impressione data dal fatto che questo romanzo è più corto del precedente, perché di violenza ce n'è eccome ed è sempre più o meno della stessa materia, segue sempre le stesse dinamiche; ancora una volta, qui ampio spazio è dato all'umiliazione e alla mortificazione, anche se mai quanto nel primo volume, e al rendere una persona un oggetto senza più anima, incapace di vivere, incapace di provare emozioni e di ragionare lucidamente.
Un'altra cosa che ho notato è che apparentemente la storia potrebbe sembrare svolgersi più o meno con le stesse dinamiche, lei che viene rapita, lui che la violenta, eccetera eccetera, ma ho avuto l'impressione che per qualche momento le dinamiche fossero simili per via del fatto che quello che è successo prima di quel finale si è poi pian pianino amplificato, è diventato sempre più importante nella vita di Henri, al punto da assumere un significato diverso ma con le stesse conseguenze, perché è lui che reagisce nello stesso modo, solo in una maniera più forte, non sapendo in che altro modo affrontare la situazione che gli sta sfuggendo di mano.
Concludendo, perché fra pochissimo devo andare a studiare, questo volume pone le premesse per qualcosa che sarà certamente doloroso da leggere, ma si spera con un finale relativamente lieto (non mostriamoci troppo positive che poi non si sa mai); come al solito, la storia scorre velocemente, ci sono alcuni punti che ti catturano molto più di altri per il loro essere sconvolgenti, come il finale che ti fa rimanere con la bocca spalancata al punto da far invidia al granchietto Sebastian, però in generale la storia è talmente intrigante che risulta difficile staccarsi senza che la nostra mente non abbia conseguenze terribili, tipo non riuscire a dormire la notte perché si pensa al libro pur sapendo che l'indomani c'è scuola e allora sei più o meno così:
Buongiorno! Qui è la vostra Katy che vi parla e anche oggi nessuna gioia all'orizzonte, ma d'altronde fra pochissimo è Carnevale, si sa che se il karma non fa il cattivo fino all'ultimo non è contento.
A parte questo, oggi sono tornata per parlarvi di questo secondo volume della serie "Blood Blonds", secondo volume che si fa sempre più intrigante, misterioso, e che ogni due per tre mi faceva venire voglia di entrare lì dentro e andare a dare due schiaffettini a qualcuno, a caso proprio (e guardate che i miei schiaffi sono belli potenti, se non ci credete andate a chiedere al mio compagno di banco delle medie, gliene ho dati di scappellotti per farlo stare tranquillo).
Aleksandra è tornata a casa, è riuscita a scappare dai Lamaze, ma non trova l'accoglienza che si sarebbe aspettata: se la madre è sconvolta dal suo ritorno, il padre si rivela finalmente per la persona che è veramente, ovvero un mostro, malato e pervertito, che lei non riesce più a riconoscere come l'uomo che l'ha cresciuta e l'ha amata.
Ora che è a casa trova il tempo per rimettersi, ma certe cose non si possono dimenticare, specie se ci si ritrova davanti il proprio incubo in carne ed ossa e dimenticare non è più un'opzione contemplabile.
Henri, dal canto suo, ora ha la possibilità di vendicarsi di quell'uomo che ha distrutto il suo io bambino proprio come lui stesso ha cercato di fare con la figlia del mostro, ma qualcosa sta cambiando, c'è qualcosa che lo tormenta talmente tanto da non saper in che altro modo reagire se non con la sua solita impassibilità di fronte alle sofferenze altrui.
È così che Aleksandra si ritroverà al punto di partenza, ma chissà che questa volta non sia diverso... forse potrebbe essere peggio, o forse no, forse qualcuno potrebbe uscirne distrutto, c'è solo da scoprire chi e chi sarà a distruggere questa volta.
Dunque, per tutto il libro Aleksandra si dimostra la solita protagonista combattiva che abbiamo conosciuto nel precedente volume, non si lascia mai abbattere e combatte sempre a testa alta, però qualcosa di diverso c'è, inutile negarlo, perché non si può sopravvivere a un'esperienza come quella vissuta in Transilvania e non uscirne nemmeno un po' scossa: questo lo vediamo soprattutto all'inizio, quando la lontananza da Henri non allevia la sua sofferenza perché dimenticare è molto difficile, non si può semplicemente fare finta che non sia mai accaduto o che ora sia tutto finito... perché, infatti, non lo è, e ritrovarsi di fronte il suo incubo non fa altro che renderla al contempo più debole a causa del terrore di quello che potrebbe accadere e più forte per via della sua determinazione a non farsi sopraffare da niente e nessuno.
Però l'incubo non si limita a rimanere nel passato e nei suoi sogni, ritorna e la nostra protagonista è costretta a riviverlo, giorno dopo giorno, perché qualcuno (a caso proprio) non è ancora riuscito ad assolvere i suoi peccati e le sofferenze dalla sua anima, per tanto lei è costretta a rivivere tutto e in maniera più terrificante, a dirla tutta.
Nonostante tutto quello che le accade, Aleksandra cerca costantemente un modo per fuggire perché è consapevole del fatto che questa volta potrebbe non uscirne viva e anche se molte volte si dimostra pronta a morire, sotto a tutto quel coraggio anche lei ha paura, soprattutto per la madre, e anche lei desidera vivere la sua vita senza più essere costretta alle sevizie volte a distruggere lei, la sua anima, il suo essere in quanto persona.
In questo secondo volume Henri si mostra molto più tormentato di prima, non è più soltanto l'uomo dedito alla sua vendetta, ma è anche e soprattutto l'uomo ossessionato da colei che avrebbe dovuto uccidere, che avrebbe dovuto umiliare per far pagare certi mostri per le loro azioni commesse su di lui e sui suoi fratelli in un passato che ancora scotta al solo pensarci.
Ecco, è proprio questa sua ossessione che diventa protagonista di "Distruggimi", non lo lascia mai e non è contrastabile, nonostante lui cerchi disperatamente di soffocarla da qualche parte negli spazi più reconditi della sua anima, perché è qualcosa che distrugge tutte le sue convinzioni, le sue sicurezze, le spazza via dopo averle appallottolate e dopo essersi insinuata dentro di lui senza neanche chiedere il permesso... oltretutto, lei è la causa delle sue azioni, lo getta in uno stato di disperazione tale da non saper come reagire se non con la solita violenza, impassibilità e freddezza che lo ha sempre contraddistinto, lo rende più feroce e spietato, oltre che inverosimilmente confuso.
Un'altro elemento che lo rende ancora più dannato di quanto non fosse in precedenza è il fatto che non riesce ad ammettere i suoi sentimenti, né tanto meno ad accettarli: questa sua ossessione potrebbe nascondere qualcosa di molto più profondo e più pericoloso, ma lui non vuole ammettere questa possibilità perché potrebbe dilaniare la sua famiglia molto più di quanto non stia facendo la presenza di Aleksandra, così tenta di contrastare il tutto con tutte le sue forze, eppure non si può fermare un treno che è già partito e deragliarlo... be' siamo sicuri di avere il coraggio?
Questa volta due paroline per gli altri due fratelli Lamaze le spendo, anche se saranno proprio due.
Armand è il maggiore e il più responsabile, colui che si occupa di gestire la loro attività di famiglia e anche il più apparentemente calmo dei tre, anche se secondo me, più che essere calmo, potrebbe essere semplicemente uno che sa come giocare le sue carte molto pazientemente, ma questo è un altro discorso.
Dunque, non so esattamente il perché, ma sin dalla prima volta che l'ho incontrato mi ha dato l'impressione di essere una sorta di Elijah Mikaelson in versione umana, un uomo che si veste sempre bene e che sembra non sporcarsi mai le mani potrebbe essere il peggiore di tutti, quello da cui ci si deve guardare le spalle ma anche quello che guarda le spalle a coloro che ama, e lo fa sempre con quello che ho l'impressione sia un istinto calcolatore che lo rende quel tipo di persona che, quatta quatta, sa anche tramare contro di te e allora devi fare ben attenzione.
Infine, menzione speciale per André, il più piccolino e anche quello di cui non sappiamo poi molto: sì, è vero che lui era obbligato ad assistere ai bellissimi giochi (ironia portami via pt.2) degli uomini che frequentavano casa sua (ora che ci penso, sapete che mi sembra tanto la dimora della Bestia, de "La Bella e la Bestia"? Vabbe', lasciamo stare) ed è anche vero che lui ha il compito di addestrare le ragazza che devono diventare le Assassine della Regina di Véres, ma cos'altro sappiamo esattamente di lui? Poco. Però qualcosina l'abbiamo capita, anche se non nella sua interezza, come il fatto che c'è qualcosa che lo rende sempre così duro, quasi severo, agghiacciante, che potrebbe aver a che fare con la sua infanzia o con qualcos'altro che non vi saprei ancora dire, anche se ho una mia teoria, e che deve aver sofferto molto anche lui, per questo ha assunto una sorta di maschera dell'impassibilità, come d'altronde anche i suoi fratelli.
Insomma, fra tutti i personaggi che conosciamo un minimo, al momento lui è quello che mi sembra più misterioso.
Anche in questo volume la violenza non manca: intendiamoci, forse potrebbe sembrare minore rispetto a "Soffocami", ma secondo il mio modesto parere è solo un'impressione data dal fatto che questo romanzo è più corto del precedente, perché di violenza ce n'è eccome ed è sempre più o meno della stessa materia, segue sempre le stesse dinamiche; ancora una volta, qui ampio spazio è dato all'umiliazione e alla mortificazione, anche se mai quanto nel primo volume, e al rendere una persona un oggetto senza più anima, incapace di vivere, incapace di provare emozioni e di ragionare lucidamente.
Un'altra cosa che ho notato è che apparentemente la storia potrebbe sembrare svolgersi più o meno con le stesse dinamiche, lei che viene rapita, lui che la violenta, eccetera eccetera, ma ho avuto l'impressione che per qualche momento le dinamiche fossero simili per via del fatto che quello che è successo prima di quel finale si è poi pian pianino amplificato, è diventato sempre più importante nella vita di Henri, al punto da assumere un significato diverso ma con le stesse conseguenze, perché è lui che reagisce nello stesso modo, solo in una maniera più forte, non sapendo in che altro modo affrontare la situazione che gli sta sfuggendo di mano.
Concludendo, perché fra pochissimo devo andare a studiare, questo volume pone le premesse per qualcosa che sarà certamente doloroso da leggere, ma si spera con un finale relativamente lieto (non mostriamoci troppo positive che poi non si sa mai); come al solito, la storia scorre velocemente, ci sono alcuni punti che ti catturano molto più di altri per il loro essere sconvolgenti, come il finale che ti fa rimanere con la bocca spalancata al punto da far invidia al granchietto Sebastian, però in generale la storia è talmente intrigante che risulta difficile staccarsi senza che la nostra mente non abbia conseguenze terribili, tipo non riuscire a dormire la notte perché si pensa al libro pur sapendo che l'indomani c'è scuola e allora sei più o meno così:
Insomma, ora non vedo l'ora di leggere il seguito perché sono troppo curiosa e ho bisogno di sapere se, prima o poi, qualche gioia per tutti 'sti poveri cristi arriverà... forse... ma io non demordo e continuo a sperare perché la speranza è l'ultima a morire, no?
Alla prossima!
Voto:
Una gioia . . . LOL, nope xD
RispondiEliminaSono contentissima che ti sia piaciuto xoxo
Bene, e anche qui niente gioie... Ah ci sarà da soffrire molto :)
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