sabato 18 febbraio 2017

Recensione Soffocami

Titolo: Soffocami
Autore: Chiara Cilli
Genere: Dark Romance
Casa editrice: Self-publishing
Prezzo: €12.38
Pagine: 400






Trama
Avevo tutto ciò che ho sempre sognato.
Non ho mai avuto la vita che sognavo.
Avevo lavorato sodo per arrivare dov'ero.
Violenza, soprusi e crudeltà mi avevano segnato per dieci anni.
Ero pronta a portare l'azienda di famiglia ai vertici del successo.
Ero pronto a saziare la mia vendetta contro chi aveva abusato di me per lungo tempo.
Poi mi hanno rapita.
Così ho preso la figlia di Nikolayev.
Ora devo sopravvivere a un uomo che mi consuma l'anima.
Non importa quanto lotterà, non ha scampo.
Non posso lasciare che mi soffochi con la sua presenza letale.
Perché la ucciderò.
Recensione
Buongiorno! Qui è la vostra Katy che vi parla e oggi edizione straordinaria (chissà perché detta così mi ricorda tanto "Fievel") perché avevo questa recensione pronta e mi andava di postare anche oggi.
Perciò, eccomi tornata con la recensione di un libro che avevo intenzione di leggere da un sacco, ma veramente un sacco di tempo, e che mi ha sorpreso moltissimo perché non pensavo potesse essere così intrigante e misterioso e perché sono riuscita ad apprezzarlo nonostante le scene forti, che non si può dire siano propriamente nelle mie corde.

Aleksandra è una giovane ragazza che lavora nell'azienda famigliare, nel campo delle competizioni dei cavalli, e sta presenziando a un evento da lei stessa organizzato quando viene avvicinata da un certo Armand Lamaze e viene poi rapita sempre da quest'ultimo: è così che si ritrova in Transilvania, in una situazione molto più grande di sé, molto complicata da comprendere e nient'affatto piacevole, soprattutto per una ragazza come lei che si trova di fronte dei mostri, anche se fra questi non ci sono solo i suoi aguzzini.
Quando arriva nel palazzo dei Lamaze scopre la loro attività: nella città di Véres ci sono un Re e una Regina, le persone più influenti, a cui tutte le altre famiglie hanno giurato fedeltà (o all'uno o all'altra), mentre quella dei suoi carnefici è l'unica neutrale e si occupa di fornire al primo delle ragazze per soddisfare i piaceri carnali, mentre alla seconda delle ragazze per costituire il gruppo di Assassine della Regina.
La protagonista non fa parte di nessuno dei due gruppi, ma è la vendetta personale di Henri, il fratello di mezzo fra i Lamaze, e questo non è un buon segno, anzi, presto scoprirà l'oscurità presente in quella casa, le azioni obbrobriose commesse da uomini creduti rispettabili e la perversione che abita fra quelle mura.
Per lei non sarà per niente facile vivere sotto la stretta soffocante di Henri, ma con la sua presenza qualcosa inizierà a cambiare... e non se ne accorgerà soltanto lei.

Dunque, Aleksandra si rivela sin da subito una sorta di giovane donna in carriera, che vuole rendere orgogliosi i suoi genitori ma anche se stessa avendo successo nel suo lavoro: già dalla prime pagine notiamo una ragazza spigliata, anche un po' irriverente, ma soprattutto forte e determinata, come se nulla la potesse abbattere. Questo sarà anche l'atteggiamento che manterrà in Transilvania, non si mostrerà mai spaventata e non esiterà un attimo a compiere azioni per salvare le altre ragazze, per fuggire o ribellarsi, ignorando le terribili possibili conseguenze.
Insomma, si mostra tosta di fronte a tutte le situazioni, non la vedi vacillare quasi mai, cammina sempre a testa alta e non si fa abbattere, lotta per contrastare i soprusi e cambia, molto, cambia se stessa perché questa piacevolissima (ironia portami via) esperienza la pone di fronte a una cruda realtà e a verità nascoste che hanno rivoluzionato il suo mondo, e cambia anche alcune personcine tanto carine, a partire da Henri, per poi andare ad agire anche in un territorio tutto intorno.
Quello che mi è piaciuto di più della protagonista è la sua tenacia: da ogni parola che pronuncia in Transilvania percepiamo la sua forza, come una fiera maestosa, un leone che non ha intenzione di arrendersi alla situazione in cui si ritrova e continua a lottare, incessantemente, come se ogni attimo potesse essere l'ultimo. Un'altra cosa bella è che non si batte solo per la sua di libertà ma anche per quella delle altre ragazze, in particolare il gruppo delle schiave, non esitando ad agire nel caso veda dei soprusi e questo indica che, nonostante possa sembrare un po' viziata (andiamo, chi è che non pensa che chi vive nell'agio e non conosce altre situazioni non sia viziatello?) ha anche un cuore d'oro, altruista.

Un personaggio oscuro è indubbiamente quello di Henri: mentre il fratello maggiore, Armand, ci da comunque la parvenza di un tipo con la testa a posto, sana e non pervertita (almeno, per il momento), e il minore, André, ci sembra spietato ma al contempo tranquillo da quel punto di vista (capitemi), Henri è là dentro come il dio degli eccessi, della violenza, dell'inumanità; non solo ci appare come un uomo impassibile di fronte alle sofferenze altrui, ma sembra proprio che non abbia un briciolo di umanità, che non sia capace di provare pietà o qualsiasi altro sentimento che non sia l'indifferenza di fronte a quello che accade alle povere ragazze del suo gruppo.
Tuttavia, sebbene risulti perennemente dedito alla sua causa e al suo progetto di vendicarsi per le sofferenze inflittegli da bambino, ogni tanto lascia fuoriuscire una parte della sua anima ancora bianca, o quanto meno grigia, il che ci fa capire che forse una parvenza di umanità gli è rimasta, solo che non può mostrarsi debole, non può permettersi di lasciar riaffiorare le sue sofferenze, i suoi dolori perché qualcuno deve pagare per quello che è stato fatto. E' anche su questa parte della sua anima che agirà, inconsapevolmente, la protagonista: sarà lei, infatti, ad aprire uno spiraglio di luce in Henri, a mettere dei mattoni per poter costruire, chissà, qualcosa di diverso e abbattere la morte che pervade il suo spirito, ma non sarà facile, ci saranno momenti in cui si penserà che il cambiamento sia quasi completato, per poi rimangiarsi l'esultazione immediatamente dopo una cambio repentino di atteggiamento.
Insomma, un bello e dannato con i fiocchi e molto più dark, più oscuro di quelli a cui sono abituata io, ma la sua figura di personaggio caratterizzato benissimo la fa molto bene.

Bene, ci sarebbero altri personaggi di cui parlare, però credo che lasciare sopra un velo di mistero sia meglio che analizzarli, seppur brevemente, e direi anche che ho già parlato abbastanza a proposito dei due personaggi più importanti della storia, di cui uno è anche il più complesso, se vi posso riportare il mio modesto parere.
Questa storia mi aveva attirato già da un po' di tempo, ma non avevo forse osato avvicinarmi per via di quello che avrei potuto trovare (scene forti, ecc...), così ho rimandato fino a che non ho deciso che in quel momento non c'erano altri libri che mi ispiravano e ho incominciato questa avventura: devo ammettere che come avventura non è delle più leggere, anzi le tematiche sono molto forti e rappresentano anche una realtà che non è poi così lontana dal nostro mondo perché, benché sia un'opera di fantasia, racconta di una situazione fatta di soprusi, violenze su delle donne (ragazze) che verranno poi vendute come schiave del piacere e a cui verrà pian piano tolta la libertà, l'umanità che le caratterizza in quanto esseri umani e la possibilità di fare scelte sul proprio futuro.
Non è facile vivere in un ambiente dove i diritti delle donne, anche se solo quelle all'interno del palazzo dei Lamaze, non sono neanche presi in considerazione, dove le donne ritornano ad essere schiave degli uomini, loro sottoposte, proprio come lo erano nel passato, quando l'individuo maschile aveva il predominio su tutto, compreso su tutti gli altri individui femminili.
Ma soprattutto, non dev'essere per niente facile accettare questi soprusi, accettare che qualcuno cancelli il tuo essere come persona per farti diventare qualcosa che vale meno di uno straccio e accettare di non poter fare nulla per poter cambiare la situazione perché non si hanno le risorse, le forze per ribellarsi e far sentire la propria voce... e così si acconsente al diventare persone di carta, a spegnere i sentimenti, a svuotarsi per non pensare a nulla, alle sofferenze.

Concludendo, questa storia mi è piaciuta molto, non avrei mai pensato che sarei riuscita a leggerla tranquillamente per via di tutta una serie di scene parecchio forti, eppure la mia sanità mentale è ancora intatta, i miei feels pure... ah, ma a chi vogliamo darla a bere, certo che i miei feels sono distrutti! Dopo quel finale poi! Il problema è che accade tutto così in fretta alla fine che tu pensi di poter tirare un sospiro di sollievo, ma poi inizi a farti delle domande, inizi a dire "Ma... vuoi vedere che..." e poi pensi "No, non è possibile", e infine arrivi alle ultimissime pagine, inizi a sentire puzza di bruciato... ed ecco che le tue supposizioni erano corrette. *mai una volta che si sbagliasse oh, MAI*
E alla fine ti ritrovi pure con una curiosità immensa, perché si sa che se Katy non è curiosa non sarebbe Katy (parlare di se stessi in terza persona: fatto e sembra pure figo), che devi soddisfare al più presto perché non ce la puoi fare ad aspettare.
Insomma, se non si fosse capito questa storia mi è piaciuta molto, sia per come è stata creata sia per come si è evoluta, e mi ha coinvolto tantissimo al punto che per poco non facevo tardi a scuola per poter finire un capitolo... oltretutto, il libro scorre molto velocemente, non ci sono intoppi e quelle scene alla fine non si sono rivelate terribili come pensavo, il che è un bene.
Quindi, se siete appassionati del genere e non l'avete ancora fatto, leggete questo romanzo, e leggetelo anche voi a cui potrebbe ispirare, tutt'al più potrebbero darvi fastidio le violenze, però in ogni caso io ve lo consiglio perché la storia è bella e intrigante al punto giusto.
Voto:


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