venerdì 30 giugno 2017

Recensione American History 1

Titolo: American History 1
Autore: JD Hurt
Genere: Dark Romance
Casa editrice: Self-publishing
Prezzo: €2.99 (e-book)
Pagine: 330






Trama
Sono stato un violento, un picchiatore, un adolescente perso. Poi lei è entrata nella mia vita come un bel sogno, come un incanto e mi ha cambiato. Marcia per me è stato questo: rinascita in un'esistenza sbagliata.
Io sono Ryan Carroll e questa è la mia storia americana.

Sono un violento, un delinquente, un uomo perduto. Lei è entrata nella mia vita come un incubo, pronta a riportare a galla demoni antichi seppelliti sotto strati di fango. Marcia è questo per me: morte, distruzione, qualcosa che devo estirpare se voglio stare al sicuro
Io sono Stephan Carroll e questa è la mia storia americana.

Sono una bugiarda, una vigliacca; un passato che non ho mai accettato mi ha cambiata per sempre. I fratelli Carroll mi hanno cambiata per sempre. Seppure uno di loro è affetto, tenerezza, l'altro è solo morte, disperazione, buio.
Io sono Marcia Horowitz e questa è la mia storia americana.

Ryan, Stephan, Marcia: quando l'amore diventa oscurità.
Recensione
Buongiorno! Qui è la vostra Katy che vi parla, una ragazza che continua a squagliarsi al sole come se fosse un gelato e che però continua a leggere tanti libri come se non esistesse più un domani!
E oggi, in questo 30 giugno vi porto una recensione che spero per voi non sia troppo sclerosa, ma vedremo dove mi portano i miei pensieri, una recensione di un libro che esce proprio oggi e che io ho avuto l'onore di leggere in anteprima: sto parlando del primo volume della serie Dark Necessities narrato dal PoV di Marcia, uno dei personaggi di Stolen (duologia che sarebbe meglio voi aveste letto prima di cominciare questo romanzo), nonché altro personaggio misterioso di cui non capisci bene le dinamiche interiori fino a che non ti ritrovi in mano proprio la sua storia.
Ma bando alle ciance e iniziamo!

La storia inizia a Miami dove un giovane ragazzo, Ryan Carroll, viene costretto dal preside della sua scuola a scrivere un tema sulla notte che ha portato il fratello in prigione come punizione al posto di una sospensione: per questo compito viene accostato a Marcia Horowitz, una quindicenne ebrea che incarna tutto ciò che la sua famiglia odia, in quanto neonazisti. Sarà dopo questo incontro che il giovane Ryan inizierà, inconsapevolmente, a cambiare il suo futuro, trascorrendo sempre più tempo con la ragazza, al punto da innamorarsene contro ogni previsione... ma qualcosa cambierà il corso della storia.
Tre anni dopo, Marcia si trova a New York, nella sua città natale, e frequenta l'università di cui suo padre è il rettore, ma la sua non è una vita felice: già dopo la morte della madre, la situazione con il padre era diventata più seria, ma ancora di più dopo il trasferimento da Miami a NYC, quando ha dovuto cominciare a compiere azioni poco piacevoli e poco attinenti alla sua morale per salvare l'unica persona cara che le è rimasta.
Tra un inganno e l'altro, Marcia si ritroverà davanti i demoni del passato, quelli a cui non aveva mai smesso di pensare e quelli che avrebbe voluto dimenticare: sarà così che inizierà il suo vero inferno, non quello che è costretta a vivere con Andrew Thompson, ma quello di cui percorrerà le strade dopo aver creduto di poter mettere tutte le cose a posto e che ha un solo nome, Stephan Carroll.

Il primo personaggio che ci viene presentato è Ryan: sin da subito ci accorgiamo del suo atteggiamento arrogante, forse un po' saccente, che rivolge al preside della sua scuola, e altrettanto velocemente ci accorgiamo di chi sia, un ragazzino neonazista che odia tutti quelli che non fanno parte della razza ariana, della razza pura, ovvero neri, ebrei e compagnia bella. Insomma, diciamo anche che sembra un figlio di papà che segue tutti ciò che il capo di famiglia gli dice di fare e che non pensa, non osa pensare, di testa sua.
Però, in fin dei conti, è pur sempre un ragazzino e a chi ha 15 anni non puoi togliere l'innocenza così, come se nulla fosse, senza pagarne le conseguenze: forse è anche per questo che accade quello che accade con Marcia, un'ebrea che lui avrebbe dovuto eliminare secondo le regole del padre, perché non tutto è controllabile e perché lui non è come il padre lo dipinge, non è un essere malvagio, capace di fare del male a chi è diverso da lui, ma è dolce, spensierato, con un grande dolore alle spalle per la perdita della madre e con una grande ammirazione per il fratello Stephan che vuole rendere fiero di lui nonostante tutto.
Ma soprattutto, con l'avanzare della storia, diventa sempre più determinato a essere felice, indipendentemente da chi ha accanto e questa è una grande e potentissima arma che lui possiede.

Sin dalle prime pagine c'è un'ombra che aleggia, quella del fratello Stephan, un diciottenne cresciuto un po' troppo in fretta che si è ritrovato all'età di 15 anni in prigione, ad affrontare le crudeltà della vita a causa di una misteriosa notte di cui non sappiamo nulla: dopo tre anni di prigione riesce a tornare a casa e subito ci si palesa di fronte il fatto che sa il fatto suo, non esita a fare qualsiasi cosa sia in suo potere per la salvezza del fratello e per allontanarlo dal padre, compreso minacciare la povera Marcia che colpe apparenti non ne ha.
Tre anni dopo, all'età di 21 anni, risulta sempre lo stesso uomo intriso di oscurità, un uomo a cui è stata negata la spensieratezza della giovinezza e che ha dovuto ben presto infilarsi nel mondo degli adulti e scoprire tutto ciò che c'è dietro: ora vediamo un giovane segnato dalle esperienze passate, crudele quando si tratta della salvaguardia delle persone che ama, determinato a finire il padre, ma ancora di più determinato a portare con sé il segreto su quella notte, quella che lo ha portato in carcere e che lo ha fatto crescere molto in fretta. Come se non bastasse, tre anni dopo c'è ancora lei a tormentare la sua relativa tranquillità, lei a scombussolare i suoi piani e lui stesso.

Infine, ultimo personaggio di cui vi parlo, abbiamo Marcia: fin dalle prime pagine ci risulta una ragazza simpaticissima, con una grande passione per la musica e gli anni '70, con una grande voglia di vivere e con parecchie responsabilità sulle spalle: mentre gli altri due sono stati costretti a crescere in fretta a causa degli ideali del padre, lei ha dovuto farlo con la morte della madre perché ha dovuto prendersi cura dell'unico genitore che le era rimasto e che stava entrando in un periodo molto complicato della sua vita. Tuttavia, il sorriso non le manca, anzi, nemmeno quando si ritrova davanti Ryan cessa di essere allegra e lo diventerà sempre di più man mano che fiorirà questo grande sentimento che prova per lui.
Questa parentesi, però, risulterà molto breve perché qualcuno arriverà e infrangerà i suoi sogni, le sue speranze e il suo futuro spensierato, specie se ci si mette anche il paparino di mezzo: persa la solarità della Marcia quindicenne, la Marcia diciottenne si troverà invece a fare i conti con un destino più crudele, dovrà andare contro la sua moralità e cambierà, diventerà più fredda, più calcolatrice, ma continuerà a sperare in spiragli di luce per raggiungere l'agognata felicità che sembra sempre più vicina, più raggiungibile, fino a che non arriverà qualcuno di conosciuto a tarparle le ali e a richiamarla a terra.

Quello che caratterizza questa storia è il mistero che aleggia attorno alla notte che ha portato Stephan in carcere a causa dell'omicidio di un ragazzo: non ci vengono mai spiegati i dettagli, sappiamo solo che, per qualche motivo, Ryan non ricorda nulla di ciò che è successo, che il suo preside sembra essere particolarmente interessato a che lui rimembri quell'avvenimento, che il fratello vuole preservarlo da tutto questo e che Marcia è stata messa in mezzo senza sapere di cosa si tratti.
Insomma, un'incognita dal grandissimo peso all'interno di un'equazione che vede in qualche modo collegati tutti e tre i protagonisti e che vede coinvolto soprattutto il sopracitato Steph: eh sì, lui è quello che ha più a cuore quella notte, quello che farebbe di tutto pur di cancellarla dalla loro esistenza perché ha cambiato tutto e non vuole che suo fratello venga a saperlo, per paura della sua reazione di fronte a una simile rivelazione; e qui si spiega anche il perché lui voglia allontanare la nostra cara Marcia, perché lei avrebbe tutte le carte in regola per scoprire questo terribile segreto.

Come se non bastasse, ad aggiungerci ansia vi è anche il finale, quello stramaledettissimo finale che mi ha lasciato con la bocca aperta perché è sconvolgente! Okay, diciamo che io avevo già capito tutto, a un certo punto della lettura me ne sono uscita con un "vuoi vedere che..." e ci avevo azzeccato, però vedere come la mia predizione diventasse realtà è stato un vero choc, ci sono rimasta malissimo, per poco non mi mettevo a piangere dalla disperazione! E voi direte: che c'è, è così terribile? NO, non è terribile la rivelazione in sé, ma il fatto che dopo quella frase carinissima che fa cadere mezzo mondo il libro finisce, non ci sono più pagine dopo, nada de nada, solo un cuore infranto che non sa come rimettersi in piedi e una me profondamente provata che tutt'ora non ha la più pallida idea di come farà fino al prossimo volume (e intanto speriamo che accada quello che penso perché ci starebbe).

Insomma, un dark con la d maiuscola, capace di farti fare dei salti dalla sedia mentre lo leggi per via del succedersi degli avvenimenti: paura, terrore, crudeltà, passione, affetto, disperazione e tanto altro la fanno da padroni in questo scenario newyorkese dove incontriamo vecchie conoscenze e dove i nostri feels verranno annientati a poco a poco, lentamente come quando ci si addormenta.
Una storia che mette i brividi per la cruda realtà che mostra e per l'intensità delle emozioni che la pervadono e anche per l'intensità dei personaggi stessi.
Una storia tutta da scoprire e con cui soffrire, ma che vale assolutamente la pena leggere.
Voto:


giovedì 29 giugno 2017

Recensione Il disastro siamo noi

Titolo: Il disastro siamo noi
Autore: Jamie McGuire
Genere: New Adult
Casa editrice: Garzanti
Prezzo: €16.90 (copertina rigida)
Pagine: 271






Trama
Falyn ha fatto una scelta difficile rinunciando a una vita di privilegi. Il lavoro come cameriera al Bucksaw Cafè è diventato tutto per lei. Non c'è spazio per altro. Soprattutto per l'amore. Perché Falyn nasconde nel cuore un segreto che non ha mai rivelato a nessuno. Un segreto che l'ha portata lontano dalla sua famiglia e a chiudersi in se stessa. Fino al giorno in cui non incrocia uno sguardo speciale come quello di Taylor Maddox. Uno sguardo che, lo sa bene, può portare solo guai. Molte ragazze si sono scottate fidandosi delle sue promesse tradite. Falyn non vuole che questo accada anche a lei. E' ancora troppo fragile per cadere nei suoi tranelli. Eppure Taylor non demorde e la invita a cena. Un rifiuto non è una risposta che un Maddox può contemplare quando è convinto di aver trovato la donna della sua vita. Ed è lì, seduta di fronte a lui, che Falyn intravede una dolcezza dietro quell'aspetto da ragazzo che ottiene sempre quello che vuole. Incontrare la sua famiglia, vedere l'affetto che lo lega ai fratelli Travis e Trenton e alla cognata Abby, la convince ancora di più che Taylor abbia anche un lato romantico. E piano piano sente che delle crepe stanno rompendo la corazza dietro il quale si è trincerata per non rischiare più. Sarebbe facile affidare finalmente a qualcuno i peso dei suoi segreti. Sarebbe facile trovare conforto tra le braccia possenti di Taylor. Ma riaprire la porta del passato è quasi impossibile quando si è creduto di aver buttato via la chiave. Ci vuole coraggio, o forse solo la mano benevola del destino.
Recensione
Buongiorno! Qui è la vostra Katy che vi parla, in questo penultimo giorno di giugno che è volato come manco Flash sa fare e che ha lasciato dietro di sé metà anno... oddio, siamo a metà del 2017, il che vuol dire che fra poco arriverà il 2018, visto che mi sembra fosse ieri Capodanno! Ah, io non lo capisco il tempo, è in grado di farti passare l'ora più brutta della tua vita quando sei a una lezione noiosa e le lancette dell'orologio si ostinano a restare ferme, ma quando si parla di anni si vola come mai prima (e poi vedi tua madre prendersi un coccolone perché "stai diventando grande e a me sembrava ieri il giorno in cui sei andata per la prima volta all'asilo).
A parte questo, oggi sono tornata per parlarvi di uno dei tanti libri di Jamie McGuire, che ormai è diventata una delle autrici New Adult che apprezzo di più perché non inserisce quasi mai scene di quel tipo volgare (dii immortales, grazie, perché qualcuno così esiste) e che ormai mi ha conquistato con la sua storia sui fratelli Maddox: ora è il momento di Taylor.

Falyn ha ventiquattro anni e lavora in un Cafè molto carino, dove ha trovato delle persone che le vogliono bene e a cui non interessa soltanto la carriera come ai suoi genitori: con un passato difficile alle spalle, ha finalmente trovato il suo posto tranquillo dove stare, mentre racimola soldi per mettere a punto un capitolo della sua vita. Quello che mai si sarebbe aspettata di trovare proprio al Bucksaw Cafè è un ragazzo interessato a lei, ma sfortunatamente il suo lavoro è ciò che non le aggrada per nulla perché si sa come sono fatti quelli come lui, prima le ingravidano e poi le mollano; in ogni caso il bel tipo, Taylor Maddox, non si darà per vinto con lei, anzi, cercherà di convincerla a uscire insieme e non vuole un no come risposta, soprattutto perché lei non è come le altre, qualcosa di lei lo fa desistere dal cedere e lo rende sempre più insistente.
Di fronte a cotanto fascino, nemmeno Falyn riuscirà a resistere tanto a lungo, specie nel momento in cui scoprirà che viene da un cittadina dell'Illinois, posto in cui vuole proprio andare per regolare alcuni conti in sospeso, però nel frattempo la loro amicizia si farà sempre più profonda e sarà impossibile negare ciò, nonostante lei sia dell'idea che non possa affezionarsi a nessuno.

La protagonista di questa storia è Falyn, una giovane donna che è vissuta in un famiglia molto ricca, con entrambi genitori medici che hanno sempre voluto che lei seguisse il loro percorso ed è quello che probabilmente avrebbe fatto se solo non fosse accaduto qualcosa che l'ha fatta cadere nello sconcerto e nel dolore, causato dall'insensibilità dei suoi, in particolare di sua madre.
Ora, dopo aver passato anni a sentirsi fuori posto, il suo angolino sembra averlo trovato e sembra anche esserne felice: lavora quasi tutti i giorni, alcuni clienti sono particolarmente cordiali, uno di questi è diventato una sorta di padre, e le mance sono cospicue, tali da averle permesso nel corso degli anni di racimolare una certa somma per raggiungere un luogo molto importante.
Falyn è molto determinata, la vediamo sempre intenta a pensare a come raggiungere il suo fine ultimo e a cercare di essere razionale, di non farsi prendere da nessuna emozione, nemmeno quando si trova di fronte Taylor, che la porterà all'esasperazione con tutte le volte che le ha chiesto di uscire, ma che imparerà ad apprezzare con il passare del tempo e contro le sue previsioni. C'è però anche da dire che in quest'ultimo campo, lei è molto testarda, non cederà mica tanto presto e forse anche per via delle sofferenze del passato: non so perché, ma ho come l'impressione che non voglia fare affidamento su nessuno, né tantomeno avere un ragazzo, però potrebbe volersi "innamorare" di qualcuno che le può donare tranquillità e serenità (cosa molto zen).

E come non parlare del personaggio maschile? Signore e signori, ecco a voi... Taylor Maddox, gemello di Tyler nonché venticinquenne con un lavoro piuttosto pericoloso, in quanto fa parte di una squadra di "pompieri" (non mi viene il nome giusto in questo momento, scusate) che si occupa di spegnere gli incendi che avvengono soprattutto nella stagione estiva e fino a ottobre nella zona in cui abita proprio la nostra Falyn, che farà immediatamente braccia nel suo cuore.
Lui è un uomo molto affascinate, consapevole dell'effetto che ha sulle donne e forse un pochino approfittatore in questo campo, ma è anche molto intelligente e perspicace, infatti quando si trova con la protagonista riesce a captare che c'è qualcosa che non va e cerca di capire il perché per quanto gli sia possibile; è un personaggio molto forte, sia fisicamente sia mentalmente (vorrei vedere chi non avrebbe un crollo nervoso dopo continui rifiuti su rifiuti), non ha intenzione di farsi scavalcare da nessuno né prendere ordini dagli altri e per questo usa il suo essere un marcantonio per intimorire gli altri, ma soprattutto è molto tenace, non demorde e non getta mai la spugna, nemmeno quando sembra tutto finito e nemmeno quando la situazione sembra peggiorare o comunque mettersi in guai seri.
Insomma, il tipico Maddox che potrebbe sembrare inizialmente un pallone gonfiato, ma che poi si sa dimostrare un tipetto anche dolce all'occorrenza.

La cosa che mi ha fatto molto piacere è che, come anche negli altri libri della serie (almeno, quelli che ho letto), ritroviamo facce conosciute ed è molto bello vedere come avvengono gli incontri che, magari, precedentemente avevamo visto da un altro punto di vista oppure non avevamo visto affatto: insomma, in questo modo la McGuire ci dona un quadro più completo di questo tipo di situazioni che sono molto carine da vedere e da leggere; oltretutto, è interessante vedere anche le diverse emozioni che si scatenano durante un certo momento della storia in cui sono tutti riuniti e, personalmente, molto spesso è anche un po' ansiogeno perché tu sei lì, sai cosa sta per accadere e vorresti avvertire il personaggio di non dire qualcosa o fare qualcosa di cui poi si pentirebbe, addirittura ti verrebbe voglia di entrare nel libro e metterti con un cartello con su scritto "non fare questo/ fai questo" da far vedere al tipetto in questione per evitare di fargli fare casini e di rovinare i bei momenti precedenti.

Un'altra cosa che mi è piaciuta molto è il fatto che i due innamorati (sì, perché tanto finisce sempre così, che loro lo vogliano o no), nonostante un'iniziale diffidenza, ben presto saranno in grado di supportarsi l'uno con l'altro in questioni riguardanti il passato: nessuno di loro giudicherà l'altro, ma si aiuteranno a vicenda per raggiungere dei fini molto importanti, come quello di Falyn, oppure semplicemente la fiducia dell'altro, cosa che varrà per Taylor, che vorrà cercare di conquistare la sua fiducia per poterla aiutare in ciò che ha bisogno.
Insomma, si sostengono a vicenda, come dovrebbe accadere sempre o quasi fra le persone che si vogliono bene, invece talvolta accade che qualcuno voglia fare di testa propria e imporre le proprie condizioni all'altro, in nome di una carriera politica, in nome del buon nome della famiglia e tanto altro: è questo l'atteggiamento che i genitori hanno sempre avuto nei confronti della protagonista, non le hanno lasciato la possibilità di spiccare il volo da sola, ma le hanno indicato la strada e l'hanno spinta in quella direzione solo per i propri interessi, e questo non è qualcosa di tanto carino da fare, soprattutto nei confronti del sangue del tuo sangue.

Concludendo, nonostante ci siano molte persone a cui non è piaciuto questo romanzo, io credo che sia una bella storia, che dà da pensare e che presenta anche una situazione che penso sia molto più comune di quanto si possa pensare, ma che è anche capace di sdrammatizzare i momenti più difficili e complicati.
L'unica cosa che mi ha fatto un po' storcere il naso è stata la scena della rivelazione: quando Falyn parla con Taylor del suo segreto, sembra quasi di trovarsi in una scena surreale perché non credo che le reazioni a un segreto simile siano quelle, mentre lui ha reagito inizialmente leggermente incredulo, per poi subito dire "okay, ti aiuto"... NO! Non va bene, nessuno avrebbe reagito così, prima ci sarebbe stata la fase dell'incredulità, poi della negazione (della serie, "no, non è possibile, guarda che ti sbagli"), poi della rabbia perché io vorrei vedere chi non si arrabbierebbe di fronte a una cosa triste e non darebbe un attimo di matto e poi, solo successivamente e solo dopo aver fatto quasi una scenata, si possono calmare gli animi e passare alla fase del "voglio capire per poi aiutarti". Invece qui la scena è rimasta un po' piatta, molto razionale e forse troppo razionale perché io, se fossi stata al posto di Taylor, avrei dato in escandescenza, quindi sono rimasta un pochino delusa da questo punto, si sarebbe potuto fare meglio.
A parte questo, però, per il resto la lettura è filata tutta liscia, senza intoppi, mi sono lasciata trasportare dalla storia e mi sono anche divertita nel vedere certe interazioni, certi scambi di battute fra i nostri due eroi, con uno che cercava disperatamente di fare breccia nel suo cuore e una che cercava molto più disperatamente di rimanere distaccata e professionale, più o meno così:
Una bella lettura, per trascorrere qualche momento di tranquillità senza avere tra le mani libri troppo impegnativi.
Voto:

mercoledì 28 giugno 2017

WWW... Wednesday! #39

Buongiorno! Qui è la vostra Katy che vi parla, una personcina un po' più felice del solito perché in questi giorni sta piovendo qui da me e le temperature sono meno alte del solito, quindi fa più fresco!
A parte questo, eccomi tornata con la consueta rubrica del mercoledì inventata dal blog Should Be Reading, in cui vi devo mostrare le mie letture in corso, terminate e in programma.

What are you currently reading?
Attualmente sto leggendo questo libro perché ho bisogno di sapere cosa succede dopo la fine di "Broken Prince", che è abbastanza tremenda.

What did you recently finish reading? 
Questa settimana non ho letto moltissimo, complice il secondo libro lì sopra che non mi è proprio piaciuto e complice la mia idea di risistemare, ma sono abbastanza soddisfatta delle mie letture.
Per prima cosa, ho finito "Neve come Cenere" e mi è piaciuto molto, ansiogeno in alcune parti ma non troppo e niente finale sconvolgente, quindi direi che va molto bene; ho poi proseguito con "Utopia" di Thomas More perché è un compito di filosofia e perché ne avevamo letto in classe un pezzo in inglese e mi sembrava interessante... sbagliato, è praticamente solo descrizione per 134 pagine e io odio le descrizioni che sono più lunghe di tre pagine quindi... Poi ho letto "Il vecchio e il mare" perché l'ho trovato a casa ed era abbastanza breve da essere letto in un paio d'ore e devo dire che mi è piaciuto abbastanza, ci sono state certe parti interessanti e altre in cui mi distraevo, ma non è niente male. Dopo di che, mi sono buttata su questa serie che sta spopolando quest'estate e che è nell'occhio del ciclone perché c'è chi la ama e chi la odia e io propendo più verso la prima opzione perché, in realtà, mi è piaciuto molto! Certo, c'è il solito drama americano, ci sono parolacce (ma dove non sono?) e ci sono scene un po' così, ma niente in confronto ad "After" che è, a mio avviso, una piccola schifezza (e mi pento di avere dato alla serie un Voldemort, avrei dovuto darle una Umbridge...). Infine, ho letto Calvino e devo dire che anche questo mi è piaciuto abbastanza, soprattutto la prima parte e soprattutto perché parla di tarocchi e la mia mente è andata subito a "The Arcana Chronicles", di cui spero esca presto il sesto libro perché ne ho bisogno.

What do you think you'll read next?
Facciamo che non faccio previsioni, che poi finisco con il non leggere nessun libro che avevo messo per rispondere a questa domanda nello scorso WWW...

Bene, per oggi è tutto e noi ci rivediamo domani. Se volete fatemi sapere qualcosa a proposito delle vostre letture ;)
Pace, amore e tanti libri a tutti!

martedì 27 giugno 2017

Recensione Babilonia

Titolo: Babilonia
Autore: Yasmina Reza
Genere: Narrativa Contemporanea
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: €17.00 (copertina flessibile)
Pagine: 158






Trama
In un posto chiamato Deuil-l'Alouette (che, tradotto alla lettera, sarebbe "Lutto-l'Allodola"), un posto qualunque nella periferia di Parigi, una donna qualunque, con un buon lavoro, un marito, un figlio, una sorella e dei vicini di casa, si lascia coinvolgere, nel corso di una strana notte di quasi primavera, in una faccenda che potrebbe costarle assai cara. Per affettuosa solidarietà con un uomo di cui non sa molto, tranne che è solo, profondamente solo. O forse perché, di colpo, ha voglia, foss'anche per un'ora, di respirare fuori dalla soffocante banalità del quotidiano, di farsi un giro "on the wild side" - di immergersi in una "dimensione di tenebra". Tirando con la consueta, stupefacente maestria le fila di una vicenda in cui il comico e il tragico si mescolano in maniera inestricabile come in una sorta di perverso vaudeville, Yasmina Reza dà voce alle angosce più segrete, e mette in scena il suo beffardo teatrino della crudeltà scavando ancora una volta in quello spazio di connivenze e mostruosità che può diventare la coppia; e ci ricorda che - non diversamente dagli ebrei, che "sulle rive dei fiumi di Babilonia" sedevano e piangevano "al ricordo di Sion" - ciascuno vive in esilio: da se stesso, da ciò che avrebbe voluto essere, e dagli altri.
Recensione
Buongiorno! Qui è la vostra Katy che vi parla e oggi la giornata è iniziata molto bene con il mio primo "lavoretto" estivo, che consiste nell'aiutare dei bambini a fare i compiti estivi (che poi, io mi chiedo perché esistono? Tanto li fai e poi a inizio anno non te li ricordi manco più), quindi oggi sono molto contenta, nonostante il caldo che imperversa.
Ma bando alle ciance e cominciamo con questa nuova recensione del secondo libro che mi è stato regalato dalla mia compagna di banco, che mi conosce troppo bene, un libro un po' particolare che però si è rivelato niente male.

Elizabeth, una donna di sessant'anni, decide di organizzare una festa di primavera e di invitare un po' di suoi conoscenti, fra colleghi di lavoro, amici del marito e suoi, sua sorella e gli inquilini del piano di sopra, con cui ogni tanto ha scambiato qualche chiacchiera, in particolare con il signore, Jean-Lino.
L'arrivo degli invitati crea man mano un'atmosfera sempre più piacevole in cui la protagonista si perde nei ricordi della gioventù ormai passata, ma presto arriva anche la fine di questa serata piuttosto movimentata, fatta di prese in giro della moglie da parte del marito, scoperte sensazionali (sono ironica) e molto altro: gli ospiti se ne vanno, lasciano la casa vuota e i due coniugi iniziano a mettere a posto, per poi fermarsi e decidere di continuare l'indomani mattina per dedicarsi ad altre attività, ma la loro ritrovata tranquillità verrà presto sconvolta da un avvenimento che riguarda proprio gli inquilini di sopra, avvenimento molto pericoloso in cui la protagonista non riuscirà a non mettere becco, rischiando di finire in guai seri, nonostante gli avvertimenti del marito.

Con tutta la sincerità possibile, vi dico che per me è difficile parlare dei personaggi, dei loro risvolti psicologici perché proprio questi ultimi hanno a che fare con l'avvenimento di cui non posso parlare per non fare spoiler e in realtà non c'è nemmeno molto da dire, ma ci proverò.

La protagonista, Elizabeth, è una donna ormai matura che però sembra ancora molto giovane: è intraprendente, testarda, ma è anche quel tipo di persona che non lascia mai le cose in sospeso, che cerca sempre una maniera per concludere delle situazioni, complici le esperienze passate e tutto ciò che queste le hanno insegnato; ma c'è anche da dire che non è che sembri semplicemente giovane, lei lo è ancora dentro! Infatti, prende sempre le scale per non impigrirsi (brava, così si fa) e sotto sotto secondo me vuole fare le cose da giovane.
Inoltre, è una donna molto curiosa, sarà proprio questa sua caratteristica che la porterà a lasciare il buon senso relegato in un angolino della sua mente e a immergersi in una situazione al quanto compromettente, che potrebbe cambiare la sua vita in meglio o in peggio, dipende tutto da come andrà a finire.

Affianco a lei c'è Jean-Lino, l'inquilino di sopra che risulta un personaggio un po' strano: innanzitutto, è claustrofobico, quindi non prende l'ascensore per nulla al mondo e fa sempre e solo le scale, nonostante abiti al quinto piano del palazzo: in secondo luogo, non ha mai avuto figli, ma ha avuto l'occasione di fare da nonno a un bambino, e questo lo ha portato di fronte a una grande, enorme sfida in quanto per acquistare il suo affetto ha dovuto fare di tutto e di più, forse anche troppo pretenziosamente perché non puoi far si che qualcuno ti voglia bene quasi costringendolo.
Insomma, mi dà l'idea di un uomo solo che avrebbe voluto avere dei figli, ma che non ne ha avuti, e che quindi cerca di distrarsi in altri modi, risultando talvolta strano agli occhi degli altri e sensibile agli occhi di noi lettori.

Infine, c'è Pierre, il marito della protagonista: dal poco che possiamo vedere sembra un uomo molto razionale, capace di lasciarsi andare nelle occasioni giuste e di ritirarsi in quelle che vanno al di fuori della sua comfort-zone; però, nonostante tutto, mi è sembrato un tipetto molto simpatico, di quelli con cui potresti confidarti perché sarebbe in grado di darti dei buoni consigli e di sostenerti nelle scelte più razionali (certo che, se gli dicessi che vuoi buttarti giù da un ponte, probabilmente ti manderebbe a quel paese e cercherebbe di farti capire l'assurdità della situazione).
Insomma, un signore con i fiocchi.

La particolarità di questo libro è che non ha capitoli, ma, in compenso, a ogni paragrafo corrisponde un pezzo della storia, mi spiego: è come se ci fossero due storie in parallelo, una più coerente dell'altra in quanto la prima è quella che presenta gli eventi che accadono a partire dalla festa di primavera organizzata dalla protagonista, mentre la seconda è composta da flashback separati l'uno dall'altro, ma che derivano da qualcosa che accade sulla scena e che scatena un ricordo in Elizabeth.
Questo alternarsi di scena-flashback in continuazione mi ha messo un pochino in crisi all'inizio, non riuscivo a raccapezzarmi anche perché talvolta i paragrafi erano talmente brevi che mi perdevo, però andando avanti con la lettura questa caratteristica ha iniziato ad avere un senso compiuto anche per il mio povero cervello (che probabilmente mi maledice ogni estate perché leggo circa un libro al giorno) e da quel momento ha iniziato ad ingranare anche la storia come precedentemente non aveva fatto.
Un'altra cosa che mi è piaciuta molto è il fatto che, da una situazione normalissima, una serata con gli amici, il tutto si evolva verso gli avvenimenti finali che costituiscono una sorta di mistero non convenzionale, forse, in quanto esso non aleggia attorno al chi ma attorno al perché ed è interessante vedere come si arriva alla fine e cosa succede dopo questo avvenimento che ha scombussolato la vita dei coniugi protagonisti, in particolare di uno dei due.

Concludendo, perché quando la mamma chiama perché è pronto a tavola bisogna andare subito (più o meno), devo ammettere che ho trovato questa storia carina, non mi sarei aspettata per nulla la piega che ha assunto in un certo momento la storia e forse è proprio questo elemento che ha portato la storia a decollare, finalmente.
E' però qualcosa di molto particolare, in parte strano, per via dell'alternarsi dei momenti che vi ho citato sopra e che ogni tanto fanno girare un attimino la testa, però non è neanche malaccio, dai, questo stile che l'autrice ha adottato (che non so se sia il suo o se sia un esperimento, non avendo letto altri suoi libri), bisogna solo entrarci dentro e capirlo per permettergli di ingranare la marcia.
Un libro che consiglierei a chi cerca qualcosa di diverso dalla propria comfort-zone e che è curioso di scoprire cose nuove.
Voto:

lunedì 26 giugno 2017

The Opposite Book Tag

Buongiorno! Qui è la vostra Katy che vi parla, una ragazza che in quest'ultimo periodo si sta sempre più sciogliendo perché fa troppo caldo! In ogni caso, oggi sono tornata con questo Book Tag perché nel weekend non ho avuto tempo di preparare nessun post e questo era già pronto, anche perché oggi sono via tutta la giornata quindi tutto questo è programmato già da ieri.
Ma bando alle ciance e iniziamo con questo nuovo Tag.

1. Il primo libro della tua collezione VS Il tuo ultimo acquisto
I primi libri che ho letto e ho posseduto erano quelli di Geronimo Stilton, che leggevo sempre la sera per imparare a leggere quando ero piccola piccola; l'ultimo libro che ho comprato è stato, be', non quello della McGuire, che è il penultimo, ma un altro libro che non vi posso mostrare perché è un regalo per una mia amica e non posso rischiare che sappia quale è.

2. Un libro economico VS Un libro caro
"Poison Princess" è il libro che ho pagato di meno, solo €4.50 su Amazon, invece il secondo è quello che ho pagato di più perché il prezzo è di €26.00.

3. Un libro con un protagonista maschile VS Un libro con una protagonista femminile
In "Noi siamo infinito" il protagonista è Charlie, mentre ne "La figlia del Nord" la protagonista è Rose.

4. Un libro che hai letto velocemente VS Un libro-mattone
Il primo l'ho letto in due ore, anche perché è molto piccolo; il secondo l'ho letto d'estate come compito di italiano per la terza media e ci ho messo venti giorni perché non riuscivo a leggere più di 90 pagine al giorno, visto che era una versione scritta piccolissima, però mi ricordo che mi era piaciuta tantissimo la storia.

5. Una cover bella VS Una cover brutta
La cover di "Ovunque con te" è magnifica, a mio parere ancora più bella di quella originale (cosa più che rara) per via di quei colori; invece, la cover della prima edizione di "Schegge di me" è abbastanza insulsa, non mi dice niente, molto meglio quella originale, ovvero quella della seconda edizione.

6. Un libro italiano VS Un libro straniero
Il primo è un libro scritto da un'autrice italiana e che, tra l'altro, è stato tradotto in inglese come "The Hook"; il secondo è un libro di Sarah J. Maas che non è stato ancora tradotto in italiano e che spero traducano presto perché è una storia veramente bella.

7. Un libro sottile VS Un libro spesso
Il primo è un libricino di 95 pagine che teoricamente appartiene a mia nonna, ma che in pratica è finito nella mia libreria; il secondo è un librone di più di 800 pagine ed è il libro più spesso che io abbia in casa (senza contare alcuni classici che sono divisi in tre o quattro volumi e che complessivamente sono formati da più di 1000 pagine).

8. Un romanzo VS Un non-fictional book
 
Il primo è un romanzo che decisi di leggere parecchio tempo fa perché volevo vedere la differenza con il film di qualche anno fa; il secondo è un saggio sulla donna all'epoca dei romani che ho dovuto leggere per la scuola.

9. Un romanzo molto... troppo romantico VS Un romanzo pieno di azione
"La risposta è nelle stelle" è un libro in cui la storia d'amore fa da padrona, è molto molto romantico e dolce, ma non è neanche melenso; "Lo scontro finale" è l'ultimo libro della prima saga di Percy Jackson ed è qui che vediamo la battaglia tra dei e semidei.

10. Un libro che ti ha reso felice VS Un libro che ti ha reso triste
Il primo mi ha fatto sorridere parecchie volte e alla fine mi sono sentita proprio felice, mentre il secondo... beh, è stato il primo libro a farmi piangere e ho detto tutto.

Bene, per oggi è tutto. Noi ci vediamo domani e... pace, amore e tanti libri a tutti!

sabato 24 giugno 2017

Recensione Fahrenheit 451

Titolo: Fahrenheit 451
Autore: Ray Bradbury
Genere: Distopico
Casa editrice: Mondadori
Prezzo: €12.00 (copertina flessibile)
Pagine: 166







Trama
Montag fa il pompiere in un mondo in cui ai pompieri non è richiesto di spegnere gli incendi, ma di accenderlo: armati di lanciafiamme, fanno irruzione nelle case dei sovversivi che conservano libri e li bruciano. Così vuole la legge. Montag però non è felice della sua esistenza alienata, fra giganteschi schermi televisivi, una moglie che gli è indifferente e un lavoro di routine. Finché, dall'incontro con una ragazza sconosciuta, inizia per lui la scoperta di un sentimento e di una vita diversa, un mondo di luce non ancora offuscato dalle tenebre della imperante società tecnologica.
Recensione
Buongiorno! Qui è la vostra Katy che vi parla e oggi la qui presente sta morendo di caldo perché fuori stanno facendo la disinfestazione delle zanzare (che poi non so a cosa serva, visto che dopo una settimana sono già tornate) e le finestre sono tutte CHIUSE!
A parte questo, eccomi qui per parlarvi di un libro che aveva sempre destato la mia curiosità, ma che non mi ero mai decisa a leggere fino a che la mia compagna di banco non me l'ha regalato per il compleanno (grazie Fra!).

Guy Montag è un pompiere che vive in una società in cui il loro lavoro è quello di appiccare incendi per bruciare le case di chi è in possesso dei libri proibiti, e quindi bruciare i libri stessi: è un lavoro che fa da dieci anni, non si è mai fatto domande, né ha avuto ripensamenti o altro, ma qualcosa si insinua in lui dopo l'incontro con una giovane ragazza che lo mette di fronte a una realtà completamente nuova, gli fa aprire gli occhi su tutto ciò che aveva sempre avuto davanti agli occhi e che non si era mai degnato di guardare e lo fa riflettere sul rapporto con sua moglie, una donna che si ricorda ben poco e che alterna comportamenti normali a comportamenti da pazza.
Ma soprattutto, questo incontro cambierà il suo modo di vedere il suo lavoro, capirà che forse non tutto è rose e fiori e inizierà a dare un diverso valore ai libri che fino a quel momento è stato solito bruciare, perché, in fin dei conti, chi ha detto che i libri sono inutili, che non sono reali, che portano soltanto infelicità, mentre le macchine sono molto meglio? E chi ha deciso che le persone in possesso di questo libri debbano essere per forza poco sane di mente?
Ecco che, a partire da questi nuovi pensieri, Montag inizierà una sorta di rivoluzione in un'era governata dalle macchine e in cui lui, almeno, non è felice come dovrebbe essere.

Il protagonista dell'opera è Montag, un uomo abitudinario che per dieci anni ha compiuto sempre le stesse azioni: entrare in casa d'altri, devastare e bruciare i libri, portare via le persone di quelle case dai pompieri profanate per mandarle in un manicomio o in strutture del genere. Insomma, un uomo normale che ha sempre seguito l'ordine naturale imposto a tutti dalla propria società.
Tuttavia, sulla soglia dei trent'anni il suo atteggiamento inizia a cambiare: se prima avrebbe riso di fronte alle riflessioni di una ragazza fuori dal normale, se prima si sarebbe quasi immolato per la propria causa, adesso non è più tanto convinto di ciò che sta facendo, si rende conto che nella società in cui i libri sono stati proibiti perché falsi e non portatori di felicità, caratteristica importante e sentimento che tutti devono provare, lui non è felice, ha una moglie che non riconosce neanche più e un lavoro che distrugge qualcosa di valore come i libri.
Ecco che, per tutta la durata della lettura, vediamo un'evoluzione di questo personaggio che lo porta a diventare più sensibile e a lasciarsi alle spalle l'insensibilità che caratterizza i pompieri che non si fanno scrupolo a fare irruzione nelle case altrui: Guy diventa sempre più determinato a cambiare la situazione, non si darà mai per vinto e continuerà a seguire i suoi nuovi ideali che gli sono stati donati da una diciassettenne al quanto strana, con un'incredibile parlantina e un'incredibile voglia di sapere il perché delle cose e di conoscerne anche l'origine. In questo modo, però, si assumerà anche i rischi delle sue azioni perché iniziare una rivoluzione simile davanti agli occhi di tutti potrebbe portarlo a finire in situazioni pericolose, ma che potrebbero anche aumentare ancora di più la sua determinazione.

La società di fronte a cui ci troviamo è la tipica società distopica che noi conosciamo: qui non c'è uno Snow 2.0, anzi di politica quasi non c'è cenno, ma tutte le persone sono costrette a vivere secondo regole fisse che ormai hanno imparato ad accettare e che forse non vedono più come imposizioni.
Il fine di tutto è la felicità (Fra, se mai leggerai questa recensione pensa alla mia canzoncina su Aristotele, mi raccomando) e per arrivarci bisogna eliminare tutto ciò che può turbare l'anima, ovvero i libri: a quanto pare, in questo mondo, questi non sono visti di buon occhio in quanto non rappresentano la realtà, i personaggi sono fittizi e ciò che rappresentano idem, per tanto creano soltanto delle idee erronee nelle menti delle persone, magari anche delle speranze che non porteranno mai nulla di buono, o almeno, questo è quello che credono loro (e gli epicurei... cioè, non è che dicano di bruciare i libri, ma che il fine dell'uomo è la felicità sì).
Inoltre, chiunque sia in possesso di libri deve essere praticamente mandato a morte (okay, così è un po' drammatica) e deve vedere la sua casa ridotta in cenere e accozzaglia di legno per via di qualcuno a caso che ha fatto la spia e che ha denunciato l'uomo/la donna/la famiglia in questione, costringendo i pompieri a intervenire per estirpare la minaccia alla radice, cosa che io trovo veramente deplorevole perché come puoi costringere una persona che magari è il tuo vicino di casa a vedersi privato dei suoi averi? Capisco che fra vicini possa non scorrere buon sangue, ma questo mi pare un po' troppo.

Una cosa che mi ha stupito è il fatto che in determinati punti della lettura lo stile dell'autore si facesse più incalzante, la situazione si svolgeva in un climax ascendente che mi sembrava fosse seguito da un silenzio dopo essere arrivati al culmine, come quando nei film si succedono anche solo una serie di battute che portano gli attori ad alzare sempre di più la voce accompagnati da una musica che cessa immediatamente nel momento in cui uno di questi ha pronunciato qualcosa che o non avrebbe dovuto dire o possiede un peso e una coscienza troppo grande per continuare il dialogo.
In particolare, questa caratteristica l'ho trovata nei momenti in cui i protagonista pensava, quando il suo flusso di pensieri diventava talmente ingombrante e altisonante da aver bisogno di un respiro finale per via della sua intensità e del peso che quegli stessi pensieri avevano nell'animo di Montag, perché significavano la fine del mondo da lui conosciuto, la fine della sua esistenza fino a quel momento e l'inizio di una nuova vita, di una nuova e ritrovata felicità che prima forse non aveva potuto apprezzare a pieno oppure non in questa forma.

Questo libro ci pone di fronte a un mondo in cui i nostri compagni più fedeli vengono banditi dalla legge perché considerati illusori... ma non è forse questo anche ciò che ci avvicina a loro? La possibilità di pensare a come sarebbe potuta andare diversamente la nostra vita se quei mondi che gli autori ci dipingono con le loro magiche immaginazioni fossero stati reali? Non è anche questo il bello della lettura, il fatto che non per forza deve essere veritiera una storia, ma basta che ci sappia trasportare in epoche diverse, in vite diverse e in mondi inesplorati nonostante non esistano?
E allora io mi sono chiesta: perché questi uomini condannano in questo modo le storie contenute nei libri? Non può essere semplicemente il fatto che non rappresentano la realtà. E quindi questa è la mia conclusione, giusta o sbagliata che sia: come nell'antichità le Streghe venivano messe al rogo perché si pensava che fossero oggetto del Demonio, così in questa società i romanzi vengono eliminati per paura, sì, paura dell'ignoto, di qualcosa che va al di là delle nostre capacità mentali e forse della nostra capacità di comprendere, di qualcosa che mostra una faccia diversa del nostro stesso mondo, paura di scoprire forse mondi migliori, mondi in cui apparentemente tutti sembrano felici, e di scoprire che il nostro invece non ci arriva nemmeno lontanamente a quella costituzione... e se questo turba gli animi dei lettori di questa società, magari dei Grandi personaggi della loro contemporaneità, perché non eliminare il problema eliminando proprio ciò che potrebbe far sì che gli uomini si ribellino ai propri capi pretenziosi, ai governatori licenziosi, a una società ingiusta?
I libri per loro sono armi, armi letali che possono sovvertire l'ordine naturale del mondo, ma forse loro non si rendono conto del fatto che quest'ordine è già andato perduto da molto tempo e che non ha senso oramai preoccuparsi di questo. Preoccupiamoci delle persone, di come si sentono e compiamo azioni non per il nostro tornaconto ma per quello degli altri.
Voto:

venerdì 23 giugno 2017

Pensieri su: Il razzismo spiegato a mia figlia

Buongiorno! Qui è la vostra Katy che vi parla e oggi sono tornata con un nuovo post un po' particolare: avevo già detto un po' di tempo fa che ogni tanto mi sarebbe piaciuto usare il blog come diario delle riflessioni, perché in fin dei conti i blog nascono come dei diari online, e parlare con voi di un argomento, di qualcosa che mi era venuto in mente durante la giornata, insomma, qualsiasi cosa che possa produrre una riflessione e quindi il momento è arrivato!
Come prima riflessione voglio utilizzare un libro che ho letto molto recentemente e che ci è stato assegnato come compito delle vacanze di storia in quanto tratta un tema che affronteremo nel corso del prossimo anno scolastico: il razzismo spiegato a mia figlia.

Questo libro posto in forma dialogica (di dialogo) parla di un padre che si ritrova a parlare alla figlia di cosa significhi essere razzisti, di come tutto questo odio nei confronti di chi è diverso sia nato e delle conseguenze che questo sentimento ha portato, talvolta anche conseguenze disastrose per l'intera umanità (o quasi).

Innanzitutto, noi sappiamo che il razzismo è l'atteggiamento di chi si crede superiore a qualcuno per via di caratteristiche fisiche, un po' come i cristiani nei confronti degli ebrei che venivano perseguitati prima per via dell'antigiudaismo e poi dell'antisemitismo, ed è dettato dalla paura dell'ignoto, del diverso, ma anche da tanto altro. Ma cosa provoca il razzismo? La nostra storia ci racconta di molti fatti accaduti proprio in nome di questa ipotetica superiorità (le Crociate, tutte le volte in cui arabi ed ebrei sono stati costretti "all'esilio", ecc.), ci racconta della Seconda Guerra Mondiale, dove milioni di ebrei (ma non solo loro) sono stati sterminati da un uomo che credeva di poter arrivare a creare una razza perfetta, priva di impurità.
Ecco, questo è forse il pensiero che più di tutti sta alla base del razzismo: eliminare tutto ciò che è diverso e che può costituire una minaccia, non tanto perché questo "diverso" possa essere un delinquente o un serial killer, quanto più perché può intaccare la propria cultura, i propri usi e costumi e c'è chi è conservatore e non vuole che l'ordine che fino a quel momento è stato parte integrante della propria società venga attaccato.

Se ci pensiamo bene, il razzismo è qualcosa che è esistito fin dai tempi antichi: senza andare troppo in là, andiamo al tempo dei Romani, quando sul campo della politica si scontrano il Circolo degli Scipioni (che, probabilmente, non è mai esistito, non come un'organizzazione fatta e stabilita), forti grecisti, e Catone il Censore, conservatore e sostenitore del mos maiorum. Ora, forse potrebbe essere un po' azzardato parlare di razzismo in questo caso, però l'atteggiamento è molto simile: i Greci sono un popolo che è migliore di noi o che potrebbe esserlo? Bene, eleviamo un muro e impediamo alla loro cultura di entrare a Roma e in tutte le città dell'Impero (che a quel tempo non era ancora tale)! Un po' come Trump oggi, che non vuole gli stranieri non tanto perché "sono terroristi", cosa non vera perché non lo sono tutti e potrebbe esserlo anche un americano, quanto più perché "sono diversi e non mi piacciono".

Certo, c'è da dire che oggi più che mai questa parola è all'ordine del giorno, specie se si considera tutto ciò che sta accadendo negli ultimi tempi e anche il fatto che qualche secolo fa era normale disprezzare il diverso: ora, però, ci siamo evoluti, abbiamo compreso che tutti dovrebbero avere gli stessi diritti e che siamo tutti uguali perché il DNA è lo stesso, cambia da individuo a individuo, ma la struttura è comune a tutti noi umani. Eppure c'è ancora chi non recepisce questo fatto!
Siamo sempre buoni a dire che siamo evoluti di qui, siamo evoluti di là, la nostra tecnologia è all'avanguardia e tanto altro, ma allora perché continuiamo a comportarci come degli uomini primitivi? Evolversi non vuol dire migliorare (o peggiorare, dipende dai punti di vista) solo fisicamente oppure dal punto di vista tecnologico, ma vuol dire che cambia anche la nostra mentalità che deve andare a spasso con i tempi, perciò perché siamo ancora ai tempi di Cristoforo Colombo ritenendo tutti gli abitanti del Terzo Mondo inferiori perché noi, i bianchi, li abbiamo conquistati EONI fa? Con il passare del tempo abbiamo iniziato a integrare nella nostra società di colonizzatori i colonizzati che talvolta sono riusciti anche a superarci (pensiamo a Obama, un povero "nero" che intanto è diventato Presidente degli USA e che ha fatto probabilmente un lavoro migliore di qualche altro Presidente "bianco"), siamo arrivati a un punto tale da viverci anche accanto, e allora perché tutti questi pregiudizi? Come il fatto che, oggi giorno, se vieni dal Marocco o da altri paesi islamici sei per forza un terrorista: NO! Non siamo tutti uguali, non possiamo essere definiti come una massa indistinta, ma ognuno di noi ha il proprio credo, le proprie convinzioni e la propria moralità.
Però, se è vero che uno ha le proprie opinioni e che ha il diritto di esprimerle, non è detto che bisogni metterle in pratica e che bisogni dire io sono superiore: io credo che ognuno sia libero di amare chi vuole e tu credi che chi è omosessuale sia uno scherzo della natura? Bene, tu hai la tua opinione e io la mia, ma questo non ti dà il diritto di scaldarti tanto e di andare la fuori a pestare tutti quelli che amano persone del loro stesso sesso per riportarle "sulla retta via" perché sono umani proprio come me e te, che siamo uguali a chi ha la pelle scura, chi ha la pelle bianca, gialla, rosa, azzurra. 
Parliamo spesso di un mondo diviso, ma ci siamo mai chiesti il perché? Io sì, e credo che questa divisione derivi da due cose: ambizione portata agli estremi, perché la fuori ci sono esseri umani che farebbero di tutto pur di avere potere, e la credenza che non siamo tutti uguali, ma che esistano razze diverse e che, soprattutto, gli individui della stessa "razza" siano tutti uguali, quindi se uno è cretino lo saranno pure gli altri. Ecco, se iniziassimo a rispettarci gli uni con gli altri, forse potremmo sperare in un mondo più tranquillo, dove i giovani, i bambini possono vivere con la certezza al 90% (c'è sempre un fattore di dubbio) che potranno realmente vivere la loro vita nella serenità e non nell'odio, perché non ha senso farsi la guerra quando tutto ciò che ci vorrebbe è un pizzico di rispetto, per gli altri ma anche per noi stessi, per le altre culture e gli altri credi.
Non dico che tutti dobbiamo piacere a tutti e farci piacere tutti, perché ci sta avere simpatie e antipatie, ma anche se uno non mi va molto a genio non mi permetterei mai di fargli del male per il semplice fatto che "non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te". Ti piacerebbe venire escluso dagli altri? Ti piacerebbe essere additato come diverso? Ti piacerebbe sentirti fuori posto ogni santo giorno per via della prepotenza di qualcuno? Io non credo, e allora al posto che reagire con meschinità varie, sorridi e fai buon viso a cattivo gioco, rispetta, ma non fare mai il cafone (scusate la parola) con gli altri perché non è di certo quello che noi giovani sogniamo, visto e considerato che molto adulti-politici del mondo credono di fare le cose per garantire un futuro a noi piccolini o per porre le basi del nostro operato, quando fanno le cose solo nel proprio interesse.

*****
Bene, il post di oggi finisce qui, avrei voluto dire altre cose ma non sapevo come inserirle e non volevo andare a parare sull'Isis, ma spero sia venuto fuori qualcosa di almeno decente, che io sia riuscita a tirare fuori la mia opinione, il mio pensiero senza creare confusione o altro.
Se vi va fatemi sapere anche se vi può piacere un post del genere e, eventualmente, cosa voi pensate di questo argomento.
Pace, amore e tanti libri a tutti!

giovedì 22 giugno 2017

Recensione La fine del mondo arriva di venerdì

Titolo: La fine del mondo arriva di venerdì
Autore: Isabel C. Alley
Casa editrice: Self-publishing
Genere: Romance
Prezzo: €2.99 (ebook)
Pagine: 280






Trama
Può una piccola decisione, apparentemente priva d’importanza, cambiare un’intera esistenza? Può l’amore, il sentimento più brillante e puro che esista, risvegliare un cuore assopito e renderlo allo stesso tempo così vulnerabile? Giulia avrebbe potuto ottenere la vita perfetta: una brillante carriera da avvocato, due splendidi bambini, un marito medico elegante e distinto. Invece si ritrova sola, in una mattinata di fine giugno, a boccheggiare per i trenta gradi della sua casa e il post-sbronza del venerdì sera. Durante il suo viaggio verso una meta solida e sfarzosa, uno strano meccanismo arriva a cambiare la direzione dei binari su cui il treno Giulia si sta muovendo: un meccanismo che porta il nome di Lia. È la sua nuova coinquilina, romana, con una zazzera enorme di riccioli in testa, a scuotere Giulia dall’apatia che tormenta le sue giornate, portandola con sé nel mondo della rievocazione storica. È là, tra allegri festeggiamenti, danze intorno al fuoco, abiti di lino e radure immerse nei monti che Giulia conosce la libertà, la spensieratezza, l’amore.
È là che conosce Fran. Fran, capace di portare l’oro dell’estate nel grigio inverno di Giulia. In estate, però, nascono anche le tempeste e non sempre le tempeste si placano. A volte possono lasciare dietro di loro un vuoto oscuro, come se ci si trovasse, tutto a un tratto, alla fine del mondo. La fine del mondo può arrivare nel momento più inaspettato, prendendo da sola un appuntamento con ognuno di noi. Per Giulia ha scelto il venerdì.
Recensione
Buongiorno! Qui è la vostra Katy che vi parla insieme a una zanzara che, evidentemente, si è innamorata di me perché non vuole proprio andarsene... ah, le gioie dell'estate!
A parte questo, oggi sono tornata per parlarvi di un romanzo che mi è stato gentilmente mandato dall'autrice per farne una recensione e che ho apprezzato parecchio anche se ci ho messo un po' ad ingranare la giusta marcia.

La storia è quella di Giulia, una donna che aveva sempre sognato la vita perfetta e che invece si è ritrovata in una facoltà che non le piace, con pochi amici se non quelli che guardano solo ai soldi, con un ragazzo che sembra essere focalizzato solo sulla carriera sua e di Giulia e con una famiglia che ha paura di deludere perché loro le hanno sempre indicato la strada da percorrere
Ora, però, ha finalmente avuto il coraggio di cambiare la sua vita e renderla più felice, infischiandosene del giudizio degli altri, grazie a Lia, la sua nuova coinquilina che le ha aperto gli occhi su un mondo completamente diverso, su un gruppo di rievocazione celtica che le sta permettendo di lasciarsi andare e di fare nuove esperienze: fra queste ultime c'è Fran, un uomo affascinante che le sta vicino, come una spalla su cui fare affidamento nei momenti di bisogno, e che saprà consigliarla. L'affetto che prova per lui presto si tramuta in qualcos'altro, ma le cose non saranno così facili: a quanto pare, non tutte le persone che ha conosciuto sono quello che mostrano, c'è chi fa finta di essere felice, chi fa lo sbruffone e chi si nasconde dietro una grande corazza, ed è per questo che la situazione si rivelerà diversa da come aveva pensato.

La protagonista di questa storia è, come già avrete capito (grazie per aver sottolineato l'ovvietà Katy), Giulia, una donna un pochino giù di morale, ammettiamolo, perché la vita che ha non è quella che avrebbe desiderato, né tantomeno quella che la rende felice, ma dopo aver sguazzato nella "depressione" riesce finalmente a rimboccarsi le maniche e a cambiare tutto ciò che non le piace: ecco che il suo atteggiamento inizia a cambiare, non è più la figlia sottomessa che fa tutto ciò che i genitori vogliono, ma una donna indipendente e determinata, capace di prendere da sola delle decisioni. Una di queste è quella di seguire la sua coinquilina Lia in una nuova avventura, e sarà anche grazie a questa che cambierà il suo atteggiamento, che inizierà veramente a prendere in mano le redini della propria vita: tuttavia, questo porterà un fattore inaspettato, un effetto collaterale che non aveva previsto, di nome Fran, che porterà con sé un vento nuovo, sensazioni nuove ma anche pericolose, capaci di lasciare un impronta nel profondo del suo cuore, della sua mente, della sua anima.

Dal canto suo, Fran sembra il tipico uomo affascinante che si porta dietro una scia di ragazze che vorrebbero quantomeno conoscerlo, carismatico, simpatico, ma con un'aria sbarazzina che non te lo fa inquadrare subitissimo (anche perché, avanti, la fregatura deve sempre esserci, quindi io la cerco da ogni parte).
Lui fa il falegname, crea con le proprie mani e uno scalpello delle piccole opere d'arte in legno, come quelle che io ho sempre ammirato ai mercatini vari, e durante il week-end anche lui si diletta nella rievocazione celtica : è qui che incontra Giulia e tra loro nasce subito una certa amicizia che sembrerebbe durare in eterno, perché lui si preoccupa davvero per lei, le dona consigli preziosi su come affrontare tutti i cambiamenti a cui si sta sottoponendo e forse le dona anche momenti di follia, di spensieratezza.
Diciamo che io 'sto ragazzo non l'ho mai capito a pieno, e nemmeno alla fine ho potuto capire cosa frullasse nella sua testa, però credo che, come viene detto a un certo punto della storia, anche lui abbia avuto la sua dose di infelicità e che adesso indossi una sorta di maschera che potrebbe essere più fragile di quanto si possa pensare (ovviamente, questa è una mia supposizione).

Infine, ultimo personaggio di cui vi voglio parlare, abbiamo Alex, un uomo che lavora come tirocinante di medicina in un ospedale e che proviene dallo stesso ambiente della protagonista: amici fin da piccoli, per loro è stato quasi naturale intraprendere una storia d'amore, condividendo gli stessi ideali, però forse questi ultimi non erano farina del loro sacco per tutti e due...
Sempre dedito alla creazione di una carriera come si deve, sempre volente frequentare gli ambienti a cui lo hanno iniziato i propri genitori, non credo abbia mai pensato di testa sua, e questo può capitare quando per tanto tempo qualcuno ti convince che una certa strada sia la tua ma forse non lo è; come se non bastasse, di quest'uomo perennemente attaccato ai soldi e al lavoro ci viene presentata la sua insensibilità al disagio della protagonista, la sua attenzione non tanto a quello che lei potrebbe sentire ma a ciò che potrebbe succedere se lei lasciasse la strada sicura impostale dai suoi genitori.
Insomma, un uomo che forse preferisce lasciarsi guidare dal pilota automatico su una via che lui non ha scelto piuttosto che andare all'avventura e correre dei rischi, positivi o negativi che siano.

Devo ammettere che all'inizio non riuscivo a immedesimarmi nella storia, ci ho messo un attimino a comprendere il mondo della Teuta, di questo gruppo di rievocatori del quale la protagonista entra a far parte: il fatto che iniziasse in maniera tale da non sapere cosa fosse accaduto prima mi ha permesso di ingranare la marcia solo dopo qualche decina di pagine, complice anche il caldo sotto cui mi stavo sciogliendo mentre leggevo questo romanzo.
Ma, a parte questo iniziale momento di assestamento, la lettura è poi proseguita liscia come l'olio, mi sono affezionata a Giulia, avrei voluto dare degli schiaffi a qualcuno e mi sono sorpresa nel finale: mi sarei aspettata un happy ending molto diverso, non quello che è effettivamente accaduto, ma devo dire che forse era più giusto così, che il messaggio che trasparisse fosse quello de "non puoi mai essere sicuro di quanto conosci una persona fino a che non esce dalla sua comfort zone e si mette in gioco" e questo l'ho apprezzato veramente tanto perché in fin dei conti tutti portiamo una maschera, bisogna solo essere in grado di capire che tipo di maschera è, quando è caduta e cosa ci può essere sotto.

Concludendo, perché tra il caldo di giugno e il calore sprigionato dal mio buon caro e vecchio computer sto morendo, questa è stata una bella lettura, leggera, fresca e con un briciolo di verve che mi fa sempre mettere in moto gli ingranaggi del cervello perché adoro capire cosa succede nelle menti dei personaggi, quali sono le loro vere intenzioni, cosa nascondono e tanta altre cose che non sto ad elencare, diciamo solo che il mio animo in fondo è un animo da detective che Sherlock Holmes spostati grazie (no, scherzavo, non mi permetterei mai di ritenermi superiore a un tale uomo).
Insomma, qualcosa di carino che ha saputo sorprendermi nonostante i miei dubbi iniziali.
Voto:

mercoledì 21 giugno 2017

WWW... Wednesday! #38

Buongiorno! Qui è la vostra Katy che vi parla e oggi sono tornata con un nuovo appuntamento di questa rubrica del mercoledì inventata dal blog Should Be Reading, in cui devo mostrarvi le mie letture in corso, terminate e in programma.

What are you currently reading?
Attualmente sto leggendo questo libro che mi ha intrigato sin da subito, però sono solo all'inizio, quindi non posso dirvi nulla.

What did you recently finish reading?
Dunque, questa settimana ho letto "Fahrenheit 451" e devo dire che mi è piaciuto molto, anche se non ho sentito questa cosa nell'immediato, ho dovuto rifletterci un attimo prima di dare un mio giudizio sulla lettura e le mie idee si sono fatte più chiare scrivendo la recensione; poi ho letto "Babilonia" un libricino molto carino che mi ha sorpreso soprattutto nella parte finale, perché all'inizio ci ha messo un po' a ingranare; successivamente ho letto il libro della McGuire che vedete lì sopra e anche questo l'ho adorato, uno di quei pochi New Adult che sanno essere fini senza mai sfociare nel volgare.
Dopo di che ho avuto la straordinaria idea di leggere "Lord of Shadows"... non ero pronta, sapevo che ci sarebbero state quattro morti (giusto perché la zia Cassie è megalomane), ma non ero pronta a dire addio a tre di questi personaggi... vi dico solo che alla fine mi sono scese due lacrime e con questo penso di aver detto tutto.
Poi ho letto due novelle della saga di "Regina Rossa" e devo dire che la prima mi è piaciuta più della seconda, che però tutto sommato è lo stesso carina; e poi ho letto "Il razzismo spiegato a mia figlia", un libro che ci è stato dato come compito delle vacanze di storia e che ho apprezzato tantissimo perché parla di cose che accadono ancora adesso e fa riflettere, per ciò ho deciso che non ne farò una recensione ma un post particolare.
Infine, ho letto il quarto volume de "Le stelle di Noss Head" e... avrei dovuto seguire il mio buon proposito di non leggere fantasy per un po' perché quella fine mi ha devastato. Come faccio ad aspettare per il prossimo volume?

What do you think you'll read next?
Allooora, questi sono quattro (in realtà sei, ma pazienza) degli infiniti titoli della mia TBR, vediamo come sarà la mia mente dopo aver finito "Neve come la cenere"... magari staccherò un attimo e ripiegherò su un romance, ma vedremo.

Bene, se vi va fatemi sapere le vostre letture.
Pace, amore e tanti libri a tutti!