martedì 11 settembre 2018

Recensione Real Love

Titolo: Real Love
Autore: Erin Watt
Genere: New Adult
Casa editrice: Sperling & Kupfer
Prezzo: €17.90 (copertina rigida)
Pagine: 331






Trama
Oakley Ford è famoso, attraente, con una reputazione da bad boy e una vita sopra le righe. La sua fama di bello e dannato, però, sta pericolosamente vanificando i successi raggiunti. E se non vuole essere una meteora, Oakley deve cambiare registro. Adesso. Dire addio a feste, ragazze e amicizia sbagliate una volta per tutte e mettere la testa a posto, trovandosi una relazione - normale - con una ragazza normale, anche a costo di pagarla una cifra da capogiro. Dopo un'attenta analisi, la scelta ricade su Vaughn Bennett, la quintessenza della brava ragazza: bellezza acqua e sapone, un diploma conquistato in anticipo e un lavoro part-time come cameriera per aiutare economicamente la famiglia. Per Vaughn la proposta è semplicemente folle: una montagna di soldi per fingersi la fidanzata di qualcuno? Ma un'occasione come questa non capita tutti i giorni e lei non può negare che quei soldi le farebbero davvero comodo. Le permetterebbero di pagare il college ai fratelli, estinguere i mutui e, sì, semplificarsi la vita. Così finisce per accettare. In un mondo pieno di filtri e finzione, per nessuno dei due sarà facile distinguere ciò che è vero, reale, da ciò che non lo è, ma i brividi di un bacio non mentono mai.
Recensione
Buongiorno! Qui è la vostra Katy che vi parla e, sì, è appena ricominciata la scuola... ah, mammina, mi fa un po' specie pensare che questo sarà il mio ultimo anno di liceo, che ieri era l'ultimo vero primo giorno di scuola e che sarà tutto un anno fatto di "oh, questo era l'ultimo (qualcosa)". Mi sento già un po' nostalgica, però non voglio pensarci troppo, non anticipiamo troppo le cose, godiamoci quest'anno e cerchiamo di dare il meglio di noi stesse.
Anyway, oggi sono tornata per parlarvi di un libro che ho letto quasi un mese fa, uno dei due nuovi libri di Erin Watt, l'unico che avessi intenzione di leggere.

Dunque, la storia è abbastanza semplice: Vaughn (ma esiste veramente qualcuno che si chiama così? Come diamine lo pronunci?) ha diciassette anni e ha perso i suoi genitori in un incidente qualche anno prima. Da quel momento, la sua vita non è più stata la stessa: sua sorella maggiore si è dovuta accollare i debiti lasciati dai loro genitori e lei stessa ha deciso di dare una mano a trovare soldi diplomandosi con un anno di anticipo e andando a lavorare come cameriera, anche per poter creare un fondo per il college per i suoi due fratellini di dodici anni.
La loro famiglia si trova sul lastrico, solo un miracolo potrebbe aiutarli, ed effettivamente è proprio così che accade: il manager di uno dei cantanti più famosi, Oakley Ford, decide di ingaggiarla come finta fidanzata - e soprattutto, normale - del suo cliente per ripulirne un po' la reputazione e per permettergli di lavorare con uno dei più importanti produttori musicali.
Sebbene lei abbia già un ragazzo e non sia allettata chissà quanto dalla proposta di tradirlo pubblicamente per finta, il compenso che le verrà dato sarebbe abbastanza alto da permettere loro di estinguere i debiti e mettere qualche soldino da parte, così accetta.
Inizialmente il rapporto con il diciannovenne è piuttosto difficile, Vaughn, una ragazza posata, tranquilla, che non è di certo abituata a ottenere tutto quello che vuole e che vive ancora in parte nel lutto subito un paio di anni prima, si ritrova a dover avere a che fare con Oak, un ragazzo decisamente sopra le righe, abituato a fare quello che vuole, ottenere le attenzioni di una ragazza senza neanche impegnarsi e vivere della sua musica anche se questo l'ha condotto lontano dai suoi genitori, entrambe star del cinema.
Col passare del tempo, però, le cose fra loro due cambiano, lei inizia a conoscere sia lui sia se stessa e forse il lavoro potrebbe non essere più tale.

Benché la trama sia di per sé molto semplice e forse un po' banalotta (una ragazza normale si trova a fianco di una celebrità e i due si innamorano contro ogni previsione), "Real Love" è comunque un libro che sa farsi apprezzare, forse anche proprio per la sua semplicità: chi non ha mai sognato di intraprendere una relazione con la propria celebrity crush? Ecco, con questo libro possiamo continuare a sognare e vedere come potrebbero essere le cose se qualcosa del genere succedesse veramente... oddio, forse così lo sto facendo suonare come qualcosa di stratosferico, però in parte potrebbe essere un modo di leggere questa storia, no? O forse sono io che sono una persona che ha sempre sognato un sacco ad occhi aperti (letteralmente, quando ero piccolina e andavo a scuola a piedi ero già un'esperta di film mentali, o meglio di serie TV mentali) e che apprezza queste storie qui, che sanno essere molto dolci soprattutto per il fatto che la celebrità in questione si lascia spesso andare a confessioni che ti lasciano riflettere sul fatto che fare un lavoro che ti porta ad essere conosciuto in tutto il paese/il mondo può non essere così tanto piacevole, può avere degli aspetti negativi, come la scarsa presenza di privacy.

Ecco, Oakley mi è piaciuto soprattutto per questo, perché dietro a quel suo viso da duro nasconde una fragilità, l'insofferenza verso la sua vita non più normale.
Sebbene abbia la possibilità di fare un lavoro che gli piace, che è la sua passione, risente di alcuni degli aspetti più invadenti: non ama che i fan lo tocchino quando gli chiedono una foto perché è come se si prendessero più confidenza di quanto spetterebbe loro, senza neanche chiedere il permesso, dando semplicemente per scontato il fatto che lo possano strapazzare quanto vogliono perché è un vip, è il loro idolo oppure perché lo ammirano tantissimo.
E in tutto ciò una parte importante è costituita dai social: su queste piattaforme le persona scrivono quello che vogliono, ne hanno il diritto, però spesso dimenticano il rispetto per gli altri, cosa importantissima se si vuole cercare una sorta di convivenza civile soprattutto con persone che non si conoscono affatto. Lasciare commenti critici può essere un bene o un male a seconda di come lo si faccia, perché quando si dà una critica costruttiva vuol dire che si mantiene un minimo di obiettività e serve magari per far crescere una certa persona, ma quando si critica con cattiveria si dimostra di essere, in molti casi, delle persone poco serie, magari invidiose degli altri, e che debbono sfogarsi in un qualche modo su chi è causa involontariamente della propria infelicità.

Un altro elemento che le due autrici hanno voluto inserire sempre in questo contesto è il fatto che ci sono persone che pur di ottenere fama si approfittano di coloro che in un qualche modo sono collegati con questo ambiente. Lo vediamo soprattutto attraverso il ragazzo di Vaughn, W., il quale, da una parte, accetta mal volentieri la situazione che gli si profila davanti - ma solo perché lasciandosi per finta e andando lei con un cantante lui passerebbe per sfigato agli occhi dei suoi amici *facepalm* - però, dall'altra, è ben contento, anzi fa pure il ricattino alla protagonista dicendole, sostanzialmente, che lui le permette di fare una cosa simile ma lei deve, in cambio, mostrare un progetto suo e dei suoi amichetti al manager del cantante... ora, grazie a ciò ho la possibilità di parlare di una cosa che veramente mi fa arrabbiare come non mai: io odio profondamente 1) le persone che ti fanno i ricattini, 2) le persone che si approfittano di te per arrivare dove vogliono.
Parlando del punto 1, quello che posso dire è che è una cosa veramente bruttissima, come a dire "Okay, tu vuoi fare questo e te lo lascio fare, ma lo fai alle mie condizioni, ovvero ritornando il favore". No, no e poi no. E' terrificante. Cioè, io voglio/devo fare qualcosa per me o, chessò io, per qualcuno che mi sta particolarmente caro, ti chiedo se sei d'accordo e tu mi dici che però devo fare anche qualcos'altro perché sennò non se ne fa niente? E no, eh! Poi mi fai sentire pure in colpa perché io ho voluto fare una cosa che volevo io, di cui avevo bisogno per me stessa. Che poi, cosa ottieni con il ricattino? Te lo dico io: un bel niente, a parte il mio odio permanente perché mi hai costretto a far qualcosa che non volevo, ma siccome sono buona/ci tengo troppo all'altra cosa lo faccio.
Soffermandoci ora al punto 2, devo dire che è una cosa che ho visto molto spesso, purtroppo: certe persone pensano che, siccome tu hai gli agganci giusti, possano evitare di fare gavetta da sé e chiedono a te di aiutarli a saltare un bel pezzo della loro scalata, facendoti sentire usata... anche questa è una cosa orribile, specie poi quando capita con persone che credevi tue amiche, o a cui comunque tenevi particolarmente: tu credi, magari, di aver trovato l'amico del secolo e poi scopri che gli serviva solo qualcosa, che per questa persona non eri altro che un modo per facilitarsi il lavoro, al ché prima ti disperi chiedendoti dove hai sbagliato, poi ti arrabbi con te stessa e infine continua a non addossare la colpa a questa persona. Insomma, pronto? Io non sono il tuo maggiordomo personale, le cose puoi anche fartele da solo e se ciò significa vederti sbattere le porte in faccia chissene importa, quando finalmente vedrai il frutto del TUO lavoro sarà ancora più emozionante.

Concludendo, perché ho pochi minuti prima di dover andare a studiare, ammetto che mi aspettavo qualcosa di peggio da questo libro, soprattutto visto che nelle prime pagine ci sono stati alcuni risvolti un po', permettetemi la parola, trash, ma in definitiva si è rivelata una lettura molto carina e in certi momenti anche un briciolo emozionanti, soprattutto quando si trattava di Oakley.
Una lettura leggera, che si presta bene per quei momenti in cui non vuoi pensare a niente e perderti da qualche parte che non sia nella tua realtà.
Voto:

1 commento:

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