giovedì 20 settembre 2018

Recensione Tatiana & Alexander

Titolo: Tatiana & Alexander
Autore: Paullina Simons
Genere: Romance
Casa editrice: Rizzoli
Prezzo: €11.05 (copertina flessibile)
Pagine: 672






Trama
Né la guerra né i 900 giorni dell'assedio di Leningrado sono riusciti a distruggere il grande amore di Tatiana e Alexander. Ora lei si ritrova sola in America con Anthony, il loro bambino appena nato: le hanno detto che Alexander è morto, ma nel profondo sente che non può averla abbandonata per sempre. Infatti il giovane ufficiale è vivo, anche se nella disperata condizione del prigioniero: caduto nelle mani della famigerata polizia di Stalin, sopravvive tra orribili sofferenze e torture nell'attesa di essere giustiziato come traditore e spia. Eppure Alexander non ha perso la speranza, perché sa che da qualche parte, in America, Tatiana e il figlio che non ha mai conosciuto lo stanno aspettando. Così Tatiana e Alexander continuano a vivere l'una all'insaputa dell'altro, divisi da un oceano, aggrappati al ricordo del loro amore che è riuscito a sconfiggere l'inverno russo e la fame, a sfuggire alle bombe della guerra. E che non può finire.
Recensione
Buongiorno! Qui è la vostra Katy che vi parla, oggi tornata con una nuova recensione, quella del seguito de "Il Cavalire d'Inverno", romanzo che lessi un paio di anni fa e di cui non mi decisi mai a leggere i volumi successivi, in parte perché qualcuno non ne era rimasto particolarmente soddisfatto e in parte perché mi ero spoilerata un sacco di roba.
Ma bando alle ciance e iniziamo!

La storia riprende più o meno nel punto in cui l'avevamo lasciata: Tatiana è riuscita ad arrivare in America, incinta e convinta che il marito sia morto; Alexander, separato dalla moglie, viene arrestato con l'accusa di aver tradito la Madre Patria e di essere una spia americana.
I due adesso sono separati, e non sono neanche sicuri che l'altro sia ancora vivo, Tatia crede al certificato di morte che le è stato fornito, perciò si dedica completamente al figlio Anthony e a dare una mano a Ellis Island con le sue capacità da infermiera, mentre Shura cerca di resistere, di non arrendersi nella speranza che un giorno possa rivederla, sempre che sia riuscita a scappare.
I due cercano di sopravvivere come meglio possono alla situazione in cui si ritrovano, cercando di non abbandonare mai la fede, ma non è facile, ci sono momenti in cui lei vorrebbe essere in grado di lasciarsi andare e di accettare la corte del dottor Edward, e lui invece vorrebbe saperla al sicuro, essere sicuro che ciò che ha fatto non sia stato vano, mentre si impegna a sopravvivere ancorandosi al suo ricordo.
La guerra li ha separati, e loro non sanno nemmeno se riusciranno a rivedersi, se la morte non sia già arrivata e sperare non abbia più senso.
Lontani, Tatiana e Alexander faranno di tutto pur di andare avanti con le loro vite, anche in mezzo alle continue difficoltà e alle continue tentazioni di cedimento,attaccandosi l'una all'altra, non lasciando andare il loro amore, l'unica cosa che ormai li tiene in vita.

Nella prima parte del romanzo, non vediamo soltanto i primi momenti in cui i due tentano di adattarsi alle loro nuove condizioni, ma abbiamo anche la possibilità di scoprire alcune cose interessanti sul conto del nostro caro Shura attraverso tutta una serie di flashback che vanno dal 1936, anno in cui i suoi genitori hanno deciso di trasferirsi in Russia, rivoluzionando così tutta la loro vita, agli ultimi giorni trascorsi insieme a Tatiana a Lazarevo, gli ultimi istanti della sua licenza matrimoniale prima di dover tornare al fronte.
Tutte queste nuove informazioni che acquisiamo su di lui ci sono fondamentali per comprendere meglio il motivo per il quale si trova a dover combattere per non venire ucciso e per sopravvivere alle accuse di tradimento che gli vengono mosse. In un qual certo senso, si potrebbe dire che i suoi genitori, in particolare il padre, fossero dei sovversivi, invasati delle idee comuniste e forse troppo desiderosi di dare una mano alla società russa, rinnegando molto velocemente il loro essere americani.
Questo fatto ha portato per Alexander molti guai, ha dovuto praticamente disconoscere le sue origini e cambiare persino cognome per poter sopravvivere in un paese nel quale gli stranieri non erano ben visti se non riuscivano a mischiarsi perfettamente fra i "connazionali". E' riuscito, però, a scappare da una morte certa a diciassette anni, e ad entrare nell'Armata Rossa, insieme all'amico Dimitri a cui ha raccontato tutto di se stesso. L'incontro con Tatiana, che qui rivediamo dal suo PoV, ha cambiato le carte in tavola: il suo piano di fuggire con l'amico per tornare nella terra natia sfuma sempre più col passare del tempo, perché lui si innamora di quella ragazza con il vestito bianco con rose rosse disegnate sulla stoffa, ed è allora che, inconsapevolmente, prepara il terreno per quello che succederà, per le accuse e per l'allontanamento dalla sua amata.

Se avete letto le mie ultime recensioni (penso a quelle di agosto in particolare, ma qualcuna anche prima e dopo), saprete che oramai io vivo per il tormento che trovo nei libri. Se non c'è tormento in una storia d'amore, perché le condizioni apparentemente non la consentono o perché, sempre apparentemente, il cuore di uno dei due è già occupato, manca quel quid che mi permette di amare la storia. E qui, ragazzi, di tormento ce n'è eccome!
Pensiamo a Tatiana: con un figlio a carico e in un paese straniero, la nostra protagonista è convinta che il marito non ci sia più e non riesce più a vivere, non se lo permette, perché l'amore che ha provato - e che prova ancora - è stato talmente forte da mettere quasi soggezione. Non fa altro che concentrarsi sul lavoro e su Anthony, che non abbandona mai, anche mentre visita i rifugiati di Ellis Island; non esce, non si diverte, non conosce altre persone all'infuori di coloro che lavorano con lei e non riesce a dimenticare il suo Shura, non può pensare di formare una famiglia con qualcun altro, sebbene ci siano momenti in cui desidererebbe soltanto un po' di contatto fisico come quello che le dava suo marito a Lazarevo.
Alexander, invece, riesce ad andare avanti solo grazie al ricordo della sua Tatia, ma non riesce a trovare esattamente la pace, non quando non è nemmeno sicuro che lei sia salva e che non sia morta, uccisa da soldati che la vedevano come una minaccia perché sua moglie. Per carità, essere messo in prima al fronte lo aiuta a concentrarsi su altro, tipo sull'improbabile sopravvivenza dei suoi uomini, che non ritornano praticamente mai dopo che li ha mandati a lavorare per ricostruire ponti abbattuti dai tedeschi o a fare ricognizione in zone che devono attraversare. Non riesce a lasciarla andare, è l'unico appiglio che ha per poter sperare di non morire, ma l'incertezza lo divora, così come la sua mancanza al suo fianco e il contatto fisico che ha sperimentato nel mese di licenza.
Ah, quando si dice che l'amore dilania il cuore... però, lasciatemelo dire, anche in mezzo a tutta questa sofferenza, anche a chilometri di distanza, sono tremendamente belli.

Un'altra cosa che ho apprezzato particolarmente, oltre al dolore e alla sofferenza dei personaggi, è stata l'ambientazione.
Questa volta, niente più Leningrado o Lazarevo, solo la desolazione della guerra, in cui nessuno è al sicuro: grazie al nuovo ruolo di Alexander, abbiamo la possibilità di vedere com'è il fronte, come sono i luoghi fondamentali per l'esercito, perciò assistiamo a ponti distrutti da ricostruire, campi minati, fiumi che si macchiano del sangue dei soldati che cercano di arrivare dall'altra parte, sull'altra sponda, nella speranza di poter raggirare i nemici e abbatterli, per non parlare poi proprio in generale dell'atmosfera che si respira quando gli uomini sono in piena azione o quando finiscono nei campi di prigionia. Le condizioni di questi soldati, quelli delle prime file, sono veramente sconcertanti, a nessuno importa di loro perché c'è un'altissima possibilità che non tornino mai più indietro dalle loro missioni, quindi perché dar loro gli strumenti necessari a riuscire a compiere adeguatamente quello che devono? Mah, io questa cosa non la capisco... sono pur sempre vite umane che potrebbero essere risparmiate dando loro il giusto equipaggiamento, almeno così non continueresti a perdere soldati perché i nemici sono meglio riforniti e con armi più potenti.
Dall'altra parte, possiamo osservare un pochino di America, soprattutto Ellis Island, che un tempo era un importantissimo sbocco per quanto riguarda l'immigrazione: a quel tempo, molti erano soldati che ritornavano dal fronte malati o feriti, e anche in questo caso osserviamo bene gli effetti che la guerra ha prodotto sugli uomini, e anche sulle donne che li aspettano a casa, non tutte totalmente devoti ai loro mariti (ma, d'altronde, in molti casi l'adulterio avviene da ambo le parti), Insomma, un'America piegata dalla guerra, ma al contempo piena di vita.

Concludendo, devo dire che è stata proprio una bella lettura, anche se leggermente sottotono rispetto a "Il Cavaliere d'Inverno": io temevo che questo secondo volume potesse rovinare tutto il bello che avevo trovato nel suo predecessore, invece la lettura è filata liscia come l'olio, mi ha coinvolto parecchio, soprattutto negli attimi finali e mi è piaciuto molto vedere come se la sono cavata i due piccioncini separati, anche se mancava un po' di quella passione, quel tormento, che avevamo trovato nel primo volume (però, d'altronde, la situazione lì era molto diversa, perciò...).
Ora non vedo l'ora di scoprire come andrà a finire la loro storia, soprattutto come sarà Shura dopo tutto quello che ha passato perché certe cose saranno difficili da dimenticare.
Ah, p.s. con SPOILERINO ma perché le autrici sono tanto attirate dal far resuscitare un personaggio che credevi morto e poi uccidertelo veramente quando credevi che sarebbe andato tutto bene con lui vivo? FINE SPOILERINO.
Voto:

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