martedì 25 settembre 2018

Recensione Il Giardino d'Estate

Titolo: Il Giardino d'Estate
Autore: Paullina Simons
Genere: Romance
Casa editrice: Rizzoli
Prezzo: €11.05 (copertina flessibile)
Pagine: 663






Trama
Dopo anni di dolorosa separazione, Tatiana e Alexander sperano di realizzare il loro sogno di libertà in America. Il figlio Anthony è la prova vivente che nessuna distanza può tenerli lontani. Eppure si sentono estranei, ancora turbati dai fantasmi delle tragedie vissute. Ex capitano dell'Armata Rossa, Alexander vive con sospetto e paura il clima della Guerra Fredda e Tatiana non riesce a ritrovare con lui l'intimità di un tempo. Quando Anthony si arruola volontario in Vietnam e scompare nella giungla, Tatiana e Alexander sentono che gli incubi del passato sono tornati. Potranno ancora passeggiare nel Giardino d'Estate?
Recensione
Buongiorno! Qui è la vostra Katy che vi parla, e oggi, in questa giornata un po' faticosa per me, sono tornata per parlarvi del terzo e ultimo libro della trilogia del "Cavaliere d'Inverno", che sono riuscita finalmente a terminare quest'estate, dopo averla iniziata ormai due anni fa - per la precisione, tre estati fa.
Ma bando alle ciance e iniziamo!

Sono passati pochi mesi da quando Tatiana è andata a recuperare suo marito ed è riuscita a portarlo in America, pochi mesi da quando Shura si è riunito alla moglie e al figlio Anthony, pochi mesi durante i quali la piccola famigliola non si è mai fermata in un posto tanto a lungo, ha girato in lungo e in largo nel tentativo di visitare tutti i paesi degli Stati Uniti, fermandosi in ognuno per circa un mese.
La pace, però, non è stata ancora trovata e non sembra essere prevista all'orizzonte: Alexander non parla più con la moglie, non si confida, non le permette nemmeno di guardare i segni che la guerra ha lasciato sulla sua pelle ed è distante, come se fosse ancora prigioniero; Tatiana, invece, non sa come trattare il marito, vuole parlargli e vuole che lui si confidi con lei ma sembra impossibile avvicinarglisi. E come se non bastasse, la protagonista riceve una telefonata dall'amica che le dice che Shura deve recarsi a Washington per essere interrogato, come le era già stato anticipato a Berlino... solo che Tatia non vuole che lui ci vada, pensa che possa perderlo un'altra volta, così decide di tacere tutto quanto e di impegnarsi affinché cambino spesso stato, per non farsi riconoscere dai funzionari dello Stato.
Ma non potranno fuggire per sempre, non dall'interrogatorio, né tanto meno da loro stessi, dovranno imparare ad affrontare la vita insieme per quanto difficile possa rivelarsi, dovranno capire come far funzionare il loro matrimonio conciliando gli interessi dell'uno e dell'altra, e infine dovranno fare i conti con la realtà e con le sofferenze che si presenteranno dietro l'angolo.

Dunque, in questo volume i due protagonisti non sono più impegnati sul fronte della guerra, ma sono impegnati nel cercare di far andare avanti la famiglia, comprendendo i bisogni dell'uno e dell'altra.
Il mese di licenza di Alexander a Lazarevo è stata una parentesi quasi surreale, lì non avevano avuta quasi nessun contatto con la vita vera e avevano potuto stare insieme in maniera relativamente spensierata. Qui, adesso, le cose sono molto diverse, innanzi tutto fra di loro c'è la guerra che li ha divisi, che li ha portati a fare esperienze l'uno lontano dall'altra e che li ha irrimediabilmente cambiati, ma più in generale c'è la realtà, il fatto di dover lavorare per vivere, di avere un bambino che riempie la casa e che può minare alla loro intimità, insomma ci sono tanti fattori con cui devono fare i conti.
E tutto ciò si rivela una vera sfida, perché nessuno dei due probabilmente si immaginava di dover avere a che fare con qualcosa di simile, pensavano forse che sarebbe stato tutto più facile, ma non avevano previsto il fatto che ciò che avevano dovuto fare avrebbe potuto plasmarli in persone leggermente diverse. Perciò, Tatia e Shura inizialmente tentano di sopravvivere e prendere la vita come viene, senza rendersi conto che ora le cose sono diverse, o meglio se ne rendono conto ma non sanno come agire: Alexander soffre perché non ha potuto vedere il figlio da piccolino e perché Anthony non ne riconosce più di tanto l'autorità, Tatiana soffre perché le sembra di non riuscire più a trovare colui che aveva sposato qualche anno prima, e Anthony è confuso da questa situazione, vuole bene al padre, ma al contempo non riesce a non prendere le parti della madre quando i due litigano.

Entrambi devono però, prima ancora che capire come funziona in queste condizioni la vita matrimoniale, capire chi sono diventati.
Alexander ha vissuto la guerra e non riesce a dimenticarla all'inizio, ma col passare del tempo si tranquillizza, cerca sempre di raccontare il meno possibile della sua carriera militare ma non tenta più di stare alla larga dalle persone, anzi comincia a crearsi un circolo di amicizie, che però non si rivelerà molto salutare, perché le bevute fra amici saranno sempre più frequenti.
Tatiana non avrà vissuto la guerra ma di certo non è stata tanto meglio, con la preoccupazione che il marito fosse chissà dove disperso in Russia: per girare gli Stati Uniti con lui smette di fare l'infermiera, ma stare con le mani in mano non fa per lei, non riesce a fare soltanto la brava mogliettina che sta a casa ad aspettare che il marito torni a casa, perciò decide di riprendere il suo vecchio lavoro che le piaceva tanto, solo che questo peggiora il rapporto con Shura, l'uomo che ama e che però non riesce più a comprendere... come deve comportarsi? Chi deve diventare? Perché non va bene a lui che lei abbia una sua carriera e che aiuti qualcuno? Diciamo che per lei non sarà facile vivere dopo il suo ritorno, tutto sembra essere cambiato e la felicità sembra così lontana, ma le cose in un qualche modo si evolveranno, loro due continueranno a cambiare per arrivare a trovare un qualche equilibrio e di acqua sotto i ponti ne passerà tanta, e non tutta potabile.

Dopo aver parlato dei due protagonisti, dobbiamo parlare rigorosamente dell'ambientazione.
Questa volta, siamo quasi sempre in America, eccetto per l'ultima parte che è ambientata in Vietnam (ma di ciò io non vi parlerò, a discapito della trama, perché sarebbe come anticiparvi una delle ultime battute finali, quindi evito di fare troppi spoiler): abbiamo la possibilità d vedere molti stati, ognuno con delle caratteristiche particolari, c'è quello in cui Shura lavora su un peschereccio, quello in cui porta le signore in barca a fare giri turistici, quell'altro in cui lavora per un'azienda vinicola di un Italiano e quello in cui lavora per un'impresa edile. Sono tutti posti molto suggestivi e mi è piaciuto molto il modo in cui li ha presentati l'autrice, senza troppissimi dettagli (non siamo mica ne "Il Nome della Rosa", in cui la descrizione di nonmiricordomancocosa dura trenta pagine), ma con quelli che ci forniscono bene l'idea. Insomma, vedere attraverso gli occhi di Tatiana e Alexander questi paesaggi è stato come se ci fossi anch'io lì, a viaggiare con loro, a carpire l'atmosfera dei vari luoghi. Avremo anche lasciato la Russia da sogno, ma neanche l'America scherza neh!

Complessivamente, è stata una lettura molto emozionante, ho provato un mix di emozioni e ne sono uscita leggermente distrutta: la prima metà non è stata facilissima da leggere, si sentiva la disperazione dei due personaggi, il loro senso di inadeguatezza, tutte le loro paure, per non parlare del fatto che continuavano ad allontanarsi e a ferirsi, con i reciproci comportamenti, con le parole dette e non dette. Poi è accaduto il fattaccio, e allora cosa vuoi, non ti arrabbi e non ti disperi? Ovvio che lo fai! Ti arrabbi con entrambi, perché in un matrimonio le cose bisogna farle funzionare, non si aggiusta un rapporto da solo, ma sei tu che devi fare attenzione e ricucirlo: da una parte, lui ha sbagliato a fare quello che ha fatto, al posto che agire avrebbe dovuto pensarci per bene e magari parlare con Tatia di tutto quello che non andava, cercando di non essere così inflessibile e intransigente; dall'altra, lei avrebbe dovuto fare attenzione alle esigenze del marito, non per forza assecondarlo abbandonando il suo lavoro, ma magari avrebbe potuto evitare di prendere turni in più e cercare di non tardare troppo, soprattutto se già aveva visto che la loro relazione non era così stabile... per fortuna, poi abbiamo potuto sospirare (ovviamente dopo aver sofferto come non mai a leggere una scena) e le cose sono andate bene fino al Vietnam, dove di nuovo è tornata la sofferenza.
Insomma, è stata una lettura veramente bella, densa di emozioni e veramente pregnante, non riuscivo quasi a staccarmi dal libro tanto ero presa dalla storia e tanto pregavo che sti due cristi si decidessero a parlare e a mettere le cose a posto. Ma evidentemente dovevano distruggersi e distruggermi prima di farlo, e le gioie sono arrivate solo nelle ultime pagine.
Carissimi Tatia e Shura, arrivederci!
Voto:

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