Autore: Mark Haddon
Genere: Letteratura Internazionale
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: €12.00 (copertina flessibile)
Pagine: 256
Trama
Christopher è un quindicenne colpito dal morbo di Asperger, una forma di autismo. Ha una mente straordinariamente allenata alla matematica ma assolutamente non avvezza ai rapporti umani: odia il giallo, il marrone e l'essere sfiorato. Ama gli schemi, gli elenchi e la deduzione logica. Non è mai andato più in là del negozio dietro l'angolo, ma quando scopre il cane della vicina trafitto da un forcone capisce di trovarsi di fronte a uno di quei misteri che il suo eroe, Sherlock Holmes, era così bravo a risolvere. Inizia così a indagare...
Recensione
Buongiorno, qui è la vostra Katy che vi parla e anche oggi nessun personaggio maschile dei miei libri preferiti è diventato reale e si è materializzato casualmente al mio fianco mentre stavo camminando per la strada per andare a scuola.
Ah, ma io ogni tanto mi chiedo: perché nella mia vita non può comparire qualcuno di simpatico che mi faccia ridere una volta sì e l'altra pure? No, seriamente, io avrei bisogno di una risata seduta stante, ma una di quelle che ti fanno venire i crampi allo stomaco che non ti lasciano se non dopo parecchio tempo!
Comunque, oggi sono qui per parlarvi di un libro che ho letto esattamente due mesi fa in inglese e che è stata una lettura molto particolare, un po' strana ma interessante.
E' notte quando Christopher trova il cane della signora Shears, Wellington, morto, con una forca conficcata nel suo corpo. Decide di indagare per scoprire chi è l'assassino e per quale motivo una persona avrebbe dovuto porre fine all'esistenza di un cane.
Mentre indaga, vengono fuori alcuni indizi interessanti e lui pensa che il colpevole sia il marito della signora, andato via di casa un paio d'anni prima; inoltre, scoprirà cose nuove a proposito della madre, morta per un attacco cardiaco due anni prima, e del padre.
Il mistero si infittisce, ma Christopher è determinato a districare tutti i nodi, anche a costo di disubbidire al padre, e a fare della vicenda un libro, ma tutto questo non sarà per nulla facile.
Dunque, non leggo molti libri di questo genere, anzi leggo soprattutto fantasy e negli ultimi mesi mi sono avvicinata ai romanzi rosa perché ho scoperto che anche loro mi aiutano a non pensare e sono in grado di farmi calare completamente nel loro mondo e nelle loro storie. Quando, però, ho iniziato letteratura inglese a inizio anno, in classe abbiamo letto l'incipit di questo romanzo e mi ha incuriosito molto a tal punto che avevo deciso di leggerlo in inglese: la cosa negativa è che sapevo già chi aveva ucciso il cane in quanto durante la lezione successiva di letteratura la mia professoressa ha avuto la bellissima idea di chiedere a una mia compagna, che l'aveva già letto, chi era il killer e ciao ciao al mio intento di stupirmi nel momento in cui avrei fatto la mia scoperta... ma cos'è questa mania dei professori di raccontare il finale di libri di cui abbiamo dei brani nei libri? E se qualcuno avesse voluto leggerlo? Massì, roviniamo pure la lettura! Ah, che pazienza che ci vuole...
Comunque, a parte questo, devo dire che è stata una lettura molto particolare, a tratti leggermente dispersiva e a tratti molto intrigante.
Sin dalle prime pagine si capisce che il narratore, nonché protagonista, della storia non è un ragazzo normale, anzi il suo modo di descrivere la situazione e alcuni dettagli fa capire che c'è qualcosa di strano in lui. Infatti il registro che usa è molto basso, parla come un bambino, e anche i suoi pensieri non sono quelli che farebbe un ragazzo di quindici anni, così come le sue reazioni.
Christopher è un ragazzo particolare, non vuole essere toccato, odia il giallo e il marrone, decide che una giornata è bella o brutta in base al numero di macchine di un certo colore che incontra per la strada verso scuola, e questo è perché è autistico, la sua mente lavora in maniera diversa ed è molto sensibile.
Inoltre, adora i misteri ed è per questo che cercherà di risolvere quello dell'assassino del cane Wellington, però le conseguenze delle sue indagini, quello che scopre, sconvolgeranno la sua vita.
Devo ammettere, però, che seguire la sua narrazione è stato molto difficile perché alcuni punti erano leggermente noiosi (o meglio, permettevano di distrarsi facilmente) oppure erano punti in cui parlava di matematica ed era difficile capire i ragionamenti leggendo la storia in inglese.
Fra gli altri personaggi che incontriamo per tutta la storia, i più importanti sono il padre, la madre e il signor Shears: il primo è colui che si occupa di Christopher a tempo pieno, colui che riesce a gestirlo e che non si arrabbia quasi mai con lui, non ha scatti d'ira; la madre, invece, viene presentata come una donna che non è mai riuscita ad avere pazienza con il ragazzo, si arrabbiava molto spesso e più volte litigava con il marito; l'ultimo è il marito della signora Shaers, la proprietaria di Wellington, che l'ha lasciata due anni prima poiché non l'amava più, ed è importante per la storia poiché il protagonista crede che lui possa essere il colpevole e si scopriranno alcune cose sul suo personaggio.
La storia, però, non è solo ed esclusivamente gialla, il mistero non fa da padrone anche perché viene risolto abbastanza presto, verso metà del libro, ed è, tutto sommato, abbastanza intuibile, non è che sia chissà quale mistero, complicato e impossibile da risolvere per il lettore. Anzi, è soprattutto una specie di racconto psicologico in cui possiamo vedere la vicenda attraverso il punto di vista di un ragazzino autistico che ha comportamenti molto diversi da quelli dei suoi coetanei e che è molto particolare; è un racconto che a volte si perde per vie che non c'entrano nulla con la storia, ma ciò accade perché è come se entrassimo nel pensiero di Christopher, però ci sono anche molte parti interessanti che concernono di più la parte misteriosa del racconto.
Concludendo, perché tutto quello che avrei da dire sarebbe sulla parte finale e su alcune scoperte, leggere questo libro è stata una piccola impresa in quanto alcune parti erano molto più "avventurose" di altre, che permettevano alla mia mente di vagare; la scrittura è molto semplice, è come se fosse narrata da un bambino, perciò anche leggere in inglese non è stato per niente difficile, le uniche parti più complicate dal punto di vista del lessico erano quelle in cui si metteva a descrivere procedimenti matematici.
Una lettura molto particolare, sebbene ogni tanto difficile da seguire (almeno in inglese), che ci fa vedere la storia da un punto di vista che di solito non si trova nei libri, quello di un ragazzo che ha una mente diversa da quella degli altri, sentimenti diversi e reazioni non propriamente normali, se mi passate il termine.
Insomma, un libro molto carino, da cui mi sarei aspettata un po' più di giallo visto come viene presentato dalla trama, però anche un libro che fa riflettere.
Voto:
Sin dalle prime pagine si capisce che il narratore, nonché protagonista, della storia non è un ragazzo normale, anzi il suo modo di descrivere la situazione e alcuni dettagli fa capire che c'è qualcosa di strano in lui. Infatti il registro che usa è molto basso, parla come un bambino, e anche i suoi pensieri non sono quelli che farebbe un ragazzo di quindici anni, così come le sue reazioni.
Christopher è un ragazzo particolare, non vuole essere toccato, odia il giallo e il marrone, decide che una giornata è bella o brutta in base al numero di macchine di un certo colore che incontra per la strada verso scuola, e questo è perché è autistico, la sua mente lavora in maniera diversa ed è molto sensibile.
Inoltre, adora i misteri ed è per questo che cercherà di risolvere quello dell'assassino del cane Wellington, però le conseguenze delle sue indagini, quello che scopre, sconvolgeranno la sua vita.
Devo ammettere, però, che seguire la sua narrazione è stato molto difficile perché alcuni punti erano leggermente noiosi (o meglio, permettevano di distrarsi facilmente) oppure erano punti in cui parlava di matematica ed era difficile capire i ragionamenti leggendo la storia in inglese.
Fra gli altri personaggi che incontriamo per tutta la storia, i più importanti sono il padre, la madre e il signor Shears: il primo è colui che si occupa di Christopher a tempo pieno, colui che riesce a gestirlo e che non si arrabbia quasi mai con lui, non ha scatti d'ira; la madre, invece, viene presentata come una donna che non è mai riuscita ad avere pazienza con il ragazzo, si arrabbiava molto spesso e più volte litigava con il marito; l'ultimo è il marito della signora Shaers, la proprietaria di Wellington, che l'ha lasciata due anni prima poiché non l'amava più, ed è importante per la storia poiché il protagonista crede che lui possa essere il colpevole e si scopriranno alcune cose sul suo personaggio.
La storia, però, non è solo ed esclusivamente gialla, il mistero non fa da padrone anche perché viene risolto abbastanza presto, verso metà del libro, ed è, tutto sommato, abbastanza intuibile, non è che sia chissà quale mistero, complicato e impossibile da risolvere per il lettore. Anzi, è soprattutto una specie di racconto psicologico in cui possiamo vedere la vicenda attraverso il punto di vista di un ragazzino autistico che ha comportamenti molto diversi da quelli dei suoi coetanei e che è molto particolare; è un racconto che a volte si perde per vie che non c'entrano nulla con la storia, ma ciò accade perché è come se entrassimo nel pensiero di Christopher, però ci sono anche molte parti interessanti che concernono di più la parte misteriosa del racconto.
Concludendo, perché tutto quello che avrei da dire sarebbe sulla parte finale e su alcune scoperte, leggere questo libro è stata una piccola impresa in quanto alcune parti erano molto più "avventurose" di altre, che permettevano alla mia mente di vagare; la scrittura è molto semplice, è come se fosse narrata da un bambino, perciò anche leggere in inglese non è stato per niente difficile, le uniche parti più complicate dal punto di vista del lessico erano quelle in cui si metteva a descrivere procedimenti matematici.
Una lettura molto particolare, sebbene ogni tanto difficile da seguire (almeno in inglese), che ci fa vedere la storia da un punto di vista che di solito non si trova nei libri, quello di un ragazzo che ha una mente diversa da quella degli altri, sentimenti diversi e reazioni non propriamente normali, se mi passate il termine.
Insomma, un libro molto carino, da cui mi sarei aspettata un po' più di giallo visto come viene presentato dalla trama, però anche un libro che fa riflettere.
Voto:
Ciao Katy <3 Non ho letto questo libro, non so se faccia al caso mio in questo periodo ma lo prendo in considerazione grazie ^^
RispondiEliminaCiao Ely! E' un po' particolare come libro, in alcune parti potrebbe risultare anche noioso, però è carino :)
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