Autore: Lauren Oliver
Genere: Distopico
Casa editrice: Piemme
Prezzo: €17.00 (copertina rigida)
Pagine: 324
Trama
Lena è ormai parte integrante della resistenza contro chi vuol eliminare l'amore dalla faccia della Terra, ma non è più la stessa ragazza di un tempo. Dopo aver salvato Julian dalla morte, Lena ha trovato rifugio nelle Terre Selvagge, dove ha anche rincontrato Alex, il primo amore che pensava morto. Ormai, però, nemmeno le Terre Selvagge sono un luogo sicuro: il governo non può più negare l'esistenza degli invalidi e i regolatori sono in viaggio per abbattere i ribelli. E' scoppiata una vera e propria rivoluzione. Nel frattempo, Hana vive una vita tranquilla e senza amore a Portland, fidanzata al sindaco della città. Inaspettatamente le strade delle due amiche si incroceranno ancora una volta, prima che la lotta abbia fine.
Recensione
Buongiorno! Qui è la vostra Katy che vi parla e oggi sarebbe tanto bello avere un cuscino alieno e caldo per potercisi appoggiare sopra e dormirci comodamente. Uffa che stanchezza: ho un sonno terribile e, sebbene siano solo le due del pomeriggio, sto già agognando il letto, il mio caro, buon e vecchio letto su cui ho dormito tanto e ho letto parecchio, con somma gioia della mia schiena in questi ultimi tempi.
Comunque, oggi sono qui per parlarvi dell'ultimo libro di questa trilogia distopica basata sull'amore, un ultimo volume che mi sarei aspettata diverso, che per la prima volta mi ha fatto odiare una protagonista per la stragrande maggioranza del tempo e che mi è sembrato un po' piatto nella prima parte, ma che mi è piaciuto veramente tanto nell'ultimo quarto di libro.
Alex è vivo. E' riuscito a evadere dalla Cripta, ma adesso sembra un'altra persona: non parla con nessuno, è più freddo, ma soprattutto non parla a Lena, non la guarda nemmeno. Lei non riesce a credere che lui le abbia mentito, che le abbia fatto credere che l'amasse, così inizia a passare più tempo con Julian, che aveva trascurato dopo averlo salvato e portato nelle Terre Selvagge, e a collaborare con la Resistenza. Ben presto le cose si metteranno male per tutti gli Invalidi perché sempre più spesso ci sono esplosioni o uccisioni dei non-curati da parte di chi lo è.
Intanto, a Portland, Hana, la migliore amica di Lena che è già stata curata, è occupata nel matrimonio con Fred, il nuovo sindaco della città, un uomo che è determinato a fare qualsiasi cosa pur di eliminare gli Invalidi e riportare l'ordine in tutto il paese. Fra i dubbi su chi sia esattamente la persona che sta per sposare e sull'efficacia della sua cura, Hana ci mostrerà cosa è successo alla famiglia della protagonista e pian piano inizierà a vedere le cose in modo diverso, a doversi misurare con la Resistenza.
Dunque, questa recensione sarà molto difficile da scrivere perché sto già cercando con tutta me stessa di non usare tutto questo spazio su quanto sia stata irritante la protagonista per buona parte del libro, con i suoi "Alex ha detto che non mi ha mai amata, adesso mi dedico a Julian e lo dimentico" e "Alex osa anche stare vicino alla nuova arrivata?! Ora ho capito che amare vuol dire possedere e io non voglio che lui ami nessun'altra!" che mi hanno fatto odiare per la prima volta in tutta la mia vita da lettrice un protagonista: sul serio, avrei voluto entrare nel libro e dirgliene (e dargliene) quattro perché mi stava irritando in una maniera pazzesca, meno male che alla fine si è rinsavita perché non l'avrei sopportata.
Comunque, a parte lei, mi aspettavo qualcosa di diverso da questo libro: non dico che non mi sia piaciuto, però per circa tre quarti ho avuto l'impressione che non accadesse quasi nulla, come se fosse un secondo volume di una saga, preparatorio, al posto che quello finale, con poca azione e con metà di questo tempo impiegato dalla protagonista per capire quello che prova, per arrabbiarsi con il suo primo amore, e tanto altro; in compenso, ho amato il finale e anche i capitoli dal PoV di Hana perché ci permettono di vedere quello che accade nella città e quello che accade a lei stessa, fra i suoi dubbi vari e il suo futuro marito che non è poi così tanto dolce.
Lena aveva appena portato in salvo Julian nelle Terre Selvagge quando rivede Alex, il suo primo amore che credeva morto e che ha scoperto essere stato nella Cripta per quei sei mesi dall'attraversamento del "Confine" fra Portland e la libertà: si ritrova davanti una persona diversa, uno che non le parla né la guarda, che non ride e che sta sulle sue; inizialmente, cerca di ritrovare colui che l'ha fatta innamorare per la prima volta, ma viene respinta e decide che non piangerà più per lui, che starà con Julian, che è colui che ha scelto per questa nuova vita. Però diventa super gelosa quando arriva una ragazza, Coral, e il suo ex le parla, ride, si interessa a lei, ma tra un attacco di gelosia e l'altro è anche determinata ad aiutare la Resistenza, a ritrovare sua madre, a cercare di essere felice.
Ora, permettetemi di spendere due parole su quanto sia stata irritante per più di metà libro, perché mi devo seriamente sfogare con qualcuno: dunque, lei è arrabbiata perché lui non le parla, è freddo e tante altre cose, però, cara Lena, ti sei resa conto che 1) ha passato sei mesi nella Cripta e, magari, forse, non è stata un'esperienza molto carina e 2) la prima cosa che ha visto dopo essere arrivato nelle Terre Selvagge sei stata tu che ti baciavi con un'altro? Insomma, scusami però per lui deve essere stato anche un colpo vedere la sua ragazza nelle braccia di un altro dopo soli sei mesi (che sono pochi, in genere la gente ci mette quasi un anno per riprendersi dalla morte della propria anima gemella...). Poi, scusami di nuovo, ma dopo che lui ti ha detto che non ti ha mai amato (ma seriamente ci hai creduto? Sarà stato ferito in una maniera assurda e ha capito che voleva lasciarti felice con l'altro) e hai deciso che non avresti più pianto per lui, osi ancora essere gelosa di lui e Coral e pensare che l'amore sia possessività perché non vuoi che lui ami nessun'altra? Punto primo, se amore=possessività, c'è qualcosa che non va; punto secondo, non avevi appena detto che amavi Julian? Un conto è se sei consapevole di amarlo ancora e non lo vuoi tra le braccia di un'altra, però non ti puoi mica lamentare.
Ma, soprattutto, una domanda che mi attanaglia e che mi viene fuori ogni volta che vedo una cosa simile: ma è normale, dopo poco tempo che si conosce una persona, dopo un solo bacio, dire già le due paroline magiche? Visto che poi non sei neanche sicura di quello che provi, al posto che dire "Ti amo" a una persona che hai incontrato una settimana prima e che probabilmente non ami neanche, ma è semplicemente qualcuno che ti ha fatto salire certe voglie, pensaci, pensa prima di parlare e di illudere la gente.
Dopo questo sproloquio direi che posso anche passare a parlare degli altri (scusatemi se ho parlato tanto, ma proprio dovevo scriverle queste paroline e sfogarmi).
Alex ha passato sei mesi all'Inferno, nella Cripta e deve aver passato dei momenti molto difficili, ma è andato avanti nella speranza di vedere il suo amore e non si è lasciato andare proprio per lei: ora, se l'è ritrovata davanti con un altro ragazzo e ha pensato che per lui non ci fosse più posto e che per lei sarebbe stato meglio essere felice con l'altro, visto che i due sembrano molto intimi; diciamo che, nonostante tutte le sue buone intenzioni, però non può fare a meno di essere geloso e forse desidera farla ingelosire con Coral, una ragazza che hanno trovato nei boschi e che si è unita a loro, ma in ogni caso, penso che si senta sempre fuori posto e anche non amato. E' diventato più fragile, a mio parere, nel senso che, pur rimanendo sempre determinato ad aiutare e ad occuparsi di chi è in difficoltà, in un qualche modo è stato un po' spezzato per via di quello che ha passato in quei sei mesi (tra parentesi, ho sempre fato i tifo per te e mi sei sempre stato simpatico, al contrario di qualcuno che ho citato sopra).
Julian è un po' spaesato in questo nuovo mondo e talvolta non è molto ben visto dagli altri per via di chi era prima, un ragazzo che appoggiava la cura: ora, decide di aiutare la Resistenza a combattere e a riportare il paese in una libertà che è stata annullata parecchio tempo prima. Nonostante tutto, però, non è solo perché Lena è con lui e spera che rimanga per molto tempo, ma pian piano la vede allontanarsi e capisce che il problema è proprio Alex, colui che l'aveva infettata.
Hana ormai è stata curata, ma, man mano che il tempo passa, si accorge che essa non ha funzionato su di lei perché prova emozioni che non dovrebbe provare, si preoccupa per Lena e per la sua famiglia, sogna, ma non può rendere partecipe nessuno dei suoi dubbi perché, da una parte, la sua famiglia è in fibrillazione per il suo matrimonio e, dall'altra, Fred, il suo futuro marito, le fa capire che non è propriamente una persona gentile e i suoi piani per il suo popolo lo dimostrano. Ben presto inizierà ad agire andando contro alcune regole, ma non se ne pentirà ed è per questo, nonostante un fatto, che mi è piaciuta molto, riusciamo a vedere il suo lato rivoluzionario del primo libro che riaffiora.
Tra i personaggi secondari ritroviamo Raven e tutta la banda, personaggi sempre molto simpatici (era ironico, alcuni non lo sono quasi per nulla), Coral, il nuovo acquisto della banda che farà ingelosire Lena, Pippa, una donna che abita vicino a Waterbury insieme a un migliaio di personcine tanto carine (di nuovo, era ironico), ma soprattutto incontriamo di nuovo Grace, la cuginetta della protagonista che non parlava mai.
Insomma, diciamo che leggere "Requiem" è stata un'esperienza piacevole, sebbene per la stragrande maggioranza del tempo io abbia avuto istinti omicidi nei confronti di Lena e per tre quarti di libro ci sia poca azione, però nonostante tutto e nonostante si meriti un Ranuncolo, penso che darò un mezzo punto in più perché l'ultima parte mi è piaciuta molto e mi è piaciuto il messaggio che, secondo me, ha voluto far passare l'autrice (anche se, devo ammettere, un epilogo mi sarebbe piaciuto, al posto di quel finale che fa sperare ma che al contempo ti fa rimanere con un sacco di dubbi).
Questo libro è, a mio parere, un inno all'amore: ti dice che amare qualcuno non è una cosa sbagliata, che sia amore in senso di agapé o in senso di eros, che si ami qualcuno del proprio sesso o di quello opposto, che si ami una persona reale o una inventata, che si ami un film, una serie TV o un libro, che si ami uno sport o il divano di casa, che si ami la natura o la città, che si ami il mare, il fiume o il lago, che si ami il sole o la luna, il cielo o la terra, che si ami l'amore, che si ami la vita. Non importa quello che possa accadere, ma almeno una volta nella tua breve esistenza hai amato qualcuno o qualcosa e l'amore non è qualcosa che può essere imposto o proibito, è qualcosa che succede e basta, non lo puoi combattere perché non se ne va: puoi amare tutto quello che vuoi, ma nessuno ti potrà togliere questo sentimento tanto fragile quanto potente, che spesso viene scambiato per desiderio, possessione o speranza.
Si dice che se c'è vita, c'è speranza, ma la speranza è data soprattutto dall'amore: se qualcuno ama una persona sarà sempre portato a sperare il meglio per lei, se uno ama se stesso (sì Jace, mi riferisco a te) sarà portato a sperare che le cose si mettano per il verso giusto, se si ama si spera, si continua a sperare: c'è chi spera per i matrimoni civili, chi per poter adottare un figlio e amarlo come se fosse il proprio, chi per un mondo in cui tutti sono sullo stesso piano e non ci sono discriminazioni, perché quando si ama o si spera in qualcosa da amare, si spera sempre per il meglio delle cose e noi dobbiamo riuscire ad abbattere tutti i muri che impediscono l'amore, la speranza e la vita che sono le tre cose che appartengono a ognuno di noi: ognuno dovrebbe ricevere e dare, ma senza pretendere che gli altri diano qualcosa, dovrebbe ricevere da chi ha piacere di dare e dare a chi ha avuto il piacere di farlo e a chi non l'ha ancora conosciuto, perché è questo che fa l'amore, insegna alle persone cosa voglia dire occuparsi di qualcun altro, amare e essere amati, dare e ricevere, sperare.
Voto:
Recensione
Buongiorno! Qui è la vostra Katy che vi parla e oggi sarebbe tanto bello avere un cuscino alieno e caldo per potercisi appoggiare sopra e dormirci comodamente. Uffa che stanchezza: ho un sonno terribile e, sebbene siano solo le due del pomeriggio, sto già agognando il letto, il mio caro, buon e vecchio letto su cui ho dormito tanto e ho letto parecchio, con somma gioia della mia schiena in questi ultimi tempi.
Comunque, oggi sono qui per parlarvi dell'ultimo libro di questa trilogia distopica basata sull'amore, un ultimo volume che mi sarei aspettata diverso, che per la prima volta mi ha fatto odiare una protagonista per la stragrande maggioranza del tempo e che mi è sembrato un po' piatto nella prima parte, ma che mi è piaciuto veramente tanto nell'ultimo quarto di libro.
Alex è vivo. E' riuscito a evadere dalla Cripta, ma adesso sembra un'altra persona: non parla con nessuno, è più freddo, ma soprattutto non parla a Lena, non la guarda nemmeno. Lei non riesce a credere che lui le abbia mentito, che le abbia fatto credere che l'amasse, così inizia a passare più tempo con Julian, che aveva trascurato dopo averlo salvato e portato nelle Terre Selvagge, e a collaborare con la Resistenza. Ben presto le cose si metteranno male per tutti gli Invalidi perché sempre più spesso ci sono esplosioni o uccisioni dei non-curati da parte di chi lo è.
Intanto, a Portland, Hana, la migliore amica di Lena che è già stata curata, è occupata nel matrimonio con Fred, il nuovo sindaco della città, un uomo che è determinato a fare qualsiasi cosa pur di eliminare gli Invalidi e riportare l'ordine in tutto il paese. Fra i dubbi su chi sia esattamente la persona che sta per sposare e sull'efficacia della sua cura, Hana ci mostrerà cosa è successo alla famiglia della protagonista e pian piano inizierà a vedere le cose in modo diverso, a doversi misurare con la Resistenza.
Dunque, questa recensione sarà molto difficile da scrivere perché sto già cercando con tutta me stessa di non usare tutto questo spazio su quanto sia stata irritante la protagonista per buona parte del libro, con i suoi "Alex ha detto che non mi ha mai amata, adesso mi dedico a Julian e lo dimentico" e "Alex osa anche stare vicino alla nuova arrivata?! Ora ho capito che amare vuol dire possedere e io non voglio che lui ami nessun'altra!" che mi hanno fatto odiare per la prima volta in tutta la mia vita da lettrice un protagonista: sul serio, avrei voluto entrare nel libro e dirgliene (e dargliene) quattro perché mi stava irritando in una maniera pazzesca, meno male che alla fine si è rinsavita perché non l'avrei sopportata.
Comunque, a parte lei, mi aspettavo qualcosa di diverso da questo libro: non dico che non mi sia piaciuto, però per circa tre quarti ho avuto l'impressione che non accadesse quasi nulla, come se fosse un secondo volume di una saga, preparatorio, al posto che quello finale, con poca azione e con metà di questo tempo impiegato dalla protagonista per capire quello che prova, per arrabbiarsi con il suo primo amore, e tanto altro; in compenso, ho amato il finale e anche i capitoli dal PoV di Hana perché ci permettono di vedere quello che accade nella città e quello che accade a lei stessa, fra i suoi dubbi vari e il suo futuro marito che non è poi così tanto dolce.
Lena aveva appena portato in salvo Julian nelle Terre Selvagge quando rivede Alex, il suo primo amore che credeva morto e che ha scoperto essere stato nella Cripta per quei sei mesi dall'attraversamento del "Confine" fra Portland e la libertà: si ritrova davanti una persona diversa, uno che non le parla né la guarda, che non ride e che sta sulle sue; inizialmente, cerca di ritrovare colui che l'ha fatta innamorare per la prima volta, ma viene respinta e decide che non piangerà più per lui, che starà con Julian, che è colui che ha scelto per questa nuova vita. Però diventa super gelosa quando arriva una ragazza, Coral, e il suo ex le parla, ride, si interessa a lei, ma tra un attacco di gelosia e l'altro è anche determinata ad aiutare la Resistenza, a ritrovare sua madre, a cercare di essere felice.
Ora, permettetemi di spendere due parole su quanto sia stata irritante per più di metà libro, perché mi devo seriamente sfogare con qualcuno: dunque, lei è arrabbiata perché lui non le parla, è freddo e tante altre cose, però, cara Lena, ti sei resa conto che 1) ha passato sei mesi nella Cripta e, magari, forse, non è stata un'esperienza molto carina e 2) la prima cosa che ha visto dopo essere arrivato nelle Terre Selvagge sei stata tu che ti baciavi con un'altro? Insomma, scusami però per lui deve essere stato anche un colpo vedere la sua ragazza nelle braccia di un altro dopo soli sei mesi (che sono pochi, in genere la gente ci mette quasi un anno per riprendersi dalla morte della propria anima gemella...). Poi, scusami di nuovo, ma dopo che lui ti ha detto che non ti ha mai amato (ma seriamente ci hai creduto? Sarà stato ferito in una maniera assurda e ha capito che voleva lasciarti felice con l'altro) e hai deciso che non avresti più pianto per lui, osi ancora essere gelosa di lui e Coral e pensare che l'amore sia possessività perché non vuoi che lui ami nessun'altra? Punto primo, se amore=possessività, c'è qualcosa che non va; punto secondo, non avevi appena detto che amavi Julian? Un conto è se sei consapevole di amarlo ancora e non lo vuoi tra le braccia di un'altra, però non ti puoi mica lamentare.
Ma, soprattutto, una domanda che mi attanaglia e che mi viene fuori ogni volta che vedo una cosa simile: ma è normale, dopo poco tempo che si conosce una persona, dopo un solo bacio, dire già le due paroline magiche? Visto che poi non sei neanche sicura di quello che provi, al posto che dire "Ti amo" a una persona che hai incontrato una settimana prima e che probabilmente non ami neanche, ma è semplicemente qualcuno che ti ha fatto salire certe voglie, pensaci, pensa prima di parlare e di illudere la gente.
Dopo questo sproloquio direi che posso anche passare a parlare degli altri (scusatemi se ho parlato tanto, ma proprio dovevo scriverle queste paroline e sfogarmi).
Alex ha passato sei mesi all'Inferno, nella Cripta e deve aver passato dei momenti molto difficili, ma è andato avanti nella speranza di vedere il suo amore e non si è lasciato andare proprio per lei: ora, se l'è ritrovata davanti con un altro ragazzo e ha pensato che per lui non ci fosse più posto e che per lei sarebbe stato meglio essere felice con l'altro, visto che i due sembrano molto intimi; diciamo che, nonostante tutte le sue buone intenzioni, però non può fare a meno di essere geloso e forse desidera farla ingelosire con Coral, una ragazza che hanno trovato nei boschi e che si è unita a loro, ma in ogni caso, penso che si senta sempre fuori posto e anche non amato. E' diventato più fragile, a mio parere, nel senso che, pur rimanendo sempre determinato ad aiutare e ad occuparsi di chi è in difficoltà, in un qualche modo è stato un po' spezzato per via di quello che ha passato in quei sei mesi (tra parentesi, ho sempre fato i tifo per te e mi sei sempre stato simpatico, al contrario di qualcuno che ho citato sopra).
Julian è un po' spaesato in questo nuovo mondo e talvolta non è molto ben visto dagli altri per via di chi era prima, un ragazzo che appoggiava la cura: ora, decide di aiutare la Resistenza a combattere e a riportare il paese in una libertà che è stata annullata parecchio tempo prima. Nonostante tutto, però, non è solo perché Lena è con lui e spera che rimanga per molto tempo, ma pian piano la vede allontanarsi e capisce che il problema è proprio Alex, colui che l'aveva infettata.
Hana ormai è stata curata, ma, man mano che il tempo passa, si accorge che essa non ha funzionato su di lei perché prova emozioni che non dovrebbe provare, si preoccupa per Lena e per la sua famiglia, sogna, ma non può rendere partecipe nessuno dei suoi dubbi perché, da una parte, la sua famiglia è in fibrillazione per il suo matrimonio e, dall'altra, Fred, il suo futuro marito, le fa capire che non è propriamente una persona gentile e i suoi piani per il suo popolo lo dimostrano. Ben presto inizierà ad agire andando contro alcune regole, ma non se ne pentirà ed è per questo, nonostante un fatto, che mi è piaciuta molto, riusciamo a vedere il suo lato rivoluzionario del primo libro che riaffiora.
Tra i personaggi secondari ritroviamo Raven e tutta la banda, personaggi sempre molto simpatici (era ironico, alcuni non lo sono quasi per nulla), Coral, il nuovo acquisto della banda che farà ingelosire Lena, Pippa, una donna che abita vicino a Waterbury insieme a un migliaio di personcine tanto carine (di nuovo, era ironico), ma soprattutto incontriamo di nuovo Grace, la cuginetta della protagonista che non parlava mai.
Insomma, diciamo che leggere "Requiem" è stata un'esperienza piacevole, sebbene per la stragrande maggioranza del tempo io abbia avuto istinti omicidi nei confronti di Lena e per tre quarti di libro ci sia poca azione, però nonostante tutto e nonostante si meriti un Ranuncolo, penso che darò un mezzo punto in più perché l'ultima parte mi è piaciuta molto e mi è piaciuto il messaggio che, secondo me, ha voluto far passare l'autrice (anche se, devo ammettere, un epilogo mi sarebbe piaciuto, al posto di quel finale che fa sperare ma che al contempo ti fa rimanere con un sacco di dubbi).
Questo libro è, a mio parere, un inno all'amore: ti dice che amare qualcuno non è una cosa sbagliata, che sia amore in senso di agapé o in senso di eros, che si ami qualcuno del proprio sesso o di quello opposto, che si ami una persona reale o una inventata, che si ami un film, una serie TV o un libro, che si ami uno sport o il divano di casa, che si ami la natura o la città, che si ami il mare, il fiume o il lago, che si ami il sole o la luna, il cielo o la terra, che si ami l'amore, che si ami la vita. Non importa quello che possa accadere, ma almeno una volta nella tua breve esistenza hai amato qualcuno o qualcosa e l'amore non è qualcosa che può essere imposto o proibito, è qualcosa che succede e basta, non lo puoi combattere perché non se ne va: puoi amare tutto quello che vuoi, ma nessuno ti potrà togliere questo sentimento tanto fragile quanto potente, che spesso viene scambiato per desiderio, possessione o speranza.
Si dice che se c'è vita, c'è speranza, ma la speranza è data soprattutto dall'amore: se qualcuno ama una persona sarà sempre portato a sperare il meglio per lei, se uno ama se stesso (sì Jace, mi riferisco a te) sarà portato a sperare che le cose si mettano per il verso giusto, se si ama si spera, si continua a sperare: c'è chi spera per i matrimoni civili, chi per poter adottare un figlio e amarlo come se fosse il proprio, chi per un mondo in cui tutti sono sullo stesso piano e non ci sono discriminazioni, perché quando si ama o si spera in qualcosa da amare, si spera sempre per il meglio delle cose e noi dobbiamo riuscire ad abbattere tutti i muri che impediscono l'amore, la speranza e la vita che sono le tre cose che appartengono a ognuno di noi: ognuno dovrebbe ricevere e dare, ma senza pretendere che gli altri diano qualcosa, dovrebbe ricevere da chi ha piacere di dare e dare a chi ha avuto il piacere di farlo e a chi non l'ha ancora conosciuto, perché è questo che fa l'amore, insegna alle persone cosa voglia dire occuparsi di qualcun altro, amare e essere amati, dare e ricevere, sperare.
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