martedì 30 ottobre 2018

Recensione Ink

Titolo: Ink
Autore: Alice Broadway
Genere: Distopico
Casa editrice: Rizzoli
Prezzo: €18.00 (copertina rigida)
Pagine: 375






Trama
Immagina un mondo in cui ogni tua azione, ogni evento della tua vita ti viene tatuato sulla pelle, perché tutti lo possano vedere. Immagina se avessi qualcosa da nascondere... Non ci sono segreti a Saintstone: dall'istante in cui si nasce, successi e fallimenti vengono tatuati sulla pelle, così che tutti possano vederli e giudicarti, come un libro aperto. E proprio un libro i morti diventano: la pelle viene asportata, rilegata e consegnata ai familiari, come antidoto all'oblio che è ancora più terribile della morte. A patto che le pagine della vita superino il giudizio del consiglio: in caso contrario il libro viene gettato alle fiamme, e con lui il ricordo di un'intera vita. Quando l'amato papà muore, Leora, sedici anni è convinta che il giudizio su di lui sarà pura formalità, e invece si rende conto che l'uomo nascondeva dei segreti, ma che di segreti ne cela anche il Consiglio...
Recensione
Buongiorno! Qui è la vostra Katy che vi parla, e oggi la sottoscritta è molto felice perché domani sarà Halloween, non si andrà a scuola né giovedì né venerdì e così, oltre ad avere due verifiche da preparare, potrei avere del tempo per rilassarmi e magari leggere un buon libro (cosa che ormai è diventata un miraggio).
Anyway, eccomi tornata per parlarvi velocemente di un libro che ho letto quando è iniziata la scuola e che mi attirava principalmente per la copertina, che è veramente stupenda (e grazie a Dio la Rizzoli ha mantenuto quella originale).

La storia è quella di Leora, una ragazza di sedici anni che ha quasi finito la scuola e che, perciò, fra poco potrà prendere in mano le redini della sua vita e diventare ciò che ha sempre desiderato: un tatuatore.
La sua vita, però, si complica irrimediabilmente con la morte del padre: inizialmente, la sua vita prosegue nella consueta normalità, lei e sua madre aspettano impazientemente che la pelle del padre venga usata per narrare la sua storia in un libro e che questo libro venga sottoposto alla Pesatura, cosa che permetterà loro di portare l'ultimo ricordo del padre a casa. Leora non ha dubbi a proposito di ciò: suo padre era un brav'uomo, il rituale non farà altro che dimostrarlo... eppure, al Ministero si stanno prendendo più tempo del previsto per analizzare il suo caso. Perché? C'entra forse la minaccia che il sindaco di Saintstone dice esser presente fra di loro? Gli Intonsi sono veramente in città?
Sarà la sua missione quella di scoprire di più sulla vita del padre, aiutata da uno strano ragazzo, Oscar, e, in un qual certo senso, anche da Obel, il tatuatore presso cui si sta formando.

La società in cui vive la protagonista è molto interessante e si basa sulla distinzione fra Intonsi e tatuati: questa distinzione risale a tanto tempo prima, quando un uomo ha sperato che le sue figlie non venissero dimenticate come sarebbe successo a lui una volta morto, al ché una delle due è diventata la Strega Bianca, "Regina" degli Intonsi, coloro che non hanno tatuaggi, l'altra invece è stata l'unica delle sue figlie su cui si fossero manifestati tatuaggi, ed è grazie a lei che ora la società in cui vive la protagonista è una società fatta di uomini che non nascondono nulla della loro vita. Certo, c'è da dire che questa distinzione porta con sé anche molti pregiudizi, uno dei quali è che gli Intonsi siano cattivi e abbiano intenzione di organizzare una rivolta per colpire il governo legittimo, quando con molta probabilità non pensano a nulla di simile se non a cercare un modo per sopravvivere, essendo loro la feccia della società.
Oltre a queste due categorie, ve n'è anche una terza, quella dei Dimenticati: essi sono tutti quei tatuati che, avendo commesso un qualche crimine di una certa entità, sono stati puniti con il marchio del Corvo, che indica proprio il fatto che non esistono più per la società, nessuno dice i loro nomi e quando saranno morti la loro pelle non verrà usata per farne un libro, il che potrebbe essere quasi una prospettiva peggiore degli Intonsi, perché è sempre difficile vivere con tutto e poi vedersi portar via una delle cose che si erano considerate importanti per tutta la vita.

Passando poi a parlare dei personaggi, devo dire che mi sono piaciuti tutti abbastanza.
Leora è una protagonista che a primo acchito potrebbe sembrare piuttosto ingenua, o comunque non dimostra uno spirito ribelle come di solito succede in qualunque libro in cui sia presente una società al quanto oppressiva e conservativa: se da una parte mostra tutta la sua determinatezza nel lavoro di tatuatore, dall'altra sembra sempre sottomessa alle regole che le vengono imposte, solo ogni tanto si chiede il perché di un certo gesto o si ritrova ad avere delle remore su una particolare azione, perché per il resto del tempo risulta facilmente abbindolabile e convincibile a proposito di certi argomenti. Verso la fine, tuttavia, inizia a pensare con la sua testa, a crearsi una propria opinione ed è lì che incomincerà a starmi molto più simpatica.
Accanto a lei ci sono due uomini dal ruolo piuttosto significativo.
Il primo che vi cito è Oscar, un ragazzo di un paio di anni più grande, che mostrerà uno strano interesse per la protagonista insieme a un atteggiamento molto sospetto che mi stava portando fuori strada nel giudicarlo, ma poi alla fine l'ho perdonato per avermi fatto prendere un piccolo-grande infarto; fra lui e Leora si creerà un rapporto speciale, che non vedo l'ora di veder sviluppato nel prossimo volume, perché qui in realtà non si vedono spesso insieme.
Il secondo è Obel, il tatuatore che permette alla protagonista di lavorare nel suo studio come apprendista e che finisce per dimostrarsi quasi un secondo padre per lei, perché la stimola, la prende sotto la sua ala e tenta di aprirle gli occhi su un mondo che non è esattamente quello che sembra; sarà proprio grazie a lui che Leora metterà in discussione molte cose e prenderà in mano le redini della sua vita, perché Obel la renderà consapevole di molte cose interessanti.

Devo ammettere che all'inizio la storia non mi stava prendendo tantissimo, l'ho trovato lento come inizio, perché per molte pagine non si fa altro che presentare la società e nulla di effettivamente significativo accade prima di un po' di capitoli (non dico che doveva accadere tutto subito, però avrei preferito degli "indizi" disseminati qua e là già da prima); poi, per fortuna, la storia ha preso una piega molto interessante e si è riscattata, anche se un po' troppo tardi per i miei gusti.
In ogni caso mi è piaciuto molto il mondo che ha creato l'autrice, un misto di mondo egizio (per la questione della pesatura del libro) e di mondo delle favole, che è stato creato con una particolare attenzione per determinati dettagli che poi fanno la differenza a livello della storia. E poi l'idea dei tatuaggi e del libro, insomma, secondo me è vincente, anche se leggermente inquietante, perché pensare di avere in casa propria i propri parenti sotto forma di libro che poi puoi sfogliare diciamo che non si può definire uno degli obiettivi più importanti della mia vita.

Ora non ci resta che sperare che la Rizzoli porti il secondo volume abbastanza presto, perché questo libro finisce in una maniera veramente impressionante, e adesso sì che arriva il bello, ci saranno tante difficoltà, tanta ansia e si spera anche un po' di tormento che non guasta mai.
Voto:

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