martedì 11 luglio 2017

Mini-recensione Il vecchio e il mare

Titolo: Il vecchio e il mare
Autore: Ernest Hemingway
Genere: Classico
Casa editrice: Mondadori
Prezzo: €12.00 (copertina flessibile)
Pagine: 124






Trama
Dopo ottantaquattro giorni durante i quali non è riuscito a pescare nulla, il vecchio Santiago trova la forza di riprendere il mare: questa nuova battuta di pesca rinnova il suo apprendistato di pescatore e sigilla la sua simbolica iniziazione. Nella disperata caccia a un enorme pesce spada dei Caraibi, nella lotta quasi a mani nude contro gli squali che un pezzo alla volta gli strappano la preda, lasciandogli solo il simbolo della vittoria e della maledizione finalmente sconfitta. Santiago stabilisce, forse per la prima volta, una vera fratellanza con le forze incontenibili della natura. E, soprattutto, trova dentro di sé il segno e la presenza del proprio coraggio, la giustificazione di tutta una vita.
Recensione
Buongiorno! Qui è la vostra Katy che vi parla e oggi devo ammettere che in camera mia fa meno caldo del solito! E io sono super felice di questo perché finalmente si respira e non si suda! Lo so, detta così suona brutta, però è la dura e cruda verità.
A parte questo, oggi sono tornata per parlarvi brevemente di un romanzo che ho letto perché avevo bisogno di una lettura breve da leggere dopo aver messo a posto la mia libreria e messo da una parte i libri che non mi interessano più: sto parlando de "il vecchio e il mare", un libricino carino che c'ha messo un attimo ad ingranare ma che poi è filato molto velocemente.

Santiago è un vecchio pescatore molto sfortunato: spesso per moltissimi giorni non pesca nessun pesce fino a che un giorno non ne trova qualcuno, ma tutto ciò avviene sempre ciclicamente e questa volta non è diverso.
Dopo 84 giorni senza aver pescato nulla, il pescatore si sveglia alla mattina, sale sulla sua barca e arriva più a largo di quanto aveva preventivato: mentre si trova lì nota un uccello che vola vicino al mare, e questo vuol dire solo una cosa, che ci sono pesci. Inizialmente, pesca un tuna, come dicono loro, ma successivamente nota che un pesce bello grosso deve essersi attaccato all'amo che aveva posto per attirarne di altri: ecco che inizierà una corsa contro il tempo per prendere questo pesce spada, tenace come nessun altro e capace di tentare il vecchio in un'avventura forse troppo grande per lui.

Dunque, l'unico personaggio effettivo di queste storia è Santiago: pescatore da anni, è un vecchio che vive della sua pesca, di quello che riesce a raccattare dal mare, il che però è molto poco, e che non smetterebbe di pescare per nulla al mondo perché non sa fare altro che quello. Per essere piuttosto avanti con l'età, però, bisogna dire che è molto arzillo, determinato a raggiungere i suoi obiettivi e forse anche un po' testardo in questo campo, ma è anche consapevole di avere dei limiti, di non essere più giovane come un tempo, di avere problemi alle mani e alla schiena, anche se tende sempre a oltrepassare quel limite, forse in un tentativo di sentirsi ancora giovane o di dimostrare qualcosa a qualcuno.

Accanto a Santiago, oltre ad altri pescatori e a un giovane che un tempo era stato suo allievo e che adesso si limita a prendersi cura di lui, in questa avventura c'è il famosissimo pesce spada, colui che abbocca all'amo del protagonista e che non sembra essere volenteroso di lasciarsi prendere e uccidere: lui risulta molto tenace e instancabile, traina la barca del pescatore come se ne valesse della sua vita (ed è effettivamente così), ma sembra soprattutto voler sfidare Santiago in una rincorsa piuttosto ansiogena per il lettore perché ti chiedi continuamente fino a quando tutto questo andrà avanti e speri in cuor tuo che tutto finirà, per evitare che il pesce e il pescatore si facciano ulteriormente del male.

Diciamo che questa lettura è stata molto breve, ma all'inizio non mi aveva coinvolta del tutto: c'erano parti in cui mi distraevo e altre in cui venivo catturata dalla storia, nella speranza di scoprire come sarebbe andata a finire, e altre ancora in cui non capivo dove Hemingway volesse andare a parare con questa storia. Il tutto è diventato più chiaro dopo una chiacchieratina con il mio caro papino che mi ha detto come, secondo lui, l'intento dell'autore fosse quello di mostrare una sfida fra un uomo e il mare, una sfida che non avrebbe potuto avere come vincitore l'uomo senza che questi non arrivasse al limite della sopportazione, una sfida oltre la sua portata ma che lo ha attirato proprio per questo motivo, perché talvolta noi esseri umani tentiamo a immischiarci in situazioni che sono oltre il nostro limite massimo. E direi che mi padre ha ragione su questo.

Concludendo, mi è piaciuta abbastanza questa storia, anche se un po' lenta in alcuni punti, ma è comunque qualcosa di breve che si legge senza fare troppa fatica (certo, se i tuoi genitori la smettessero di parlare a voce alta e di tenere il volume della TV quasi al massimo sarebbe meglio). Insomma, una lettura molto carina anche se forse non proprio del mio genere, come morale e come idea.
Voto:

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