giovedì 4 agosto 2016

Recensione Cercando Alaska

Titolo: Cercando Alaska
Autore: John Green
Genere: Narrativa per ragazzi
Casa editrice: Rizzoli
Prezzo: €13.00 (copertina flessibile, Vintage)
Pagine: 394






Trama
Miles Halter è affascinato dalle ultime parole di personaggi famosi ed è stanco della sua vita a casa. Parte quindi in collegio per cercare il suo "Grande Forse", come ebbe a dire il poeta François Rabelais in punto di morte. Alla scuola di Culver Creek lo aspetta, tra gli altri, Alaska Young. Intelligente, spiritosa, svitata e molto bella, trascinerà Miles nel labirinto della sua complicata esistenza, catapultandolo nel mondo del Grande Forse. 
Recensione
Buongiorno! Oggi è uno di quei giorni in cui non c'è praticamente nulla da fare, io ho appena finito di leggere un libro e mi piacerebbe molto occupare il mio tempo guardando serie TV, ma dovendo scrivere post, questa opzione non può essere presa in considerazione perché altrimenti mi distrarrei troppo e non riuscirei a scrivere... Va beh, comunque eccomi qui per parlarvi di "Cercando Alaska" un altro libro di John Green, che ho apprezzato soprattutto in "Colpa delle Stelle" e che qui non mi ha conquistato tanto quanto in precedenza perché all'inizio non riuscivo a capire dove volesse andare a parare.
Dunque, all'inizio vediamo Miles che si trasferisce a Culver Creek per studiare: subito incontra colui che si fa chiamare Capitano, il suo compagno di stanza, che lo porta a conoscere Alaska, una ragazza che ha una camera tutta per sé piena di libri e che vende sigarette (anche se non è consentito all'interno dell'istituto). Mentre il protagonista si ambienta e inizia a frequentare le lezioni, continua la sua amicizia con i due ragazzi, fatta di scherzi, esperienze nuove per Miles che cerca di trovare la sua strada. Insieme passano dei momenti molto belli, ma quello che nessuno riesce a capire sono gli sbalzi d'umore di Alaska, apparentemente una ragazza felice, ma che contiene dei segreti sul suo passato. Un sera, mentre erano tutti e tre nella stessa stanza e dopo aver bevuto, lei riceve una telefonata e quando ritorna in camera è molto scossa: prende la macchina e il mattino dopo si scopre che ha avuto un incidente e che è morta sul colpo: così Miles e Capitano cercheranno di capire cosa è successo veramente quella notte.
Allora, come ho già detto all'inizio, questo libro mi è piaciucchiato, ma non più di tanto, perché mi aspettavo qualcosina di più e perché all'inizio non riuscivo a capire dove volesse andare a parare l'autore con questa storia: tutto sommato è una lettura carina, anche se alla fine mi ha messo un pochino di angoscia e mi ha ricordato "Città di Carta" perché in entrambi i libri il protagonista va alla ricerca di qualcosa, con la differenza che nel sopracitato la ricerca dura tutto il libro, mentre qui dura per l'ultimo terzo del libro.
Procediamo con i personaggi: Miles è il tipico ragazzo un po' sfigatello che non aveva amici e che inizia a farseli solo a Culver Creek, dove fa molte esperienze nuove, che i suoi genitori non approverebbero; inizia a provare qualcosa per Alaska, nonostante sia fidanzata, e rimane molto scosso quando riceve la notizia dell'incidente perché quella sera si erano baciati e poi l'aveva aiutata ad uscire creando un diversivo, cosa che lo farà sentire molto in colpa ed è proprio per questo che è determinato a tutti i costi a scoprire cosa è successo veramente quella notte.
Poi abbiamo il Capitano, un ragazzo super intelligente, la cui madre vive in una roulotte, che combina parecchie bravate insieme ad Alaska e alla combriccola, che sfrutta il suo compagno di stanza per farsi pagare le sigarette, che ha una ragazza che appartiene alle sfere alte, ovvero i figli di papà, molto ricchi, che facevano quello che gli pareva, e che si impegna per cercare di capire cosa ha spinto la ragazza a mettersi al volante quando era palesemente ubriaca.
Infine, abbiamo, appunto, Alaska, un po' la Margo di questo libro, misteriosa per quanto riguarda il suo passato, che si diverte a fare scherzi a destra e a manca cercando di non essere beccata dall'Aquila (colui che sorveglia che nessuno beva, fumi o abbia rapporti all'interno della scuola e che tutti si divertono a far arrabbiare): di lei non si conosce quasi nulla, al contrario dei due ragazzi sopracitati, se non il fatto che dopo essere andata allo zoo insieme alla madre, nello stesso giorno, questa è stata colpita da un aneurisma e lei non ha saputo cosa fare, incolpandosi così della sua morte per via del fatto che non ha chiamato subito l'ambulanza.
Allora, dopo questo breve ex cursus sui tre personaggi principali, passiamo ai possibili insegnamenti: primo fra tutti, mai guidare da ubriachi perché i freni inibitori della propria persona vanno a farsi friggere insieme al senso di responsabilità che permetterebbe di avere un po' più di cervello; inoltre, mai fare azioni sconsiderate quando si è sconvolti, o almeno farsi aiutare da qualcuno più lucido in queste situazioni.
Una cosa che mi ha fatto riflettere è il senso di colpa, che qui vediamo con Miles e Capitano e anche con Alaska: spesso, quando ci dimentichiamo di qualcosa di importante o facciamo qualcosa che ha delle ripercussioni ci sentiamo responsabili e ci sentiamo male perché il senno di poi si fa strada prepotentemente nelle nostre emozioni, ma non ci possiamo fare nulla perché per quanto uno possa continuare a ripetere che la colpa non è nostra un piccolo rimorso ci sarà sempre e nessuno potrà farlo sparire, tranne la memoria, quando deciderà che quel fatto bisogna archiviarlo per dare spazio ad altri ricordi. Ed è proprio il senso di colpa che permea alla fine del libro e che fa si che i due ragazzi si mettano d'impegno per capire cosa ha spinto Alaska a mettersi al volante, mentre si chiedono il motivo per cui a nessuno di loro è venuto in mente di fermarla, di chiederle una spiegazione e di dirle di fare quello che doveva fare l'indomani da sobria.
Concludendo, perché non so più cosa dire, questo libro non sarà l'opera del secolo, ma è una lettura abbastanza leggera, sebbene l'ultimo terzo sia un po' angoscioso, a mio parere, che scorre velocemente anche grazie allo stile di John Green, ma non vi aspettate una lettura come "Colpa delle Stelle", che secondo me è migliore, e godetevela per quello che è, una storia inizialmente un po' spensierata che alla fine si fa più seria, alla ricerca di quello che era Alaska e del suo mondo, di cui nessuno sa nulla. Alla prossima!
Voto:

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