giovedì 18 agosto 2016

Recensione Narciso e Boccadoro

Titolo: Narciso e Boccadoro
Autore: Hermann Hesse
Genere: Narrativa Classica
Casa editrice: Mondadori
Prezzo: €13.00 (copertina flessibile)
Pagine: 280





Trama
Nel Medioevo leggendario del cattolicesimo monastico si sviluppa l'amicizia fra il dotto e ascetico Narciso, destinato a una brillante carriera religiosa al riparo dalle insidie del mondo, e Boccadoro, l'artista geniale e vagabondo, tentato dall'infinita ricchezza della vita e segretamente innamorato anche della sua caducità. In Narciso e Boccadoro Hesse riflette sul tema, centrale nella sua poetica, del contrasto fra natura e spirito, fra eros e logos, fra arte e ascesi, alla ricerca di una loro possibile conciliazione e pone al lettore - in una limpida fusione di favola simbolica e romanzo picaresco - i grandi, inquietanti interrogativi sulla condizione dell'uomo contemporaneo.
Recensione
Buongiorno! Oggi fa un po' meno caldo del solito, il che va più che bene, ma sopra di me stanno facendo un rumore pazzesco che mi deconcentra e che mi fa passare la voglia di fare qualsiasi cosa. Comunque, eccomi qui per parlarvi di un libro che ho letto per la scuola come compito delle vacanze di italiano, ovvero "Narciso e Boccadoro", una storia ambientata nel Medioevo in cui si tratta l'amicizia di queste due persone, che continuano a provare affetto l'una per l'altra per tutta la loro vita.
Dunque, all'inizio vediamo un ragazzo di diciotto anni, Boccadoro, che viene portato in un monastero dal padre per frequentare la scuola, anche perché diventerà un monaco: qui, incontra Narciso, un ragazzo un po' più grande di lui che ha già votato la sua vita a Dio, con cui farà anche molti discorsi, uno dei quali lo sconquasserà molto; nel mentre, però, inizia a capire che la sua meta non è quella di dedicare tutta la sua vita al monachesimo e decide di partire e vagabondare in cerca di qualcosa. E' così che incontra molte persone, molte donne, diventa un Don Giovanni e fa molte esperienze, come imparare l'arte dell'intagliare, e nel suo viaggio incontrerà persone un po' subdole e la peste, ma per tutto il cammino la presenza di Narciso sarà sempre con lui.
Allora, non so esattamente cosa mi aspettassi da questo libro, ma di certo mi aspettavo qualcosina di più (non molto, ma un pochino di più): all'inizio non mi stava conquistando, mi sembrava troppo lento, poi dopo le prime sessanta pagine tutto ha iniziato a diventare più coinvolgente, in pratica nel momento in cui Boccadoro esce per andare a vagabondare nel mondo reale e inizia a diventare un giovane Don Giovanni, che fa cose proibite con donne sposate e con fanciulle che non potrà mai sposare per via della sua condizione. Insomma, nel momento in cui lascia il monastero la storia assume una piega molto diversa da come mi sarei immaginata e la lussuria prende ampio spazio nella vicenda, tanto che a un certo punto mi sono detta: "Wow, sono finita in una sottospecie di 'After' del '900, solo leggermente più casto!".
Boccadoro è il tipico ragazzo dell'epoca che crede a tutto quello che dice il padre, come al fatto che sua madre non era una buona donna e che la sua meta è diventare un monaco: si è quasi rassegnato a questo futuro a tal punto che pensa sia peccato pensare a una ragazza incontrata fuori dal monastero, finché Narciso non gli apre gli occhi e capisce che tutto questo non è quello che vuole e, per questo, decide di andare a cercare quello che mi piace chiamare come "Grande Forse". È così che parte e trascorre il suo tempo in un'avventura che lo porterà a conoscere cose nuove e a diventare grande.
Abbiamo poi Narciso: pur vedendolo poco, possiamo vedere sin da subito come si affezioni al nuovo arrivato in convento, forse addirittura un affetto da "più che amici", ma non può farlo vedere perché si creerebbe una situazione poco piacevole; purtroppo, non si capisce molto di lui, del suo carattere perché lo si vede poco e dalle sue scene non si evince molto della sua persona, quindi non mi sbilancio troppo dicendo altro perché, onestamente, non mi ha mai detto niente a parte il fatto che si comporta sempre come il monaco tipo, sempre a studiare e a dedicarsi alle attività tipiche del loro ordine.
Insomma, all'inizio pensavo che avremmo visto una storia proibita tra Narciso e Boccadoro, ma non è stato così: certo la loro amicizia ritorna spesso nel corso della narrazione, soprattutto perché il primo è una presenza importante in certi momenti del vagabondaggio del secondo.
Inoltre, essendo ambientato nel Medioevo, troviamo la peste: naturalmente, vediamo anche la superstizione delle persone perché, se all'inizio si barricano in casa per il semplice fatto di aver paura del contagio, dopo un po' di tempo che questa tempesta bubbonica imperversa incominciano a credere negli untori, ovvero in coloro che ipoteticamente passerebbero di casa in casa a strofinare porte e maniglie con un unguento (ed è qui che si rivedono i Promessi Sposi, della serie che a volte ritornano).
Concludendo, perché non ho temi particolarmente importanti da segnalarvi, diciamo che è stata una lettura abbastanza piacevole soprattutto nella parte centrale, quando Boccadoro va in cerca della sua strada: una lettura un pochino noiosa nella parte iniziale e in quella finale, un po' più avventurosa nel centro dove Boccadoro si diverte, ma impara anche qualcosa dalle esperienze che fa.
Voto:

2 commenti:

  1. Non conoscevo questo classico, ora sono proprio curiosa di leggerlo. La trama mi piace e anche se la tua recensione non è del tutto positiva, vorrei dargli una possibilità.. Ti farò sapere cosa ne penso, buona serata ^_^

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    1. Secondo me, nonostante tutto, merita di essere letto: sì, non mi ha fatto propriamente impazzire e mi aspettavo qualcosa di diverso, ma la parte centrale è bellina.
      Poi fammi sapere cosa ne pensi :)

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