Autore: Jojo Moyes
Genere: Narrativa straniera
Casa editrice: Mondadori
Prezzo: €18.00 (copertina rigida)
Pagine: 384
Trama
Per Louisa Clark ricominciare è molto difficile. Dopo la morte di Will Traynor, di cui si è perdutamente innamorata, si sente persa, svuotata.
È passato un anno e mezzo ormai, e Lou non è più quella di prima. I sei mesi trascorsi con Will l'hanno completamente trasformata, per questo sente di non poter tornare indietro ma di dover dare una nuova piega alla sua vita. Poi una sera una persona sconosciuta le si presenta alla porta di casa ed è subito chiaro che aprire o non quella porta potrebbe cambiare totalmente la vita.
Recensione
Buongiorno! Oggi, in questa giornata in cui il caldo si è fatto sentire poco, sono tornata per farvi la recensione di "Dopo di Te", il seguito di "Io prima di Te", un libro tanto bello quanto straziante per via del finale, di cui adesso abbiamo un seguito che ci permette di vedere come sono proseguite le vite dei vari personaggi a circa due anni di distanza da quel tragico momento in Svizzera.
Ma meglio iniziare subito perché ho tantissime cose da dirvi e, probabilmente, non ve le dirò neanche tutte perché altrimenti questo post verrebbe lungo un chilometro.
Allora, all'inizio ritroviamo Lou che, un anno e mezzo dopo, ha girato un po' l'Europa, è andata a Parigi dove ha lavorato come barista in un locale, e ora si trova a lavorare al bar dell'aeroporto di Londra: diciamo che quello che ha fatto in questo tempo non si possa dire vivere, ma quei mesi sono stati molto difficili perché ha perso l'uomo che amava e non è riuscita a fargli cambiare idea, per non parlare che tutti i giornali hanno riportato la notizia e hanno accusato lei e i Traynor di quello che è successo. Quando però un incidente la farà tornare a casa sua, alcune cose cambieranno: tornata nel suo appartamento dovrà andare di nuovo a lavoro e dovrà anche frequentare uno di quei corsi in cui la gente si mette in cerchi e parla di quello che ha perso, insomma una specie di terapia del lutto, ed è da questo momento che nella sua vita piomberanno due persone abbastanza importanti, ovvero Lily, una ragazzina di sedici anni che si ritrova alla porta di casa, e Sam, un paramedico molto carino.
Dunque, avevo un po' paura a leggere questo libro perché a molte persone è sembrato un libro inutile, assolutamente non all'altezza del precedente volume (cosa più che ovvia, vista l'intensità della storia di Will e Lou), in alcuni casi anche parecchio deludente, però, visto che sono una persona curiosa che vuole farsi una propria opinione su tutto, mi sono preparata psicologicamente e mi sono imbarcata in questa nuova avventura: il fatto che non sia come il primo libro, che non sia in grado di regalare le stesse emozioni, è una cosa abbastanza ovvia perché. insomma, ce ne vuole per raggiungere il livello di "Io prima di Te", però a me è piaciuto molto per via del fatto che possiamo vedere cosa è successo dopo la sua morte e come hanno reagito i vari personaggi. Certo, ammetto che se ne poteva anche fare a meno di questo libro perché la storia si poteva considerare bella che conclusa dopo quel finale che ha fatto piangere la stragrande maggioranza dei lettori, ma credo che ci potesse anche stare perché personalmente mi sono chiesta cosa sarebbe successo a Louisa, se avrebbe viaggiato, se avrebbe deciso di rintanarsi nel suo dolore per sempre o se avesse deciso di vivere e per questo mi è piaciuto parecchio.
Lou è una donna distrutta dal dolore per aver perso l'uomo che amava e che ama ancora, ma soprattutto qui la ritroviamo con parecchi sensi di colpa per non essere riuscita a fargli cambiare idea: sente la mancanza di colui con cui poteva parlare senza badare troppo alle sue parole e al contempo crede di deluderlo perché non riesce ad andare avanti, non vive come lui avrebbe voluto. La sua vita viene sconvolta da un uragano di nome Lily che le piomberà in casa una notte e che le darà parecchi problemi, ma che la aiuterà, alla fine, a superare quello che è successo: nel momento in cui lei entra nel suo mondo, ci sono alcune preoccupazioni in più che lei si prende sulle spalle perché non riesce ad allontanarsi da lei e la vuole aiutare, visto che la sua esistenza non è stata molto facile, infatti in soli sedici anni ha visto sua madre lasciare un uomo per un altro più ricco, che avrebbe saputo soddisfare i suoi bisogni, ha scoperto che il suo vero padre è morto e che non l'ha mai voluta, per poi scoprire ancora che in realtà il suo padre biologico non aveva mai saputo della gravidanza della madre, si è vista mandare in collegio e si è messa in situazioni più grandi di lei che le hanno portato dei problemi.
Sì, ecco, diciamo che più che un uragano, Lou si ritrova fra i piedi un'apocalisse che deve gestire e aiutare a credere un po' di più in se stessa, a capire che qualcuno che la ama esiste al mondo e che deve imparare a non respingere subito le persone che incontra, facendo così quello che hanno sempre fatto gli altri con lei stessa.
Un altro personaggio nuovo è Sam, un paramedico che soccorrerà la protagonista quando scivolerà dalla terrazza con un bel salto che le procurerà qualche osso rotto: lui lavora in ambulanza insieme a Donna, ha perso anche lui una persona cara, sua sorella, e spesso lo si vede insieme al nipote Jack, quando lo va a riprendere dal gruppo in cui va anche Clark; sarà poi così che si ritroveranno e che inizieranno a vedersi, ma tra loro due ci sarà sempre qualcosa (o qualcuno) che impedirà alla loro storia di andare avanti e la stessa paura di Lou di perdere di nuovo la persona che ama potrebbe essere l'ostacolo da superare.
Ovviamente, non mancano i vecchi personaggi: tra due genitori in rotta perché lei si sta convertendo (non so se sia la parola giusta...) al femminismo e lui che è disperato all'idea di perderla, una sorella con un bambino a carico e con un futuro non proprio roseo, un nonno che si comporta come un bambino, un ex che ostenta la sua nuova fidanzata durante il periodo di convalescenza della protagonista a casa dei suoi, un Nathan che cerca di convincere Lou ad accettare un lavoro a New York, un signor Traynor con un figlio in arrivo da una donna più giovane di lui (che, detto fra noi, non è neanche una donna, è una vipera) e una signora Traynor ancora devastata per la perdita del figlio, ce ne sono di belle da vedere e di emozioni da provare. E talvolta si fa anche qualche risatina.
I temi che vengono trattati in questo secondo volume sono abbastanza delicati, certo non tanto quanto l'eutanasia o gli altri che la Moyes tratta in "Io prima di Te", ma mi hanno fatto riflettere tantissimo tant'è che dopo aver finito la lettura mi sono messa a parlare allo specchio del bagno di quello che succede in questo libro e di alcuni comportamenti.
La prima cosa su cui mi voglio soffermare è il comportamento della madre di Lily: lei è una di quelle donne che pensano sostanzialmente al loro benessere, ai loro interessi, che vanno in caccia di uomini ricchi per poter fare tutto quello che vogliono e che nel momento in cui il riccone di turno è in crisi (lavorativa e/o economica) non esitano a cambiare uomo come se fosse un capo di vestiario che dopo un po' di tempo è da buttare; inoltre, è una di quelle donne che tratta i propri figli come se fossero degli stracci su cui addossare la colpa della loro possibile infelicità, della serie "da quando sei nato/a tu, tutto è andato a rotoli, hai messo fine alla mia vita da ragazza, feste, uomini ecc.", ed è proprio quest'ultima cosa che mi ha fatto arrabbiare perché le madri come lei non si rendono neanche conto dei problemi del figlio poiché troppo concentrate su se stesse (e, tra l'altro, non ha voluto neanche chiamare la polizia quando nessuno aveva notizia della figlia da un po' di giorni perché il suo maritino è in una posizione critica e non può avere a che fare con sbirri), e io mi chiedo: se questo figlio ti da tanti problemi e ti tarpa le ali, allora perché l'hai generato? 1) esistono i metodi contraccettivi e avevi solo da prendere precauzioni, 2) guarda che sei stata tu a decidere di tenertelo, avresti potuto abortire se non lo volevi, non è una cosa che è venuta fuori negli ultimi tre anni, 3) se proprio devi fare il genitore a cui non gliene frega nulla del figlio, facevi prima a non metterlo al mondo, almeno lui/lei non avrebbe dovuto sorbirsi un'infanzia e un'adolescenza così brutta. Che poi io dico: ma i genitori lo sanno che quando si diventa tali bisogna mettere da parte i propri interessi per curarsi di quelli del loro figlio che ha bisogno di qualcuno che gli faccia capire come funziona il mondo e di qualcuno che gli stia dietro nel momento dell'adolescenza, visto e considerato che noi adolescenti siamo quasi peggio delle donne incinte, con il nostro essere un po' lunatici, il nostro bisogno di attenzioni, le nostre voglie? Ma comportamenti allucinanti che ti fanno venire voglia di andare a darne tante al genitore in questione, dimenticando diplomazia, razionalità e robe varie.
Un'altra cosa che mi ha fatto accapponare la pelle è il fatto che un adulto tenti di fare cose indicibili con una ragazzina di sedici anni: cioè, tu la salvi da uno che la minaccia e chiedi in cambio quello? Ma due calci proprio lì ti arrivano di sicuro! Quello che non capisco è il fatto che delle persone possano pensare a dei bambini, a dei minorenni, in certe maniere: ma bisogna essere pazzi e pervertiti in una maniera assurda. E la cosa ancora più incredibile è che quando vengono scoperti hanno ancora paura della loro reputazione: ma quale reputazione e reputazione, in galera dovresti finire per ricatto e comportamenti poco appropriati nei confronti di minori, oltre che tentativo di prostituzione minorile!
Ultima cosa, perché altrimenti parlo troppo. Quello che ha fatto Will è stato un gesto molto doloroso per le persone che gli stavano intorno, ma probabilmente "felice" per lui stesso perché non voleva dover vivere il resto della sua vita con qualcuno che perennemente avrebbe dovuto controllarlo, imboccarlo, lavarlo, spostarlo dal letto alla sedia e viceversa: e se ci pensiamo bene potrebbe anche aver fatto la cosa giusta, non ha voluto che gli altri smettessero di vivere e riponessero i loro sogni in un cassetto per causa sua. Louisa a un certo punto pensa che lui non l'abbia amata abbastanza da cambiare idea e da rimanere, ma io penso che lui l'abbia amata così tanto da lasciarla andare per la sua strada, senza di lui, proprio come fa Finn con Rachel nella 3x22 di "Glee", nel momento in cui avrebbero dovuto sposarsi lui la porta alla stazione e le dice che lei partirà da sola per New York perché lui la ama così tanto da lasciarla andare (perché sa benissimo che se si sposassero lei rimarrebbe a Lima e metterebbe da parte i suoi sogni e la sua felicità), senza di lui: ed è proprio questo che le dice Will attraverso il suo gesto, che lei deve trovare la sua strada e che lui la lascia andare proprio perché la ama così tanto da non voler che lei metta da parte la sua felicità per star dietro a un tetraplegico che non ama più la sua vita, e che si sente un peso per gli altri; le dice di vivere, di godersi la vita, di viaggiare e di imparare ad amare di nuovo dopo di lui.
Concludendo, perché ho decisamente parlato troppo (e non ho detto neanche tutto!), questo libro mi è piaciuto molto perché ci permette di dare uno sguardo a quello che è successo dopo Will, alla crescita del personaggio di Lou e al suo lasciare andare l'uomo che ha amato, continuando ad amarlo, ma imparando anche ad amare qualcun altro, Sam, e imparando a vivere la propria vita nell'avventura, nella felicità; ci regala molti momenti tristi, in cui il dolore per la sua morte si fa sentire moltissimo, ma ci sono anche momenti che fanno sorridere. Insomma, uno di quei libri che, personalmente, mi ha fatto provare molte emozioni, rabbia, felicità, tristezza, impotenza, e che ha strapazzato un pochino il mio povero cuoricino. Come già detto, non è nulla in confronto a "Io prima di Te", però è stato in grado di catturarmi, di farmi trattenere il fiato, anche se vedere Lou con qualcuno che non fosse Will mi ha fatto un po' specie, ma mi ha fatto piacere vedere che è riuscita a uscire dal tunnel di dolore e che ha fatto ciò che lui le ha detto di fare: vivere.
Voto:
Buongiorno! Oggi, in questa giornata in cui il caldo si è fatto sentire poco, sono tornata per farvi la recensione di "Dopo di Te", il seguito di "Io prima di Te", un libro tanto bello quanto straziante per via del finale, di cui adesso abbiamo un seguito che ci permette di vedere come sono proseguite le vite dei vari personaggi a circa due anni di distanza da quel tragico momento in Svizzera.
Ma meglio iniziare subito perché ho tantissime cose da dirvi e, probabilmente, non ve le dirò neanche tutte perché altrimenti questo post verrebbe lungo un chilometro.
Allora, all'inizio ritroviamo Lou che, un anno e mezzo dopo, ha girato un po' l'Europa, è andata a Parigi dove ha lavorato come barista in un locale, e ora si trova a lavorare al bar dell'aeroporto di Londra: diciamo che quello che ha fatto in questo tempo non si possa dire vivere, ma quei mesi sono stati molto difficili perché ha perso l'uomo che amava e non è riuscita a fargli cambiare idea, per non parlare che tutti i giornali hanno riportato la notizia e hanno accusato lei e i Traynor di quello che è successo. Quando però un incidente la farà tornare a casa sua, alcune cose cambieranno: tornata nel suo appartamento dovrà andare di nuovo a lavoro e dovrà anche frequentare uno di quei corsi in cui la gente si mette in cerchi e parla di quello che ha perso, insomma una specie di terapia del lutto, ed è da questo momento che nella sua vita piomberanno due persone abbastanza importanti, ovvero Lily, una ragazzina di sedici anni che si ritrova alla porta di casa, e Sam, un paramedico molto carino.
Dunque, avevo un po' paura a leggere questo libro perché a molte persone è sembrato un libro inutile, assolutamente non all'altezza del precedente volume (cosa più che ovvia, vista l'intensità della storia di Will e Lou), in alcuni casi anche parecchio deludente, però, visto che sono una persona curiosa che vuole farsi una propria opinione su tutto, mi sono preparata psicologicamente e mi sono imbarcata in questa nuova avventura: il fatto che non sia come il primo libro, che non sia in grado di regalare le stesse emozioni, è una cosa abbastanza ovvia perché. insomma, ce ne vuole per raggiungere il livello di "Io prima di Te", però a me è piaciuto molto per via del fatto che possiamo vedere cosa è successo dopo la sua morte e come hanno reagito i vari personaggi. Certo, ammetto che se ne poteva anche fare a meno di questo libro perché la storia si poteva considerare bella che conclusa dopo quel finale che ha fatto piangere la stragrande maggioranza dei lettori, ma credo che ci potesse anche stare perché personalmente mi sono chiesta cosa sarebbe successo a Louisa, se avrebbe viaggiato, se avrebbe deciso di rintanarsi nel suo dolore per sempre o se avesse deciso di vivere e per questo mi è piaciuto parecchio.
Lou è una donna distrutta dal dolore per aver perso l'uomo che amava e che ama ancora, ma soprattutto qui la ritroviamo con parecchi sensi di colpa per non essere riuscita a fargli cambiare idea: sente la mancanza di colui con cui poteva parlare senza badare troppo alle sue parole e al contempo crede di deluderlo perché non riesce ad andare avanti, non vive come lui avrebbe voluto. La sua vita viene sconvolta da un uragano di nome Lily che le piomberà in casa una notte e che le darà parecchi problemi, ma che la aiuterà, alla fine, a superare quello che è successo: nel momento in cui lei entra nel suo mondo, ci sono alcune preoccupazioni in più che lei si prende sulle spalle perché non riesce ad allontanarsi da lei e la vuole aiutare, visto che la sua esistenza non è stata molto facile, infatti in soli sedici anni ha visto sua madre lasciare un uomo per un altro più ricco, che avrebbe saputo soddisfare i suoi bisogni, ha scoperto che il suo vero padre è morto e che non l'ha mai voluta, per poi scoprire ancora che in realtà il suo padre biologico non aveva mai saputo della gravidanza della madre, si è vista mandare in collegio e si è messa in situazioni più grandi di lei che le hanno portato dei problemi.
Sì, ecco, diciamo che più che un uragano, Lou si ritrova fra i piedi un'apocalisse che deve gestire e aiutare a credere un po' di più in se stessa, a capire che qualcuno che la ama esiste al mondo e che deve imparare a non respingere subito le persone che incontra, facendo così quello che hanno sempre fatto gli altri con lei stessa.
Un altro personaggio nuovo è Sam, un paramedico che soccorrerà la protagonista quando scivolerà dalla terrazza con un bel salto che le procurerà qualche osso rotto: lui lavora in ambulanza insieme a Donna, ha perso anche lui una persona cara, sua sorella, e spesso lo si vede insieme al nipote Jack, quando lo va a riprendere dal gruppo in cui va anche Clark; sarà poi così che si ritroveranno e che inizieranno a vedersi, ma tra loro due ci sarà sempre qualcosa (o qualcuno) che impedirà alla loro storia di andare avanti e la stessa paura di Lou di perdere di nuovo la persona che ama potrebbe essere l'ostacolo da superare.
Ovviamente, non mancano i vecchi personaggi: tra due genitori in rotta perché lei si sta convertendo (non so se sia la parola giusta...) al femminismo e lui che è disperato all'idea di perderla, una sorella con un bambino a carico e con un futuro non proprio roseo, un nonno che si comporta come un bambino, un ex che ostenta la sua nuova fidanzata durante il periodo di convalescenza della protagonista a casa dei suoi, un Nathan che cerca di convincere Lou ad accettare un lavoro a New York, un signor Traynor con un figlio in arrivo da una donna più giovane di lui (che, detto fra noi, non è neanche una donna, è una vipera) e una signora Traynor ancora devastata per la perdita del figlio, ce ne sono di belle da vedere e di emozioni da provare. E talvolta si fa anche qualche risatina.
I temi che vengono trattati in questo secondo volume sono abbastanza delicati, certo non tanto quanto l'eutanasia o gli altri che la Moyes tratta in "Io prima di Te", ma mi hanno fatto riflettere tantissimo tant'è che dopo aver finito la lettura mi sono messa a parlare allo specchio del bagno di quello che succede in questo libro e di alcuni comportamenti.
La prima cosa su cui mi voglio soffermare è il comportamento della madre di Lily: lei è una di quelle donne che pensano sostanzialmente al loro benessere, ai loro interessi, che vanno in caccia di uomini ricchi per poter fare tutto quello che vogliono e che nel momento in cui il riccone di turno è in crisi (lavorativa e/o economica) non esitano a cambiare uomo come se fosse un capo di vestiario che dopo un po' di tempo è da buttare; inoltre, è una di quelle donne che tratta i propri figli come se fossero degli stracci su cui addossare la colpa della loro possibile infelicità, della serie "da quando sei nato/a tu, tutto è andato a rotoli, hai messo fine alla mia vita da ragazza, feste, uomini ecc.", ed è proprio quest'ultima cosa che mi ha fatto arrabbiare perché le madri come lei non si rendono neanche conto dei problemi del figlio poiché troppo concentrate su se stesse (e, tra l'altro, non ha voluto neanche chiamare la polizia quando nessuno aveva notizia della figlia da un po' di giorni perché il suo maritino è in una posizione critica e non può avere a che fare con sbirri), e io mi chiedo: se questo figlio ti da tanti problemi e ti tarpa le ali, allora perché l'hai generato? 1) esistono i metodi contraccettivi e avevi solo da prendere precauzioni, 2) guarda che sei stata tu a decidere di tenertelo, avresti potuto abortire se non lo volevi, non è una cosa che è venuta fuori negli ultimi tre anni, 3) se proprio devi fare il genitore a cui non gliene frega nulla del figlio, facevi prima a non metterlo al mondo, almeno lui/lei non avrebbe dovuto sorbirsi un'infanzia e un'adolescenza così brutta. Che poi io dico: ma i genitori lo sanno che quando si diventa tali bisogna mettere da parte i propri interessi per curarsi di quelli del loro figlio che ha bisogno di qualcuno che gli faccia capire come funziona il mondo e di qualcuno che gli stia dietro nel momento dell'adolescenza, visto e considerato che noi adolescenti siamo quasi peggio delle donne incinte, con il nostro essere un po' lunatici, il nostro bisogno di attenzioni, le nostre voglie? Ma comportamenti allucinanti che ti fanno venire voglia di andare a darne tante al genitore in questione, dimenticando diplomazia, razionalità e robe varie.
Un'altra cosa che mi ha fatto accapponare la pelle è il fatto che un adulto tenti di fare cose indicibili con una ragazzina di sedici anni: cioè, tu la salvi da uno che la minaccia e chiedi in cambio quello? Ma due calci proprio lì ti arrivano di sicuro! Quello che non capisco è il fatto che delle persone possano pensare a dei bambini, a dei minorenni, in certe maniere: ma bisogna essere pazzi e pervertiti in una maniera assurda. E la cosa ancora più incredibile è che quando vengono scoperti hanno ancora paura della loro reputazione: ma quale reputazione e reputazione, in galera dovresti finire per ricatto e comportamenti poco appropriati nei confronti di minori, oltre che tentativo di prostituzione minorile!
Ultima cosa, perché altrimenti parlo troppo. Quello che ha fatto Will è stato un gesto molto doloroso per le persone che gli stavano intorno, ma probabilmente "felice" per lui stesso perché non voleva dover vivere il resto della sua vita con qualcuno che perennemente avrebbe dovuto controllarlo, imboccarlo, lavarlo, spostarlo dal letto alla sedia e viceversa: e se ci pensiamo bene potrebbe anche aver fatto la cosa giusta, non ha voluto che gli altri smettessero di vivere e riponessero i loro sogni in un cassetto per causa sua. Louisa a un certo punto pensa che lui non l'abbia amata abbastanza da cambiare idea e da rimanere, ma io penso che lui l'abbia amata così tanto da lasciarla andare per la sua strada, senza di lui, proprio come fa Finn con Rachel nella 3x22 di "Glee", nel momento in cui avrebbero dovuto sposarsi lui la porta alla stazione e le dice che lei partirà da sola per New York perché lui la ama così tanto da lasciarla andare (perché sa benissimo che se si sposassero lei rimarrebbe a Lima e metterebbe da parte i suoi sogni e la sua felicità), senza di lui: ed è proprio questo che le dice Will attraverso il suo gesto, che lei deve trovare la sua strada e che lui la lascia andare proprio perché la ama così tanto da non voler che lei metta da parte la sua felicità per star dietro a un tetraplegico che non ama più la sua vita, e che si sente un peso per gli altri; le dice di vivere, di godersi la vita, di viaggiare e di imparare ad amare di nuovo dopo di lui.
Concludendo, perché ho decisamente parlato troppo (e non ho detto neanche tutto!), questo libro mi è piaciuto molto perché ci permette di dare uno sguardo a quello che è successo dopo Will, alla crescita del personaggio di Lou e al suo lasciare andare l'uomo che ha amato, continuando ad amarlo, ma imparando anche ad amare qualcun altro, Sam, e imparando a vivere la propria vita nell'avventura, nella felicità; ci regala molti momenti tristi, in cui il dolore per la sua morte si fa sentire moltissimo, ma ci sono anche momenti che fanno sorridere. Insomma, uno di quei libri che, personalmente, mi ha fatto provare molte emozioni, rabbia, felicità, tristezza, impotenza, e che ha strapazzato un pochino il mio povero cuoricino. Come già detto, non è nulla in confronto a "Io prima di Te", però è stato in grado di catturarmi, di farmi trattenere il fiato, anche se vedere Lou con qualcuno che non fosse Will mi ha fatto un po' specie, ma mi ha fatto piacere vedere che è riuscita a uscire dal tunnel di dolore e che ha fatto ciò che lui le ha detto di fare: vivere.
Voto:
Ciao! guarda, io ho preferito questo sequel..sicuramente mi ha trasmesso meno emozioni rispetto a Io prima di te, ma più o meno quest'ultimo mi aspettavo come andasse a finire. Invece io e te sappiamo che in questo libro c'è da stupirsi piuttosto che da emozionarsi, e visto che non me l'aspettavo proprio, ho apprezzato molto questa nuova storia :)
RispondiEliminaSono assolutamente d'accordo con te: è ovvio che questo sequel non potrà mai essere come "Io prima di te", però mi ha fatto molto piacere leggerlo :)
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