giovedì 5 ottobre 2017

Recensione Kick Push

Titolo: Kick Push
Autore: Jay McLean
Genere: Young Adult
Casa editrice: CreateSpace Independent Publishing Platform
Prezzo: €14.28 (copertina flessibile)
Pagine: 433






Trama
C'è un solo momento definitivo in ogni skater. Dura solo un secondo. Due se sei bravo. Tre se sei veramente bravo. E' il momento in cui sei in aria, la tua tavola da qualche parte sotto di te, e niente tranne il vento a circondarti. E' la sensazione di essere in volo. Il me sedicenne avrebbe detto che fosse la sensazione più incredibile del mondo. Poi a diciassette anni, ho avuto mio figlio. E ogni singolo secondo è diventato un momento definitivo. Anche quelli che consistevano nel dolore di quando sua madre ci ha lasciati. Diciassette anni. Single. Un papà. Questo è quello che è diventata la mia vita. Tuttavia, ogni giorno sono riuscito a trovare la sensazione di volare. O almeno mi sono convinto di averlo fatto. Ma ho mentito - a me stesso e a tutti quelli che mi stanno attorno. Fino a che non è comparsa lei. Pelle abbronzata, capelli corvini, e occhi verde smeraldo. Sai che cosa fa schifo nell'essere in aria? Cadere dall'alto. Talvolta approdi sulla tavola e azzecchi il trick. E poi scalci, spingi e ti allontani. Altre volte cadi. Cadi male. E quelle sono le volte in cui non è così facile tornare indietro, rispolverare i tuoi freni e riprovare. Specialmente quando la ragazza dagli occhi verde smeraldo diventa la tua droga... e tu diventi il suo veleno.
Recensione
Bonjour! Qui è la vostra Katy che vi parla, questa volta da un foglio di carta su cui sto scrivendo perché il mio pc si surriscalda troppo e mi dà veramente tanto fastidio, per cui ho deciso che avrei iniziato a scrivere la recensione su un fogliettino ambulante, per poi ricopiarla con calma usando il computer fisso di casa, quello che non si surriscalda talmente tanto da farmi sudare a ottobre come se fosse ancora agosto.
Anyway, oggi vi parlo di un libro che ha rubato un pezzettino del mio cuore, al punto che l'ho letto due volte, una in italiano e una in inglese, perché subito dopo averlo finito la prima volta ho scoperto che faceva parte di una duologia e non ho avuto la pazienza di aspettare la traduzione del seguito perché DOVEVO sapere, perentoriamente.

La storia è quella di Joshua, anche chiamato semplicemente Josh, un giovane uomo diventato padre a diciassette anni e che per gli ultimi tre anni non ha fatto altro che lavorare duro, non avendo nessuno ad aiutarlo, e occuparsi da solo del piccolo Tommy, visto che la madre Natalie ha abbandonato entrambi a un mese dal parto.
Josh non ha spazio per occuparsi dell'amore, ma quando nella sua vita entra Becca, la nipote della donna che tre anni prima gli aveva dato un tetto sotto cui stare, qualcosa inizia a cambiare, riscopre un sentimento sepolto da tempo e non riesce a smettere di pensare a lei.
Il problema è che stare con lei non è per nulla facile, non permette a nessuno di toccarla e parla pochissimo, però, in compenso, lei e il piccolo Tommy diventano molto amici, inventano un linguaggio tutto loro e si divertono, cosa che permetterà a Joshua di farla entrare nella sua vita e in quella del bambino. Solo che entrambi hanno degli scheletri nell'armadio di cui non sono disposti a parlare, chi più chi meno, e che potrebbero frapporsi in mezzo a loro, senza che nessuno possa fare qualcosa per sistemare la situazione nella migliore maniera augurabile.

Josh è un ragazzo molto diverso dagli altri: ama lo skateboard, è la sua grande passione, ma si ritrova padre a diciassette anni e deve rinunciarvi perché per lui è più importante il benessere di suo figlio; è molto responsabile, decide che non farà occupare la madre del piccolo da sola di tutto ciò che serve, ma l'aiuta, le sta accanto e ci si mette d'impegno per non venir meno ai suoi doveri, ai doveri che ha preso volentieri sulle sue spalle. Smette addirittura di andare a scuola e inizia a non contare più sugli altri perché gli voltano le spalle uno dopo l'altro: Josh è in preda allo sconforto, solo col bambino e sofferente per tutta la situazione, però ben presto si rialza dal baratro in cui era caduto e cerca di garantire al figlio una vita dignitosa, nonostante le difficoltà.
Ora è diventato un buon padre, Tommy è la luce dei suoi occhi e farebbe di tutto per lui, però la vita continua a non essere troppo clemente e Joshua non sempre riesce a farsela piacere, la sofferenza per l'abbandono è ancora troppo grande e la si vede molto spesso, soprattutto quando si sente la presenza del suo passato. Ma fra il dolore e la gioia per il piccolino, arriva un po' di luce nella sua vita grazie e Becca e lui cerca di immergersi completamente in questo perché ne ha disperatamente bisogno, di un sostegno e di un po' d'amore.

Becca è una ragazza di diciotto anni con un passato tormentato di cui non sappiamo nulla, se non il fatto che parla poco o niente e che no si fa toccare tanto facilmente (e qui è ben intuibile la causa, quando si esclude la germofobia); all'inizio ci sembra molto timida, o comunque un tipo non molto solito a stare in mezzo alla gente, ma ben presto la vedremo aprirsi con Tommy, giocare con lui e sorridere, portare una ventata d'aria fresca nella vita di Josh, già dal momento in cui si trasferisce dalla nonna, che tre anni prima gli aveva dato una casa in cui crescere il figlio. Purtroppo, oltre ai momenti belli, ci sono anche quelli brutti, quelli che la portano a rintanarsi in se stessa, allontanandosi da loro per via di qualcosa che è accaduto e che l'ha ferita.
Insomma, è una ragazza che alterna una certa solarità a una sensibilità tale da far fuoriuscire il dolore che si porta dietro da un passato difficile, però la vicinanza con Josh sembra in parte giovarle, sebbene non sia tutto oro quello che luccica ed elementi destabilizzanti per la sua salute sono sempre in agguato.

Infine, menzione speciale per Tommy: è un bambino troppo tenero, è vivace e simpatico, è dolcissimo e ti fa venire voglia di abbracciarlo e di giocare con lui perché ha tre anni e si sa che più sono piccoli e più sono carini e coccolosi e meno teppistelli (forse). Per non parlare della tenerezza di quando parla nel tipico linguaggio imperfetto dei bambini, cosa che no si capisce molto bene quando lo leggi in italiano perché i traduttori non storpiano mai le parole quando sono quelle dei bimbi, cosa che ti darebbe veramente la percezione della sua età. Ah, quando sarò grande mi piacerebbe avere un figlio come lui.

La cosa più bella, secondo me, di questa storia è il fatto che si ha uno sguardo sull'altra faccia della medaglia, quella che non si vede tanto spesso di solito, infatti, è più probabile vedere la storia di una ragazza-madre abbandonata dal tizio che l'ha messa incinta, non quella del ragazzo-padre lasciato da solo con il figlio, per cui è interessante vedere come i problemi li possano avere anche i maschi, non solo le femmine.
L'amore che Josh prova per suo figlio è qualcosa di bellissimo, perché è l'amore di un padre, ma è doloroso perché c'è il timore, la paura che il figlio possa incontrare difficoltà per il semplice fatto di essere frutto di due ragazzini che hanno fatto certe cose. Ma indipendentemente da tutto è l'amore fra due persone che si trovano a vivere da soli e a contare solo sulle proprie forze perché coloro che erano la loro famiglia gli hanno voltato le spalle... ecco, come può un genitore dire al figlio di fare i bagagli, quando poi per di più c'è una vita nuova di cui occuparsi? Come si può essere così egoisti da dire "Ora affronti da solo le tue magagne" quando non si è neanche maggiorenni? Mah, io non li capisco certi genitori, si preoccupano più della loro immagine e di ciò che la gente potrebbe pensare al posto che occuparsi del "problema" e aiutare il figlio in difficoltà.

E' una storia molto bella e profonda, fatta di molta sofferenza proveniente dal passato, ma anche dal presente, e di qualche momento di felicità che purtroppo spesso viene oscurato.
L'unico dettagliuccio che non mi ha fatto proprio impazzire è stato il fatto che la storia d'amore fra Josh e Becca si è sviluppata molto in fretta, non ci sono stati troppi corteggiamenti o robe varie, cosa che ho trovato leggermente "stucchevole" perché io preferisco che i personaggi ci mettano tempo prima di passare alla fase "baci e mano nella mano".
A parte questo, mi è piaciuta veramente tanto, ogni tanto mi sono ritrovata con un sorriso da ebete stampato in faccia, altre volte il mio povero cuoricino perdeva qualche colpo per l'ansia e altre ancora ho trattenuto il respiro.
Sicuramente uno dei più bei libri letti quest'anno, dolce al punto giusto (a parte la piccola svirgola), doloroso quasi sempre.
Voto:

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