giovedì 21 luglio 2016

Recensione Resta anche domani

Titolo: Resta anche domani
Autore: Gayle Forman
Genere: Narrativa Moderna
Casa editrice: Mondadori
Prezzo: €11.00 (copertina flessibile)
Pagine: 252





Trama
Non ti aspetteresti di sentire anche dopo. Eppure la musica continua a uscire dall'autoradio, attraverso le lamiere fumanti. E Mia continua a sentirla, mentre vede se stessa sul ciglio della strada e i genitori poco più in là, uccisi dall'impatto con il camion. Mia è in coma, ma la sua mente vede, soffre, ragiona e, soprattutto, ricorda. La passione per il violoncello e il sogno di diventare una grande musicista, l'ironia implacabile di Kim e la scazzottata che ha inaugurato la loro amicizia, l'amore di un ragazzo che sta per diventare una rockstar e la prima volta che, tra le sue mani, si è sentita vibrare come un delicato strumento. Ma ricorda anche quello che non troverà al suo risveglio: la tenerezza arruffata di suo padre, la grinta di sua madre, la vivacità del piccolo Teddy, l'emozione di vivere ogni giorno in una famiglia di ex batteristi punk e indomabili femministe. A tanta vita non si può rinunciare. Ma cosa rimane di lei, adesso, per cui valga la pena di restare anche domani?
Recensione
Buongiorno! Oggi fa molto caldo e in casa mia non c'è un posto che sia uno con un po' di fresco, forse l'alternativa sarebbe di mettermi nel frigo... non sarebbe mica male...
A parte questo, eccomi qui, mentre ascolto le canzoni del mio adorato Glee, a scrivere la recensione di questo libro molto bello, di cui avevo sentito parlare tanto tempo fa e che solo ora mi sono decisa a leggere.
Allora, all'inizio vediamo Mia e la sua famiglia che decidono di uscire di casa, approfittando del fatto che le scuole sono chiuse per maltempo (che poi, la neve non era neanche così tanta e io mi chiedo perché in America succedono queste cose, mentre qui no?!), e mentre sono in macchina subiscono un grave incidente: subito la protagonista cerca i suoi genitori e li trova entrambi morti, poi va verso il corpo di quello che pensa sia il fratellino, ma in realtà è il suo e, quando arrivano i soccorsi, capisce di essere in coma; è così che assiste da spettatore alla sua operazione, all'arrivo dei suoi parenti, della sua amica Kim e, infine, del suo ragazzo Adam, ma non riesce a capire come svegliarsi o lasciarsi andare finché un'infermiera, rivolgendosi ai suoi nonni, non dice che dipende tutto da lei. Mentre assiste a tutto ciò e cerca di capire cosa vuole fare, ricorda alcuni avvenimenti della sua vita passata, di quando la sua famiglia era ancora viva, di quando si è messa insieme ad Adam, di quando è nato Teddy, di quando suonava il violino, di quando la sua vita era ancora felice. Ora è tutto nelle sue mani, restare nonostante ciò che è successo o addormentarsi per sempre?
Dunque, questo libro è qualcosa di strano, in senso buono, perché la vicenda è narrata dalla ragazza che è in coma, che guarda se stessa e gli altri in un momento delicatissimo e che cerca di capire, da una parte, come sia possibile il fatto che si ritrovi fuori del suo corpo e, dall'altra, cosa è successo al fratello Teddy, di cui non ha mai visto il corpo e di cui nessuno parla. Inoltre, il libro è pieno di flashback, che si alternano perfettamente al presente, che ci permettono di vedere la sua vita passata, quelle emozioni che ha provato e quello che accadeva, una famiglia felice, un padre che ha rinunciato alla sua band per sostentare la sua famiglia e molto altro. Momenti di felicità e di spensieratezza che si alternano ad altri tristi e pieni di pensieri da parte della protagonista.
Mia è sempre stata una ragazza tranquilla, suonava il violoncello ed era molto brava tanto da fare un'audizione per entrare alla Juilliard, ma ha sempre pensato di essere fuori posto nella sua famiglia perché era l'unica a cui piaceva la musica classica, mentre tutti erano per il punk e altri stili, e si sentirà così anche con il suo ragazzo Adam, che suona in una band emocore, finché non si sentirà parte di tutto questo; ora, la vediamo mentre ripensa a tutto ciò e mentre osserva i suoi familiari nella sala d'attesa al reparto di terapia intensiva e tutte le persone che entrano e le parlano, che siano i nonni, le infermiere o Adam o Kim, la sua migliore amica.
Un personaggio che mi è piaciuto moltissimo è il nonno: presentato come una persona che non dà molto spesso abbracci, in questa occasione lo vediamo profondamente provato dal fatto di aver perso un figlio, un nipote e la nuora e di avere l'altra nipote in coma, ma nonostante tutto quello che mi ha colpito di più è il fatto che le ha detto che avrebbe capito se lei avesse deciso di andarsene e che non sarebbe stato arrabbiato con lei in tal caso, al contrario di tutti gli altri che le dicevano di rimanere in vita, di lottare e di svegliarsi; non so, quello che ha detto mi è piaciuto tantissimo perché per la prima volta, fra tutte quelle in cui ho visto questa scena, qualcuno ha pensato che avrebbe avuto "ragione" ad andarsene, visto che la sua famiglia era passata dall'altra parte, nella luce (OMG, adesso mi sembra di essere in "Ghost Whisperer"!).
Un altro personaggio che mi ha colpito per quello che ha detto è stata Kim: lei le ha detto di restare, a differenza del nonno, ma le ha anche detto che, nonostante quello che era successo, una famiglia ce l'avrebbe sempre avuta, ci sarebbero stati i parenti vari che le avrebbero sempre voluto bene insieme agli amici, che l'avrebbero sostenuta, come fosse in famiglia.
Concludendo, questo è un libro veramente bello e molto profondo perché rimanere l'unico membro sopravvissuto della propria famiglia non è facile, specie se si ha perso anche un fratellino che non potrà mai fare determinate esperienze, come formare una famiglia, però Mia rimane abbastanza forte, il momento in cui pensa che sarebbe bello addormentarsi per sempre arriva dopo aver capito che Teddy non ci sarebbe più stato e pensa che ormai potrebbe lasciarsi andare; la cosa bella di questo libro è che, secondo me, è come se fosse un inno alla vita, perché ti fa pensare che può svanire in un attimo, per una distrazione, per una malattia o per altro, ma è un attimo e poi tutto svanisce, ma siamo noi a dover decidere cosa fare prima di questo attimo, come condurre la nostra esistenza: tutto dipende solo ed esclusivamente da noi stessi.
Voto:


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