Autore: Gayle Forman
Genere: Narrativa Moderna
Casa editrice: Mondadori
Prezzo: €12.00 (copertina flessibile)
Pagine: 263
Trama
Sono passati tre anni dall'incidente che ha cambiato per sempre la vita di Mia e Adam separandoli. Solo la musica ha ricucito lo strappo che si è aperto nelle loro esistenze: Mia è un astro nascente della classica, Adam una rockstar acclamata dai fan di tutto il mondo. I loro occhi tornano a incrociarsi per caso una sera a New York, durante un concerto di Mia. La musica fa vibrare il passato, risveglia emozioni perdute, colma i vuoti nel cuore. E quando le loro dita iniziano a sfiorarsi, una nuova vita sembra possibile.
Recensione
Buongiorno! Voi non potete immaginare quanto io stia evitando come la peste la recensione di "Rivalità", ora vi spiego brevemente il perché: avevo incominciato a scriverla sull'Ipad, ma poi non mi stava arrivando l'ispirazione e ho deciso di andare al computer per scaricare dei pdf per la scuola, dopo di che ho aperto Blogger lì e ho continuato a scrivere, finché non è arrivata mia madre a dirmi che dovevamo uscire; clicco salva e chiudo la finestra, poi cinque minuti prima di uscire, mentre aspettavo i miei, sono tornata all'Ipad e per sbaglio ho cliccato salva sul post ancora aperto e non aggiornato, così sono corsa al computer per appurare che tutto quello che avevo scritto era scomparso... e l'avevo scritta bene! Dopo di che l'ispirazione è andata chi sa dove... Ammettetelo, sono un genio!
A parte questo inghippo, se riesco ve la posterò prima di questa e voi vi ritroverete questo sclero a recensione postata, ma vi posso assicurare che in questo momento, alle 17.54 del 28.06, non l'ho ancora scritta.
Comunque, passiamo alla storia: all'inizio vediamo Adam che, dopo tre anni dall'incidente, si è separato da Mia e ora si sta preparando per un tour e per un intervista, che non va benissimo, così se ne va e incappa in un poster che ritrae la sua vecchia fiamma, ormai astro nascente come violoncellista, che sta per tenere un concerto; è così che va a sentirla, ma lei si accorge di lui e, dopo averlo fatto andare nel suo camerino e essersi salutati, mentre lui è già sulla strada di ritorno, lo insegue e iniziano a parlare. Nonostante Adam muoia dalla voglia di chiederle perché lo avesse lasciato in quel modo, decide di seguirla e di andare a visitare i posti segreti di New York: durante un viaggio sul traghetto però l'argomento salta fuori e lei gli risponde che è quello che le ha detto mentre era in coma, ovvero che l'avrebbe lasciata andare se sarebbe rimasta.
Nel mentre, ci sono continui flashback che lo riportano alla vita di quei tre anni, a partire dal dopo-rottura, per poi andare al successo del suo gruppo, al suo incontro con la sua attuale ragazza, all'incontro con Kim e tanto altro.
Dunque, cosa posso dire di questa storia? Intanto, questa volta tutto è narrato dal PoV di Adam e ciò ci permette di vedere quali ripercussioni ha avuto su di lui l'incidente: oltre ad aver quasi perso la sua ragazza, ha perso anche Teddy, il fratellino che non ce l'ha fatta e a cui era molto legato; poi, dopo aver passato alcuni mesi a vedere Mia riprendersi, aiutata dalla sua musica, l'ha vista andare alla Juilliard e pian piano, o meglio quasi improvvisamente, il loro rapporto a distanza ha smesso di funzionare, lei ha smesso di scrivergli e di rispondergli al telefono, così lui si è rintanato per molto tempo nella sua stanza in casa sua, finché un giorno non si è messo a scrivere canzoni, è tornato col suo gruppo e insieme hanno raggiunto il successo, anche se recentemente ha iniziato a isolarsi. Poi la incontra di nuovo e riaffiora il rancore per averlo scaricato in malo modo, ma dopo aver parlato capisce che lei non ha fatto altro che quello che le aveva detto e la lascia andare. E ammetto che in questo punto mi sono presa un colpo perché pensavo che il libro si sarebbe concluso con i due che vivono due vite separate, ma, saggiamente, l'autrice (forse con molto rispetto per la sua incolumità) ha deciso di fare la parte del buon autore che non fa soffrire/arrabbiare i lettori.
Poi c'è Mia, che dopo essersi trasferita a New York, non è più ritornata nella sua vecchia patria e ha smesso di sentirsi con Adam: in parte è sempre la stessa ragazza con la passione per il violoncello e la musica classica, ma ha subito una grave perdita e il fatto di essere rimasta l'unica viva all'inizio non l'ha fatta sentire felice, ma poi col tempo ha iniziato a fare quello che ha sempre amato e ha deciso di vivere la sua vita, nonostante tutto; quando, però, la si vede correre dietro al suo ex, non sapevo cosa avesse in mente e stavo giusto brontolando: "Certo, hai passato quello che hai passato, ma l'hai lasciato in malo modo, non pensi che forse dovresti parlargli direttamente e dargli una spiegazione?", quando poi ho capito cosa era successo e l'ho "perdonata".
Insomma, questo libro è qualcosa di indescrivibile, mi ha fatto rimanere con il fiato sospeso fino alla fine perché avevo paura che sarebbe finito male, anzi malissimo, con la separazione di loro due, ma mi è piaciuto moltissimo perché comunque fa vedere come, dopo un'esperienza del genere, non sia solo il diretto interessato a soffrire ma anche le persone attorno, e talvolta delle scelte dolorose possono fare male proprio a questi ultimi, come vediamo con Adam che sembra quello che soffre più profondamente di Mia per la loro separazione, ma in realtà anche lei ha sofferto; inoltre, un messaggio implicito che ci fa passare l'autrice, oltre a lasciar andare le persone per la propria strada, è quello di parlarsi apertamente perché per questi tre anni uno credeva una cosa e l'altro un'altra, così che non si sono capiti, ma se le cose se le fossero dette quando dovevano e si fossero chiariti la storia sarebbe stata molto più corta, proprio come per "I promessi sposi" di Manzoni: se fossero riusciti nel matrimonio a sorpresa la storia sarebbe finita in meno della metà dei suoi 38 capitoli che conta.
Infine, una cosa che mi è piaciuta molto è stato il fatto che l'autrice abbia voluto seguire le orme del primo volume con i flashback, che sono fondamentali per capire che cosa è successo in quei tre anni che sono trascorsi dall'incidente perché dopo un salto temporale del genere non ci si può non chiedere quali fatti si siano succeduti, e onestamente, se non avesse fatto così, non avrei apprezzato una liquidazione in un dialogo di poche righe, specie quando di cose ne sono accadute.
Concludendo, "Resta sempre qui" è la degna conclusione di questa storia, un libro che ti fa battere il cuore e che te lo strapazza un pochino in alcuni punti, ma ne vale la pena perché il finale è veramente bellissimo e mi sono sentita realizzata alla fine perché tutto è bene quel che finisce bene, certo ero anche un po' triste perché fa sempre un certo effetto finire una storia, chiudere il libro (nel mio caso l'ebook) e pensare che non ci sarà più nulla, ma una consolazione c'è ed è il film di "Resta anche domani", che devo ancora vedere e che ci permette di immergerci ancora una volta in questa storia che vi consiglio, ma leggetela con il sole perché ho sentito di molti che si sono commossi durante la lettura, quindi non fatelo quando fuori piove se non volete intristirvi troppo. Io vi ho avvertito.
Voto:
A parte questo inghippo, se riesco ve la posterò prima di questa e voi vi ritroverete questo sclero a recensione postata, ma vi posso assicurare che in questo momento, alle 17.54 del 28.06, non l'ho ancora scritta.
Comunque, passiamo alla storia: all'inizio vediamo Adam che, dopo tre anni dall'incidente, si è separato da Mia e ora si sta preparando per un tour e per un intervista, che non va benissimo, così se ne va e incappa in un poster che ritrae la sua vecchia fiamma, ormai astro nascente come violoncellista, che sta per tenere un concerto; è così che va a sentirla, ma lei si accorge di lui e, dopo averlo fatto andare nel suo camerino e essersi salutati, mentre lui è già sulla strada di ritorno, lo insegue e iniziano a parlare. Nonostante Adam muoia dalla voglia di chiederle perché lo avesse lasciato in quel modo, decide di seguirla e di andare a visitare i posti segreti di New York: durante un viaggio sul traghetto però l'argomento salta fuori e lei gli risponde che è quello che le ha detto mentre era in coma, ovvero che l'avrebbe lasciata andare se sarebbe rimasta.
Nel mentre, ci sono continui flashback che lo riportano alla vita di quei tre anni, a partire dal dopo-rottura, per poi andare al successo del suo gruppo, al suo incontro con la sua attuale ragazza, all'incontro con Kim e tanto altro.
Dunque, cosa posso dire di questa storia? Intanto, questa volta tutto è narrato dal PoV di Adam e ciò ci permette di vedere quali ripercussioni ha avuto su di lui l'incidente: oltre ad aver quasi perso la sua ragazza, ha perso anche Teddy, il fratellino che non ce l'ha fatta e a cui era molto legato; poi, dopo aver passato alcuni mesi a vedere Mia riprendersi, aiutata dalla sua musica, l'ha vista andare alla Juilliard e pian piano, o meglio quasi improvvisamente, il loro rapporto a distanza ha smesso di funzionare, lei ha smesso di scrivergli e di rispondergli al telefono, così lui si è rintanato per molto tempo nella sua stanza in casa sua, finché un giorno non si è messo a scrivere canzoni, è tornato col suo gruppo e insieme hanno raggiunto il successo, anche se recentemente ha iniziato a isolarsi. Poi la incontra di nuovo e riaffiora il rancore per averlo scaricato in malo modo, ma dopo aver parlato capisce che lei non ha fatto altro che quello che le aveva detto e la lascia andare. E ammetto che in questo punto mi sono presa un colpo perché pensavo che il libro si sarebbe concluso con i due che vivono due vite separate, ma, saggiamente, l'autrice (forse con molto rispetto per la sua incolumità) ha deciso di fare la parte del buon autore che non fa soffrire/arrabbiare i lettori.
Poi c'è Mia, che dopo essersi trasferita a New York, non è più ritornata nella sua vecchia patria e ha smesso di sentirsi con Adam: in parte è sempre la stessa ragazza con la passione per il violoncello e la musica classica, ma ha subito una grave perdita e il fatto di essere rimasta l'unica viva all'inizio non l'ha fatta sentire felice, ma poi col tempo ha iniziato a fare quello che ha sempre amato e ha deciso di vivere la sua vita, nonostante tutto; quando, però, la si vede correre dietro al suo ex, non sapevo cosa avesse in mente e stavo giusto brontolando: "Certo, hai passato quello che hai passato, ma l'hai lasciato in malo modo, non pensi che forse dovresti parlargli direttamente e dargli una spiegazione?", quando poi ho capito cosa era successo e l'ho "perdonata".
Insomma, questo libro è qualcosa di indescrivibile, mi ha fatto rimanere con il fiato sospeso fino alla fine perché avevo paura che sarebbe finito male, anzi malissimo, con la separazione di loro due, ma mi è piaciuto moltissimo perché comunque fa vedere come, dopo un'esperienza del genere, non sia solo il diretto interessato a soffrire ma anche le persone attorno, e talvolta delle scelte dolorose possono fare male proprio a questi ultimi, come vediamo con Adam che sembra quello che soffre più profondamente di Mia per la loro separazione, ma in realtà anche lei ha sofferto; inoltre, un messaggio implicito che ci fa passare l'autrice, oltre a lasciar andare le persone per la propria strada, è quello di parlarsi apertamente perché per questi tre anni uno credeva una cosa e l'altro un'altra, così che non si sono capiti, ma se le cose se le fossero dette quando dovevano e si fossero chiariti la storia sarebbe stata molto più corta, proprio come per "I promessi sposi" di Manzoni: se fossero riusciti nel matrimonio a sorpresa la storia sarebbe finita in meno della metà dei suoi 38 capitoli che conta.
Infine, una cosa che mi è piaciuta molto è stato il fatto che l'autrice abbia voluto seguire le orme del primo volume con i flashback, che sono fondamentali per capire che cosa è successo in quei tre anni che sono trascorsi dall'incidente perché dopo un salto temporale del genere non ci si può non chiedere quali fatti si siano succeduti, e onestamente, se non avesse fatto così, non avrei apprezzato una liquidazione in un dialogo di poche righe, specie quando di cose ne sono accadute.
Concludendo, "Resta sempre qui" è la degna conclusione di questa storia, un libro che ti fa battere il cuore e che te lo strapazza un pochino in alcuni punti, ma ne vale la pena perché il finale è veramente bellissimo e mi sono sentita realizzata alla fine perché tutto è bene quel che finisce bene, certo ero anche un po' triste perché fa sempre un certo effetto finire una storia, chiudere il libro (nel mio caso l'ebook) e pensare che non ci sarà più nulla, ma una consolazione c'è ed è il film di "Resta anche domani", che devo ancora vedere e che ci permette di immergerci ancora una volta in questa storia che vi consiglio, ma leggetela con il sole perché ho sentito di molti che si sono commossi durante la lettura, quindi non fatelo quando fuori piove se non volete intristirvi troppo. Io vi ho avvertito.
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